Decreto Sud, Movimento per l’Equità Territoriale Circolo Basilicata: “Un attacco alla coesione regionale e sociale. Non è un azzardo parlare di buio Fitto”.
Di seguito la nota inviata da Ambrogio Carpentieri per il Movimento per l’Equità Territoriale Circolo Basilicata.
Non si può restare indifferenti alla nota del Presidente Bardi sul Governo Meloni che dimostrerebbe una grande attenzione per la Basilicata sia per l’istituzione della ZES unica del Sud che per la centralizzazione dei Fondi di coesione.
La Zona economica speciale unica fa decadere gli attuali commissari, nominati dal Governo precedente e i cui incarichi scadranno a marzo 2024. Ma sarà sufficiente per avere quella occupazione nel manifatturiero che tanto manca all’economia meridionale e lucana? Tutto dipenderà dalla cabina di regia presso Palazzo Chigi che fino ad oggi non è stato certo solidale con i bisogni dei Lucani in termini di progetti infrastrutturali e progetti inerenti alle attività economiche ovvero all’insediamento di attività industriali, produttive e logistiche sul proprio territorio.
D’altronde non dimentichiamoci che il Ministro Fitto ha tagliato dal PNRR 16,5 miliardi di euro in progetti per il Sud e ha così finanziato i colossi energetici del Nord che pure prendono l’energia al Sud. Il decreto apparentemente volto a sostenere il Mezzogiorno, centralizza il controllo dei fondi di coesione presso il Ministero “per la questione settentrionale”, privando le Regioni, in particolare la Basilicata, delle risorse necessarie alla programmazione di progetti per la inclusione sociale, lotta alla povertà, politiche attive del lavoro, riqualificazione risorse umane, social housing, tutela dell’ambiente, gesione risorse idriche ed efficientamento energetico.
E come nella migliore tradizione leghista nordista, i Fondi saranno erogati previa stipula di accordi di programma con le singole Regioni del Sud; accordi nei quali dovranno essere specificati i progetti e illustrati i cronoprogrammi per realizzarli, alla faccia della semplificazione! La Basilicata dunque non potrà continuare a gestire il FSC in piena autonomia, che viene invece concessa a Lombardia, Veneto ed EmiliaRomagna.
Un passo indietro verso il benessere sociale e l’equità territoriale.