Fisascat Cisl e Uiltucs hanno proclamato lo stato di agitazione del personale addetto al servizio di assistenza scolastica all’autonomia e alla comunicazione in favore degli alunni disabili delle scuole dell’infanzia primaria e secondaria di Potenza. Alla base della protesta il taglio annunciato alle ore di servizio che, stando a quanto riferito dai sindacati, passerebbero dalle 1.700 ore settimanali dello scorso anno scolastico alle 1.402 ore, un monte ore che secondo Fisascat e Uiltucs consentirebbe di coprire solo il 45 per cento del fabbisogno complessivo che nell’ultimo anno è cresciuto di venti unità, passando da 102 a 122 alunni. Tale dato è stato confermato dal Comune di Potenza in qualità di committente del servizio durante il tavolo tenutosi giovedì 14 settembre, nel corso del quale è emersa l’intenzione dell’amministrazione di trovare future soluzioni economiche al fine di coprire l’ulteriore fabbisogno orario.
“Sono anni che denunciamo la grave situazione del servizio di assistenza agli alunni disabili sul Comune di Potenza, servizio essenziale per la tutela dei più fragili che, per questioni puramente di natura economica, non vedono adeguatamente tutelato il proprio diritto all’istruzione. Il tutto in una cornice di crescita del fabbisogno alla quale è stata data risposta con interventi annuali tampone. Non siamo più disposti a ragionare in termini di numeri ma in termini di diritti, sia a garanzia degli alunni disabili e delle loro famiglie, sia a garanzia dei lavoratori – tutti a tempo parziale, che profondono ogni giorno il loro impegno in un’attività lavorativa molto delicata” dichiarano Emanuela Sardone e Fabio Tundo
Fisascat e Uiltucs richiedono al Prefetto un incontro alla presenza anche dell’Ispettorato del Lavoro e della Regione Basilicata il cui intervento risulta necessario e non più procrastinabile per porre fine ad una situazione che si trascina senza soluzione da anni, mettendo a rischio il diritto alla salute e allo studio degli alunni disabili e il diritto al lavoro e ad un salario dignitoso del personale delle cooperative, che in luogo di un miglioramento della propria precaria situazione retributiva viene minacciata da un ulteriore taglio al salario per effetto dell’annunciata riduzione contrattuale.