L’Ente Parco della Murgia Materana ha pubblicato il libro “Il Fragno” (Quercus Trojana), un volume tecnico-scientifico su una specie forestale unica nel panorama vegetazionale della Basilicata presente solo all’interno del parco. Lo studio è stato interamente redatto dal direttore del parco Enrico de Capua. Di seguito alcune riflessioni dell’autore sul volume.
Quando si parla delle varie forme di ricchezza di un luogo (materiale, culturale, biologica), quella biologica (biodiversità) rimane un elemento, ancora oggi, spesso, poco considerato.
Le profonde alterazioni della diversità del pianeta provocate dallo sviluppo umano, sia a livello locale, sia globale, hanno determinato importanti conseguenze sull’ecosistema e sulla società. Pensare che la tutela della biodiversità riguardi solo il biologo appassionato di specie rare, o il ricercatore, è piuttosto riduttivo. Garantire un’elevata biodiversità è una questione che interessa la qualità della vita e la sopravvivenza di ciascuno di noi: una definitiva acquisizione del valore della natura come luogo di processi evolutivi che coinvolgono tutto il vivente.
L’approfondimento delle conoscenze sulle specie forestali e le azioni di salvaguardia dei popolamenti forestali relitti costituiscono, oggi più che mai, un aspetto di notevole rilevanza per una efficace gestione forestale ed, in generale, ai fini della conservazione della biodiversità. Questi temi hanno acquisito una crescente importanza nell’ambito della ricerca forestale applicata e nelle strategie generali di politica forestale che pongono in risalto la necessità dell’individuazione di nuovi patrimoni genetici, la verifica dell’esistenza di ecotipi per la loro salvaguardia e per una efficace e corretta diffusione. In Italia, a fronte di qualche studio su specie di maggior interesse le caratteristiche genetiche delle popolazioni forestali periferiche sono state poco indagate.
Nello specifico, la biodiversità forestale è influenzata in modo significativo dai cambiamenti climatici sia negli aspetti che riguardano la distribuzione delle specie, i loro processi di migrazione e la loro variabilità genetica, sia in quelli che riguardano la fisionomia e la struttura delle biocenosi forestali, con ricadute anche alle scale più complesse di ecosistema e paesaggio.
Molte ricerche convergono sul fatto che le modificazioni climatiche possano determinare un più rapido turnover delle specie arboree forestali, con una riduzione delle loro aree di stabilità, soprattutto negli ambienti mediterranei, dove si potrebbe verificare una contrazione delle specie arboree oggi presenti, con un aumento relativo delle specie più termofile e xerofile rispetto a quelle più esigenti di umidità. Impatti consistenti dei Cambiamenti Climatici sulla biodiversità delle biocenosi forestali italiane sono ipotizzabili soprattutto nelle zone mediterranee e negli ambienti di alta quota.
Questo contributo nell’intento di fornire un quadro generale sulla biodiversità di un’area ecologicamente particolare e complessa come quella del Parco della Murgia Materana, che insiste nel territorio della città di Matera e di Montescaglioso, in Basilicata, prende in esame il Fragno (Quercus trojana Webb.) per la cui specie il sito costituisce la stazione più meridionale in Italia nonchè l’estremo limite occidentale del suo areale. Il baricentro distributivo del Fragno si pone, attualmente, nella porzione meridionale della Penisola Balcanica ed il popolamento del Parco riveste un particolare interesse geobotanico, naturalistico e per la biodiversità.
Il Fragno può senz’altro essere annoverato nella categoria delle specie rare, ossia fra quelle specie che, per la loro limitata diffusione naturale o per contrazione del loro areale di diffusione, sono poco diffuse in senso assoluto sul pianeta o presenti in determinati areali disgiunti dell’areale principale.
E’ noto che alcune regioni della penisola italiana, in particolare quelle meridionali e insulari, sono state aree rifugio (rifugi primari e rifugi secondari) per molte specie vegetali durante i periodi glaciali. Queste zone costituiscono un’importante serbatoio di diversità genetica che si è conservata nel tempo nonostante la forte pressione antropica esercitata dalle civiltà che si sono succedute nei secoli nel bacino del Mediterraneo. La presenza di Quercus trojana nelle Murge, ed ancor di più nel territorio lucano, assume quindi un’importanza paesaggistica ben superiore rispetto al ristretto areale relitto occupato. I boschi di fragno rappresentano un fattore di netta discontinuità nel panorama generale dei querceti termofili italiani , normalmente caratterizzati da specie a ben più ampia distribuzione quali Quercus cerris, Q, pubescens, Q. virgiliana, Q. frainetto, Q. petraea.
Difatti, i boschi a Quercus trojana oltre a far parte della lista degli Habitat comunitari (Habitat 9250), rappresentano l’elemento paesaggistico più rilevante di una discreta porzione del territorio pugliese (quella delle Murge baresi e tarantine), e di una parte di quello lucano (Murgia materana). Come già evidenziato l’importanza dei boschi a Quercus trojana risiede nel fatto che proprio nelle Murge corre l’estremo limite occidentale dell’areale della specie, il cui baricentro distributivo si colloca attualmente nel settore meridionale della Penisola Balcanica.
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L’indagine svolta ha inteso evidenziare le “disfunzioni” strutturali, compositive, e soprattutto l’isolamento e la frammentazione di queste formazioni forestali relitte che confermano, chiaramente, quanto sia importante e difficile il riavvicinamento a modello più naturali con una maggiore diffusione ed equilibrio della specie forestale oggetto di indagine.
È doveroso investire per tutelare e migliorare questi habitat, valutandone l’importanza sotto molteplici aspetti: la loro valenza naturalistica, il ruolo nel territorio a livello ecologico e paesaggistico ed il loro valore economico nella prospettiva di una fruibilità sostenibile. Un compito, non certo impossibile, qualora si adottino appropriate metodologie gestionali e di intervento per conservare i boschi a Quercus trojana che rappresenta un elemento vegetazionale, oltre che di notevole significato ecologico, di alto valore emblematico nel contesto della biodiversità del Parco e dell’intera Regione.
Al di là degli aspetti specifici il particolare valore del parco della Murgia Materana consiste nell’essere uno snodo, una vera e propria cerniera di collegamento tra differenti paesaggi, diversi ambienti naturali ed antropizzati, con una presenza singolare di beni culturali disseminati sul suo territorio. Si tratta di un ambito veramente prezioso per tutti i valori che riesce ad incorporare, da quello ecologico e di conservazione della biodiversità a quelli legati all’arte, alla storia, all’archeologia.
Natura e cultura, due risorse dal valore inestimabile che si intrecciano inestricabilmente in questa area protetta: in essa vi si può scorgere una straordinaria ricchezza fatta di testimonianze storiche, artistiche, archeologiche ed architettoniche, in un contesto naturalistico unico.