L’ecografia addominale gastroenterologica. E’ il tema scelto dal dottor Nicola D’Imperio, gastroenterologo materano di chiara fama, per il 107° appuntamento del nostro studio medico virtuale all’interno di SassiLive.
E’ un esame molto utile per la diagnostica gastroenterologica ed è sicuramente il primo degli esami strumentali utilizzati a causa della sua totale mancanza di invasività. Consiste in una sonda che emette degli ultrasuoni (completamente privi di effetti lesivi), ogni tessuto colpito dagli ultrasuoni emette echi di diverse lunghezze d’onda che vengono captati e registrati su un monitor; si riesce così a ricostruire la struttura anche di interi organi. Gli organi sono più o meno produttori di echi una volta colpiti dal fascio di ultrasuoni, come anche le espressioni patologiche di essi, mentre alcune patologie costituite da materiale molto compatto, come ad esempio, i calcoli delle vie biliari, addirittura respingono gli ultrasuoni a cui sono impermeabili e determinano così una specie di ombrello, il cosiddetto cono d’ombra. Il maggior nemico degli ultrasuoni è l’aria in quanto questa non permette il loro passaggio e la formazione di echi negli organi sottostanti, mentre l’acqua è un ottimo conduttore; infatti nei pazienti in cui c’è molto meteorismo, cioè aria nell’intestino, l’ecografia spesso non è diagnostica, mentre, in urologia, per studiare meglio le pareti della vescica, si invita il paziente a non urinare per le due o tre ore precedenti l’esame.
Le patologie gastroenterologiche per cui gli ultrasuoni sono usati sono quelle del fegato, delle vie biliari, segue il pancreas, l’intestino.
Nel fegato l’ecografia documenta in maniera accurata una steatosi epatica in cui la ecogenicità, ciòè la capacitò di produrre echi, del tessuto epatico contenente grasso è aumentata e quindi l’immagine del fegato sullo schermo appare più brillante del solito. Si riescono anche ad individuare con una certa precisione alcune cisti e angiomi e a differenziare le une dagli altri, come anche tumori o metastasi epatiche. Per alcune patologie, come la steatosi epatica, per la diagnosi potrà essere sufficiente l’ecografia, per altre, come i tumori o le metastasi, sarà necessario, per una diagnosi differenziale, eseguire una TC con mezzo di contrasto o una Risonanza magnetica. L’ampia diffusione dell’ecografia porta a diagnosticare un altissimo numero di steatosi epatiche e di cisti o di angiomi, che sono asintomatiche e altrimenti sarebbero stati sconosciuti. Questo va sicuramente a vantaggio della prevenzione, ma bisogna che il medico rassicuri il paziente quando si riscontrano occasionalmente cisti o angiomi di piccole dimensioni che non hanno alcuna importanza da un punto di vista clinico e che si dovranno solo controllare periodicamente con l’ecografia una volta all’anno; quando si vede che le dimensioni restano costanti possono smettersi i controlli.
La patologia in cui l’ecografia la fa da padrona è sicuramente la calcolosi della colecisti. Con l’ecografia si riescono a mettere in evidenza non solo calcoli grossi, ma anche calcoli di pochi millimetri e addirittura si riesce ad evidenziare la presenza di una bile più densa, che può essere un prodromo della calcolosi colecistica. L’ampia diffusione dell’ecografia addominale ha messo in evidenza anche l’ampia diffusione della calcolosi della colecisti a circa il 10-12 % della popolazione, con punte anche del 50% in alcuni gruppi etnici, ma di questi pazienti a cui si diagnostica una calcolosi della colecisti solo il 5% è sintomatico. E’ estremamente importante che non solo i medici di medicina generale, ma anche la gente sappia che il riscontro ecografico occasionale di calcoli nella cistifellea è molto frequente e che non significa intervento chirurgico di colecistectomia; anche in questo caso si eseguiranno delle periodiche ecografie annuali per monitorarli e solo nel 5% che diventa sintomatico sarà indicato l’intervento chirurgico. Per paziente sintomatico si intende un paziente con episodi di dolore biliare acuto, intenso, in regione epigastrica, spesso irradiato al fianco destro e posteriormente sino alla scapola dx. Chi non ha questi episodi (che solitamente vengono chiamate impropriamente “coliche biliari”), può dormire sonni tranquilli!
Della cistifellea gli ultrasuoni riusciranno a darci informazioni anche su una eventuale adenomatosi (polipi benigni), della loro forma e dimensioni e si consiglierà la colecistectomia quando questi superano le dimensioni di 10 mm. in quanto in tali casi può aumentare il rischio di sviluppare un cancro della colecisti. Con gli ultrasuoni si valuterà anche lo spessore della parete della colecisti, che, se sarà aumentato, sarà indicativo per una colecistite acuta, e si potrà valutare anche l’eventuale edema o versamento attorno alla colecisti.
Quando con gli ultrasuoni si va oltre la cistifellea a studiare le vie che trasportano la bile dal fegato all’intestino, cioè i dotti epatici ed il coledoco, gli ultrasuoni incominciano ad avere problemi diagnostici; del coledoco potranno valutare il diametro, ma difficilmente potranno dare una valutazione attendibile sul contenuto, cioè se ci sono dei calcoli all’interno oppure della bile densa, lo stesso vale per le vie biliari che scorrono all’interno del fegato. Se vorremo delle informazioni attendibili sul coledoco e le vie biliari intraepatiche faremo eseguire al paziente una Colangio-Risonanza-Magnetica.
Biografia di Nicola d’Imperio
Titoli di carriera
Laureato in medicina e chirurgia nel 1972 con 110 e lode
Specializzato in Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva nel 1978 con 110 e lode
Assistente presso il Servizio di Gastroenterologia dell’ospedale Bellaria di Bologna dal 1974 al 1987
Aiuto presso il Servizio di Gastroenterologia dell’ospedale Bellaria di Bologna dal 1988 al 1998
Primario presso l’UOC di Gastroenterologia dell’ospedale Morgagni di Forlì dal 1998 al 2001
Professore presso la scuola di specialità di Gastroenterologia di Bologna dal 1998 al 2006
Primario presso l’UOC di Gastroenterologia dell’ospedale Maggiore di Bologna dal 2001 al 2012
Libero professionista in Gastroenterologia dal 2013 a tutt’oggi presso la Clinica Villalba di Bologna, la Clinica Anthea e la Clinica Santa Maria di Bari e presso il suo studio a Matera.
Titoli scientifici
Direttore della Rivista Italiana di Gastroenterologia organo ufficiale dell’Associazione Italiana dei Gastroenterologi Ospedalieri
Segretario per l’Emilia Romagna dell’Associazione Italiana dei Gastroenterologi Ospedalieri
Presidente per l’Emilia Romagna della Società Italiana di Endoscopia Digestiva
Presidente della Associazione Italiana Malattie dell’Apparato Digerente
Pubblicazioni scientifiche:su riviste straniere 78 e su riviste italiane 124 libri di gastroenterologia ed endoscopia digestiva 12
Indirizzo sito: www.nicoladimperio.it