Summa (Spi Cgil): “Basta mettere le mani nelle tasche delle fasce deboli. La nostra mobilitazione contro la narrazione falsata dei governi di destra e per il diritto ad essere curati. Una via maestra che anche la Basilicata dovrebbe seguire”. Di seguito la nota integrale.
“Bisogna smettere di mettere le mani nelle tasche delle fasce deboli, continuando a fare cassa sui pensionati. Non sono il bancomat del Paese. Ecco perché la nostra mobilitazione è fondamentale”. È il messaggio mandato dal segretario generalo dello Spi Cgil Basilicata, Angelo Summa, in occasione dell’assemblea generale dei pensionati e delle pensionate della Cgil lucana oggi a Potenza. Per Summa “la legge finanziaria voluta dalla destra ha compromesso le entrate del Paese con strumenti come la flat tax, l’aumento del contante e il mancato contrasto all’evasione, e non è in grado dare risposte a pensionati e lavoratori, ormai stremati dall’inflazione, a cui va riconosciuto il diritto al recupero e la tutela del potere di acquisto dei salari e il giusto diritto di indicizzazione delle pensioni”.
Per cambiare il segno di questa manovra finanziaria, che sembra andare in direzione opposta ai bisogni del Paese e delle persone, secondo il segretario generale “occorre fermare ogni progetto di autonomia differenziata e ricucire le distanze tra nord e sud, ma anche e soprattutto quei divari che sono evidenti all’interno delle stesse regioni e delle città. Tutto questo va fatto seguendo i principi ispiratori dell’articolo 3 della Costituzione affinché vengano rimossi tutti gli ostacoli per l’affermazione dell’uguaglianza tra le persone, a partire dalla sanità pubblica e dall’istruzione”.
Summa definisce “inaccettabili” le traiettorie della prossima legge di Bilancio del Governo: “Non riesce a trovare 4 miliardi di euro per rispondere ai bisogni del servizio sanitario nazionale pubblico; taglia il reddito di cittadinanza per risparmiare circa 6 miliardi l’anno trasformando la povertà in una colpa, ma poi porta la spesa per gli armamenti a oltre 32 miliardi di euro. Basterebbe invertire il trend – rilancia – e ridurre questa spesa per trovare le risorse necessarie a rispondere ai reali bisogni del Paese e delle persone. Ecco perché la manifestazione nazionale della Cgil del prossimo 7 ottobre, per indicare “la via maestra” (lavoro, fisco, giovani, pensioni,stato sociale, politiche industriali, pace e Costituzione) per la democrazia e per la nostra Costituzione. Il contesto politico è sempre più inquinato dalla narrazione falsata della realtà fatta da questo governo di destra, che ormai sta occupando ogni spazio e in particolare quello della libera informazione. La Rai è diventata un organo di informazione del Governo e questo rappresenta un pericolo per il nostro Paese, perché manipolando gli strumenti democratici e dell’informazione si può rendere fascista un intero Paese senza nemmeno pronunciare la parola fascismo.
Una via maestra che anche la Basilicata dovrebbe seguire. Le narrazioni fantasiose del governo Bardi – prosegue Summa – non fanno altro che rappresentare una realtà capovolta: la verità è che la Basilicata soffre e sta sprofondando nel baratro a causa di politiche adottate senza alcuna condivisione con le parti sociali e, peggio, ancora che non tutelano i diritti dei lucani. Fermare lo spopolamento è uno dei principali obiettivi da raggiungere, insieme alla creazione dell’occupazione di qualità e di politiche per il welfare, la cui assenza negli ultimi quattro anni ha contribuito all’emigrazione di altri 27mila residenti, per la maggior parte giovani. La Basilicata, che ha l’indice di vecchiaia più alto tra le regioni del Sud, con 42mila ultraottantenni, sul piano dell’assistenza fa poco o quasi nulla. Sono 500 i posti letto mancanti per gli anziani, oltre a registrare l’assenza di un ordinamento di accreditamento delle strutture socio-assistenziali, mentre si continua a non garantire il diritto all’assistenza ai circa 60mila lucani non autosufficienti”.
Un approfondimento a parte merita la sanità lucana, che “è stata destrutturata – denuncia il segretario – ed è al collasso a causa dalla assenza di una programmazione politica il cui fallimento è cristallizzato nei 65 milioni di mobilità passiva, così come nei record delle liste d’attesa. Per questo bisogna costruire un nuovo welfare utilizzando le risorse del fondo sociale e le royalties partendo dal potenziamento e dall’innovazione della rete territoriale dei servizi e restituire ai lucani il diritto ad essere curati.
La nostra mobilitazione continuerà, non ci fermeremo e continueremo a difendere il diritto alla sanità pubblica e il diritto alla salute, perché è un diritto di tutti. Una mobilitazione necessaria, in un contesto politico – conclude Summa – sempre più inquinato dalla narrazione falsata della realtà, per dare voce a chi oggi non ce l’ha, a partire dalla nostra campagna di ascolto sul diritto alla salute, avviata a marzo, e che sabato scorso ci ha visti impegnati nella mobilitazione davanti all’ospedale di Matera contro lo smantellamento della sanità pubblica regionale”.