Il ministro Lollobrigida responsabile delle politiche agricole e alimentari, ha l’obbligo morale di fermare la selvaggia speculazione che sin dall’inizio della campagna granaria, si sta consumando ai danni dei cerealicoltori.
A partire dal mese di giugno ultimo scorso il prezzo del grano stabilito da apposite commissioni era intorno ai 30€/q.le; successivamente, ma per un periodo limitato, ha toccato i 40 € attestandosi poi intorno ai 35 €.
Prezzo di mercato che come più volte dimostrato non copre il costo di produzione sostenuto dagli agricoltori anche in zone vantaggiose per la cerealicoltura.
Gli oligopolisti del commercio sia del grano duro che del tenero per giustificare gli scandalosi prezzi di vendita in azienda sostengono che la materia prima e di scarsa qualità. Una grande menzogna, fatta circolare ad arte anche dalla stampa vicino al Governo Meloni che non ha voluto mettere in atto misure finalizzate a fermare le politiche speculative gestite scientificamente a partire dalla fase di commercializzazione per finire a quella della vendita dei prodotti da forno.
Si stima che i reiterati atti speculativi avvengono sulla ragguardevole massa granaria stimata intorno agli otto milioni di tonnellate prodotta quasi tutta in Italia. Da un semplice calcolo contabile la materia prima all’origine, cioè in azienda, vale circa 3 miliardi di euro. La stesso quantitativo nell’annata precedente valeva circa 3,5 miliardi di euro.
I cerealicoltori nel giro di un anno hanno perso circa mezzo miliardo di euro. Se a ciò aggiungiamo l’aumento dei costi di produzione per via dell’aumento dei prezzi dei mezzi tecnici impiegati (gasolio, concimi, etc), stimato intorno al 30% , si deduce che il comparto complessivamente perde un ulteriore mezzo miliardo di euro.
Altri dati, ovvero quelli relativi al prodotto trasformato e destinato all’alimentazione umana e alla sottoproduzione, ci aiutano a comprendere quanto sia enorme il valore aggiunto e il volume di affari che ruotano intorno al lavoro dell’agricoltore e ai beni da esso prodotti.
Si calcola che da un quintale di grano si ottiene la stessa quantità di pane che si vende a 3 euro al chilogrammo.
Complessivamente gli 8 milioni di tonnellate della materia prima trasformata in diversi generi alimentari vale sul mercato intorno a 30 miliardi di euro, più del doppio del comparto ortofrutticolo che si è attestato negli ultimi anni intorno ai 14 miliardi di euro.
Ministro Lollobrigida non sappiamo se Le sue affermazioni, che i poveri si nutrano di alimenti salubri più di quelli consumati dai ricchi, corrispondano al vero. Una cosa è certa che i produttori di grano con speculazioni messe in atto e con il silenzio del Governo stanno diventando sempre più poveri mentre gli operatori della filiera del grano stanno diventando sempre più ricchi e potenti al contrario del consumatore.
Continuare nel silenzio e nella politica del lasciar fare e del lasciar passare proprio del libero mercato e delle lobby, non facilita il percorso della giustizia sociale ma anzi acuisce le differenze tra i ricchi e i poveri e fra i lavoratori e gli speculatori.
I produttori agricoli invece, lavorano e producono per se stessi e per gli altri con altruismo e con un profondo senso di solidarietà.
Set 05