Si è tenuto questa mattina il presidio di FIM e UILM, unitamente ai lavoratori di Futura Ambiente, nei pressi di Apibas al fine di fare chiarezza sul futuro occupazionale dei lavoratori il cui destino è collegato alle attività di manutenzione e sorveglianza delle aree industriali della Provincia di Potenza.
Così come richiesto nella giornata di ieri, sono state ricevute dal Dott. Vergari, amministratore unico di Apibas, le Organizzazioni Sindacali di FIM e UILM unitamente alla RSU.
Durante l’incontro Apibas ha espresso la propria assoluta volontà di salvaguardare non solo tutti i livelli occupazionali oggetto della procedura di mobilità di Futura Ambiente, ma anche di garantire i servizi ritenuti da tutti essenziali delle aree industriali della Provincia di Potenza.
Inoltre Apibas ha comunicato di aver avuto un incontro con Futura Ambiente nel tardo pomeriggio di ieri, al fine di verificare la possibilità di un nuovo affidamento del contratto di servizio, a partire dal 4 ottobre, a favore di Futura Ambiente.
Da ciò che emerge e dalle interlocuzioni avute anche questa mattina con la società Futura Ambiente, anche attraverso Confindustria Basilicata, abbiamo appreso, anche da Apibas, della volontà di Futura Ambiente di non essere disponibile, per scelte aziendali, a continuare il servizio delle suddette attività che avrebbero garantito la prosecuzione di tutti i rapporti di lavoro.
Pertanto chiediamo ad Apibas di procedere immediatamente ad individuare un nuovo gestore che possa, dal 4 ottobre, garantire la sicurezza dei lavoratori della Provincia di Potenza ma anche assumere i “prossimi licenziati” di Futura Ambiente.
Chiediamo ulteriormente all’assessore Casino, che in queste ore si è prodigato nel ricercare le soluzioni più adeguate, di mettere in campo ogni azione utile che vada a salvaguardare il lavoro, la sicurezza e i livelli occupazionali.
A prescindere dalla “casacca”, abbiamo bisogno, come Organizzazioni Sindacali, come rappresentanti dei lavoratori, di chiudere una vertenza che non solo è paradossale e vergognosa ma che si trascina da oltre vent’anni.
Ora è il momento della responsabilità nelle scelte al fine della tenuta sociale ed occupazionale della comunità lucana.