Assessore regionale Vincenzo Viti: “Poste Italiane rivedano con urgenza decisione tagli in Basilicata.A breve un´iniziativa del Governo regionale che apra una forte interlocuzione mirata a tutelare gli interessi della comunità regionale”.
“La determinazione di Poste Italiane di tagliare sportelli e personale in Basilicata per effetto di un inaccettabile progetto di razionalizzazione, confligge con il sistema di relazioni che l’Azienda sta sviluppando con la Regione e con i cospicui vantaggi che essa trae dai servizi che è stata chiamata a rendere, a partire dalle card petrolifere”. Così l´assessore regionale alla Formazione e Lavoro Vincenzo Viti in merito ai tagli annunciati da Poste Italiane.
“All’amministratore delegato Sarmi, che conosco dai tempi in cui svolgevo un ufficio istituzionale presso il Ministero delle Comunicazioni – ricorda Viti – ho chiesto di rivedere scelte e obiettivi finora posti in essere, non solo alla luce dei doveri di reciprocità ma soprattutto osservando natura, morfologia e logistica del territorio lucano sul quale il servizio postale, quale servizio universale, esercita un significativo ruolo di tenuta, coesione e consolidamento sociale. Promuoveremo, a brevissima scadenza – annuncia l´assessore – una iniziativa del Governo regionale che apra una forte, anche dura, interlocuzione mirata a tutelare gli interessi della comunità regionale.”
Nicola Benedetto, Consigliere regionale IDV, su tagli uffici postali
“E’ a dir poco singolare che mentre Poste Italiane intende tagliare 1.700 uffici nelle aree del Paese più disagiate oggi firmi un accordo per semplificare e velocizzare i processi di Ricerca e Innovazione con il Consiglio Nazionale delle Ricerche e la Banca del Mezzogiorno/Mediocredito Centrale, con l’obiettivo di integrare e mettere a disposizione del Paese asset scientifici, tecnologici e finanziari che favoriscano lo sviluppo del tessuto imprenditoriale, in particolare nel Mezzogiorno”. E’ quanto sostiene il vice presidente del Consiglio Regionale Nicola Benedetto (IdV) per il quale “la vertenza Poste che in Basilicata prevede la chiusura di 17 uffici e la riduzione degli orari di attività di una cinquantina di uffici, oltre che il rischio del posto di lavoro per un centinaio di dipendenti, deve spostarsi sui tavoli istituzionali del Governo e dell’Agcom che ha ereditato i compiti della soppressa “Agenzia nazionale regolamentazione del settore postale”.
“Suonano come una provocazione – aggiunge – le dichiarazioni dell’a.d. di Poste Italiane, Massimo Sarmi, secondo il quale l’accordo sottoscritto oggi è uno strumento importante per poter sfruttare al meglio, in tempi brevi, le ingenti risorse comunitarie disponibili. Dunque si punta ad utilizzare fondi europei ma non ad attuare la direttiva europea 2008/6/CE, che ha affidato, per quindici anni, il servizio postale universale a Poste Italiane S.p.A. Ogni cinque anni, pero’, il Ministero dello sviluppo economico verifica, sulla base di un’analisi effettuata dall’autorita’ di regolamentazione, che l’affidamento del servizio universale a Poste Italiane S.p.A. sia conforme ai criteri della concessione dell’affidamento primo fra tutti “la garanzia della continuita’ della fornitura del servizio universale in considerazione del ruolo da questo svolto nella coesione economica e sociale”.
Non mi pare – afferma il vice presidente del Consiglio – che il comportamento di Poste Italiane vada in questa direzione. Quanto al Governo, non può lavarsene le mani sia perchè molti lavoratori vivono nell’angoscia di perdere il loro posto di lavoro e sia perché si accrescono i dubbi sulla capacita’ dell’Azienda di mantenere la qualita’ del servizio e persino i servizi minimi nei piccoli comuni dove l’ufficio postale è un presidio insostituibile”.