Vincenzo Maida (Centro Studi Jonico Drus): “Case della comunità, ospedali di comunità, centrale operativa territoriale, ADI (Assistenza Domiciliare Integrata)”, le Regioni hanno lanciato l’allarme: il Piano va rivisto”. Di seguito la nota integrale.
Anche la Regione Basilicata ha legiferato, individuando le sedi e il modello organizzativo. Il rischio è che tutto venga rinviato sine die. Ci sono problemi anche per la Telemedicina, il Fascicolo sanitario elettronico e la Digitalizzazione DEA.
L’altra sera la segretaria del PD Elly Schlein, nella trasmissione Otto e Mezzo di Lilly Gruber è stata letteralmente fatta a pezzi, a tratti persino ridicolizzata.
Tra le accuse mossele quella di utilizzare un linguaggio incomprensibile e di parlare per slogans, senza affrontare nella sostanza i problemi.
Si è avuto, infatti, la sensazione che non studia, non approfondisce i problemi. Più di una “armocronista” per farsi consigliare l’abbinamento dei colori degli abiti che indossa, avrebbe bisogno di uno staff di persone competenti sulle questioni vere del Paese.
Sulla sanità, ad esempio, continua a ripetere che non è accettabile un taglio alle risorse e che si rischia di favorire il privato e solo chi dispone di redditi alti può già oggi accedere celermente ad alcuni Pronto Soccorso del Nord Italia pagando 150 euro.
Per la sanità invece, la questione oggi non é il trasferimento delle risorse dallo Stato alle Regioni per, ma il Piano già approvato all’interno del PNRR.
Ci hanno pensato le Regioni, che hanno competenze in materia sanitaria, a centrare il problema sul tappeto.
Con il PNRR (Piano Nazionale di Resistenza e Resilienza) è stato previsto il potenziamento della medicina di prossimità, anche con la creazione di nuove strutture sanitarie per garantire sul territorio un’assistenza h24, per decongestionare gli ospedali e avvicinare la sanità al cittadino.
È prevista infatti la creazione di Case e Ospedali di Comunità, l’Assistenza Domiciliare Integrata con medici, fisioterapisti e infermieri che all’occorrenza devono recarsi nel domicilio del paziente.
Le Regioni in un documento congiunto fanno sapere che il progetto è ambizioso e indiscutibile nella sua validità e loro hanno già recepito il piano e legiferato, individuando sul territorio le sedi in cui allocare i nuovi presidi sanitari, ma manca il personale con cui attuarlo e problemi ci sono anche per l’inflazione che sta erodendo le risorse previste.
Si rischia insomma che tutto rimanga nel limbo delle buone intenzioni.
In tempi non sospetti, già nel mese di maggio, avevo scritto, a proposito del Piano per avvicinare la medicina al territorio, che: “Restano i irrisolti i problemi veri della sanità soprattutto nel Centro-Sud: 1) molti concorsi sono bloccati, l’arruolamento del personale non è sufficiente per assicurare neanche i servizi ospedalieri, gli specialisti bravi vanno via o non ritornano dopo aver studiato al Nord, perché pagati di meno e le strutture sanitarie al Sud non hanno appeal; 2) c’è l’indebolimento di alcuni Ospedali di frontiera ; 3) non è attuata la mancata riduzione della migrazione sanitaria, il Sud ha, infatti, una spesa per mobilità passiva che va dai trecento milioni di euro della Calabria agli oltre cinquanta della Basilicata, ma anche le altre Regioni del Centro-Sud non stanno messe meglio.”
Non sarebbe stato più semplice applicare la riforma, di fatto bloccata, del governo giallo-verde che prevedeva di chiudere gli studi privati dei Medici di famiglia e dei Pediatri di libera scelta, spesso ormai ridotti a riprodurre ricette, concentrandoli in un’unica sede e integrandoli con i Medici della continuità assistenziale ( Guardia Medica), in modo da assicurare l’assistenza sul territorio h24 per 365 giorni all’anno, assumendo anche gli Infermieri in numero adeguato per coprire i turni notturni?
Per quanto riguarda gli Ospedali di Comunità, ammesso che si facciano, è ovvio che per qualsiasi esame diagnostico i pazienti saranno spostati nell’Ospedale più vicino, con il rischio di appesantire anziché alleggerire il lavoro delle strutture ospedalieri. E il personale (Medici, Infermieri, OSS) per assicurare l’assistenza ai ricoverati dov’è, dal momento che già ora vi è una cronica carenza?
Già nel mese di luglio la Conferenza delle Regioni aveva sottolineato che: “Ѐ necessaria una parziale revisione del Piano di ripresa e resilienza su tempistiche e messa a terra di alcuni interventi previsti Tale esigenza si pone a causa del mutamento degli scenari geopolitici e di un aumento incontrollato dei costi delle materie prime e alle difficoltà del loro reperimento”.
L’argomento, che avrebbe bisogno di più spazio per essere sviluppato nella sua interezza, merita di essere seguito con attenzione. I casi di malasanità non mancheranno mai, anche perché la medicina non è una scienza esatta, ma un “sistema sanitario” che funziona deve ridurli al minimo. Ѐ interesse di tutti. I ricchi, che possono permettersi cure costose e a pagamento, rappresentano una ristretta minoranza e anche per questo statisticamente vivono più a lungo. Ѐ stato calcolato che hanno un’aspettativa di vita oltre 5 anni in più degli indigenti.