Vincenzo Menzella, già amministratore della città di Matera, in una nota esprime alcune riflessioni sulla festa organizzata il 5 settembre scorso a Matera per celebrare i 90 anni del calcio materano. Di seguito la nota integrale inviata da Vincenzo Menzella.
Qualche giorno fa si è svolta una manifestazione dedicata ai 90 anni dalla fondazione della prima squadra di calcio nella città di Matera, l’Unione Sportiva Matera. Credo si debba parlarne, senza nulla togliere al merito di organizzatori e ispiratori, come di una occasione mancata per tracciare un bilancio partecipato, testimoniato e documentato di un’esperienza che ha interessato diverse generazioni. Quindi il ricordo della lunga storia del calcio a Matera non dovrebbe essere assunta a blasone di singoli gruppi e persone.
Chiunque, prima di specchiarsi in una grande storia di impegni e di sacrifici, dovrebbe guardarsi intorno e coinvolgere la parte viva di una tifoseria generosa che oggi vive la precarietà del calcio cittadino disertato dagli interessi e da quella imprenditoria vitale della società e della economia del territorio.
Scrivo di “occasione mancata” perché il ricordo dei 90 anni avrebbe potuto attivare una seria riflessione sulla crisi del calcio a Matera (come altrove) a qualche decennio dall’impresa realizzata dal grande Franco Salerno, uomo delle istituzioni, competente e appassionato professionista di calcio. Quindi una grande esperienza e il dono di una popolarità che lo resero vincente. Oggi viviamo una dimensione minore . Dobbiamo piuttosto essere grati a chi se ne sobbarca gli oneri nel silenzio della città che conta e nella incapacità di chi potrebbe e dovrebbe nelle istituzioni operare perché il “calcio maggiore” ritorni in una città che sembra aver smarrito personalità, passione e autorevolezza.
Una “occasione mancata”, quindi inutile, anche per chi immaginava di profittarne per interesse o per vanità.
Chi come me ha amministrato, sa bene quanto costi costruire una impresa degna di durare. Non dimentichiamo.
Matera è stata la città di Bagnale ai tempi della grande pallavolo. Riusciva a motivare imprenditori e appassionati. Basti pensare, nella modestia della loro dimensione ma grandezza della passione ai Giorgialongo e ai Santantonio, Marinaro, Porcari, Calculli per citarne solo alcuni. Ma erano tanti.
Quella Matera non c’è più. Purtroppo.
E ce lo ricorda proprio la improvvisata iniziativa di celebrare la storia della Matera Calcio.
Il calcio è storia di popolo. Privatizzare questa storia non è solo inutile. È stupido.