È in corso la procedura autorizzativa in capo alla Regione Basilicata riguardante l’ampliamento della discarica di rifiuti speciali non pericolosi di proprietà della Società “Ecobas S.r.l.”.
Una breve cronistoria dell’impianto: entra in funzione nel 1992, autorizzato dalla delibera della Giunta Regionale n. 7575 del 26/10/1992 e nel 2006 viene autorizzata, sempre dalla Regione, la realizzazione di unanuova vasca di stoccaggio rifiuti di volumetria pari a 122 mila metri cubi, successivamente ampliata di ulteriori 35mila metri cubi. Un ulteriore incremento della volumetria della discarica, pari a 16mila metri cubi, viene autorizzato nel 2010.
Nel giugno 2015 la società ha chiesto un ulteriore incremento della volumetria di stoccaggio pari al 20 % della capacità della seconda vasca in esercizio (circa 34 mila metri cubi) il cui iter si è concluso solo nel 2017, con la delibera di giunta regionale n. 441 del 19/05/2017.
Dalla lettura della Delibera citata emerge che all’epoca, il comune di Pisticci non ha trasmesso alcun parere nel termine di 60 giorni dal deposito della comunicazione, (termine che scadeva il 9 agosto 2015 ndr) e, pertanto, lo stesso si intende espresso in senso positivo.
Ricordiamo che a Giugno 2015 l’Amministrazione comunale chiamata ad esprimere il parere in merito entro il 9 agostoera composta, tra gli altri, dal Sindaco Vito Anio Di Trani (oggi consigliere di minoranza),dagli assessori Domenico Albano (attuale Sindaco di Pisticci), Pasquale Grieco (in carica dal 24 luglio 2015, oggi consigliere di minoranza), Antonio De Sensi (attuale Assessore del Comune di Pisticci), dai consigliere di maggioranza Alessandra Ruvo, attuale Assessore, dai consiglieri di minoranza Andrea Badursi e Rossana Florio (attuali consigliere di maggioranza e vicesindaco).
A maggio di quest’anno l’azienda Ecobas ha proceduto alla richiesta di un ulteriore ampliamento della piattaforma esistente per complessivi ulteriori 300 mila metri cubi, di cui 70 mila per soprelevare la vasca esistente altri 230 mila metri cubi per la realizzazione di un nuovo bacino.
Ricordando che la discarica sorge in prossimità dei Calanchi, centro di attività culturali molto seguite a livello territoriale e oggetto di valorizzazione, non riteniamo opportuno alcun ampliamento ed alcuno altro sfruttamento dell’area che non sia compatibile con la vocazione naturalistica, culturale ed agricola della zona.
Secondo il Decreto Legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 Codice dei beni culturali e del paesaggio, ai sensi dell’articolo 10 della legge 6 luglio 2002, n. 137, ART 136, l’area dei Calanchi è considerata area di notevole interesse pubblico.
Nel “Progetto definitivo – Relazione tecnica AIA – Codice elaborato F0249CR12A” della ditta proponente l’ampliamento della discarica, al par 2.6.2, viene dichiarato che l’area tutelata più prossima denominata “Territorio della fascia costiera del primo entro terra, colline e altipiani sito nei Comuni di Montescaglioso, Bernalda, Pisticci, Montalbano Jonico, Policoro, Rotondella, Tursi, Scanzano Jonico e Nova Siri” dista circa 300 metri dall’area in esame.
A noi risulta, considerando tutte le particelle di proprietà del proponente, che la distanza tra discarica e area protetta è sensibilmente inferiore, come riportato di seguito:
Da quanto si evince dalla documentazione in nostro possesso manca, inoltre, un piano di gestione post mortem della discarica, un dettagliato piano di monitoraggio, un piano di monitoraggio rispetto alle acque di falda, un piano delle emissioni odorigene, il documento previsionale di impatto acustico (DPIA), cose queste che dovrebbero indurre la Regione a rigettare l’istanza. Per un incremento di volumetria così importante, inoltre, ci fa specie constatare che il proponente, se pur nel suo diritto, abbia dichiarato “che si avvale della facoltà di rinviare, ad una fase successiva al rilascio del Provvedimento Autorizzatorio Unico Regionale, l’acquisizione delle seguenti autorizzazioni, intese, concessioni, licenze, pareri, concerti, nulla osta e atti di assenso comunque denominati, comunque necessari alla realizzazione e all’esercizio del progetto”.
Nonostante la modifica non preveda alcuna variazione rispetto allo stato autorizzato delle tipologie di rifiuti (codici CER) in ingresso alla piattaforma, ribadiamo che si tratta di un implemento del 150% del volume autorizzatorio (facendo qualche semplice calcolo, potremmo dire che per riempire la discarica sarà necessario l’impiego di circa 15.000 camion). Quindi, considerando l’esaurita sostenibilità del territorio, ci chiediamo per quale motivo non venga richiesto un nuovo iter autorizzatorio, dato che l’ultimo risale a più di venti anni fa e nel frattempo sono cambiate molte delle condizioni inerenti soprattutto allo sviluppo turistico, ma anche alla situazione delle strade e dei ponti che dovrebbero essere la via di collegamento per la discarica Ecobas.
Fermo restando il tema politico del perché nel 2015 i vecchi amministratori, che ancora oggi amministrano con ruoli diversi, abbiano preferito non esprimersi nei termini previsti su una cosa così importante,è necessario che a questa ulteriore richiesta di ampliamento il Comune di Pisticci risponda con una serie di accurate osservazioni perché una semplice delibera di indirizzo non crediamo sia sufficiente per un’efficace opposizione. Sarebbe anche il caso di aprire un dibattito pubblico essendo il tema della salute, dell’inquinamento e della tutela del territorio un tema trasversale e che ci coinvolge tutti: parti politiche, Associazioni e cittadini interessati, a cui chiediamo vivamente di far sentire la propria voce in tutte le sedi opportune e presso tutti gli Enti coinvolti.