L’associazione universitaria Unidea, nell’ambito del progetto “Pensa! – Il giardino delle sostenibilità”, finanziato dall’Università degli studi della Basilicata e dal Fondo etico della BCC, organizza una serie di seminari che si terranno presso il polo umanistico dell’Unibas in via Nazario Sauro, a Potenza. Ad ognuno di essi interverranno docenti Unibas e rappresentanti regionali delle maggiori compagini politiche e sindacali.
Il progetto, partendo dal metatema “Sostenibilità”, concetto chiave della contemporaneità ed espressione base nella costruzione del nostro vivere in armonia con l’ambiente e con i nostri simili, declinato sulle tematiche ambientali, energetiche, sociali, economiche, delle relazioni e dell’integrazione, intende essere percorso di confronti e manifesto della necessità di acquisire consapevolezza delle traiettorie, non sempre virtuose, intraprese dall’umanità in tanti ambiti del nostro vivere, che offuscano il cammino verso un orizzonte di progresso inclusivo, capace di rispondere alla domanda di pace, libertà e dignità che viene da tanta parte di mondo.
Il 15 settembre si terrà il primo dei seminari, (relatore principale Francesco Malavolta, corrispondente di guerra e collaboratore OIM, Organizzazione Internazionale per le Migrazioni), sul tema “Sostenibilità delle relazioni e dell’integrazione”, questione atavica e più che mai attuale, frutto dell’interazione tra popoli, culture, religioni e lingue diverse. Ancora oggi sono in corso molti conflitti bellici tra nazioni o tra istanze identitarie che si contendono lo stesso territorio. La crescita dei sovranismi e dei nazionalismi è diventata un tratto distintivo di questi ultimi anni, accompagnata da un crescente sentimento egoistico e volto all’esclusione del “diverso”. In questo contesto i governi dei popoli del primo mondo sembrano aver abbandonato, seppur presenti in tante pompose enunciazioni di principi, gli ideali di solidarietà e quotidianamente assistiamo a tragedie umanitarie di popolazioni in fuga da guerre, soprusi e fame. Non meno drammatico il flusso ininterrotto di migranti economici alla ricerca di una prospettiva di vita negatagli nei loro paesi di origine, ai quali il primo mondo dovrà necessariamente offrire sponde d’integrazione.
Il 22 settembre verrà affrontato, (relatore principale Pasquale Tridico, docente universitario, economista ed ex presidente INPS), il tema “Sostenibilità sociale ed economica”. Dagli anni Cinquanta agli anni Ottanta del Novecento si è vissuto un periodo molto fecondo riguardo alla crescita economica e sociale dei vari territori nel mondo. Le disuguaglianze tra nazioni e interne ad esse sono state temperate da politiche attente alla crescita dei diritti e alla redistribuzione dei redditi, perlomeno nei paesi occidentali. Questi stessi paesi hanno inoltre avviato programmi di cooperazione mondiale a favore dei popoli del terzo mondo, che hanno consentito a questi ultimi, perlomeno in molti casi, di affrancare le loro popolazioni da un destino di fame e miseria. A partire dagli anni Novanta del Novecento e a seguire fino ai giorni nostri, questo processo virtuoso pare essersi fermato e, anzi, sia nei paesi più sviluppati e ancora di più nelle economie più giovani, le disuguaglianze interne crescono a ritmo vertiginoso e tale trend non accenna a diminuire, polarizzando sempre più le società tra una minoranza sempre più ricca e un’area del bisogno che di anno in anno cresce, a danno della classe media che riduce i suoi spazi. In questo contesto l’Italia è uno dei casi più emblematici. Disimpegno dei governi verso l’erogazione di servizi universali e politiche del lavoro sempre più orientate al profitto e poco alla tenuta sociale, hanno portato il nostro Paese, secondo vari studi nazionali ed internazionali, ad occupare una non lusinghiera posizione preminente, nella crescita del numero di cittadini sotto la soglia di povertà assoluta o entro i limiti di povertà relativa. Tali condizioni, una volta appannaggio dei settori di popolazione disoccupata, lambiscono ora anche coloro che, pur lavorando, non riescono a mantenere uno stile di vita dignitoso e sono costrette a rinunce anche riguardo a spese sanitarie e alimentari.
L’ultimo appuntamento, (relatore principale Stefano Ciafani, ingegnere ambientale e presidente nazionale di Legambiente), il 27 settembre sul tema “Sostenibilità ambientale ed energetica”. Quali sono gli impegni che i governi hanno preso per la salvaguardia del pianeta, quali hanno la possibilità di superare le resistenze dei potenti interessi politici ed economici che minano la buona riuscita di tali proponimenti. Quali azioni mettere in campo per rendere vincente la salvaguardia dell’equilibrio ecologico del nostro pianeta e giungere ad un ripensamento sulla cultura del nostro vivere in comunità, rispettosa dell’ambiente e delle sue risorse. Quello che, a prima vista, sembra essere un tema poco divisivo in quanto tutti, istituzioni, governi e cittadini di tutto il mondo sembrano concordare sull’importanza della cura del nostro pianeta e della sua salvaguardia a beneficio delle future generazioni, nasconde insidie nei distinguo di carattere politico ed economico che di volta in volta vengono avanzati da nazioni, potentati economici e finanziari e purtroppo, anche da semplici cittadini nelle banali azioni quotidiane.