Pasquale Doria, consigliere comunale di Matera Civica, invita il Comune di Matera ad avviare un’indagine sulla qualità dell’aria tenuto conto che erano stati stanziati i fondi necessari. Di seguito la nota integrale.
L’impianto Italcementi di Matera ha ottenuto l’autorizzazione a bruciare circa 98 mila tonnellate di Css-C, ovvero combustibile solido secondario autorizzato a essere trattato nei cementifici. Un processo che continuerà in diminuzione quantitativa per quanto riguarda il pet coke. che non va in pensione.
Riguardo a questa vicenda viene segnalata un’istruttoria ultrarapida e senza intoppo alcuno. Ma il Comune di Matera è stato coinvolto, qual è la posizione politica dell’Amministrazione?
Dalla Regione fanno sapere che il Css – combustibile è un materiale che ha cessato la qualifica di rifiuto e che pertanto viene considerato un nuovo prodotto dei rifiuti urbani non pericolosi e speciali non pericolosi.
Va bene. Ma perché non azzerare un dubbio che da tempo alimenta il dibattito pubblico in città. Sia perdonata la citazione del filosofo del dubbio, Cartesio, il quale sosteneva che il dubbio non compromette la ricerca della verità, anzi, è esso stesso che ci spinge verso un continuo bisogno di “trovare” dentro alle cose il significato primo.
Non a caso l’ente locale, all’inizio dell’attuale mandato amministrativo, ovvero tre anni fa, aveva ereditato un mandato preciso che, troppo presto si è trasformato in una sorta di gioco dell’oca. Ogni volta che il traguardo sembrava a portata di mano, inesorabilmente, si è allontanato per tornare alla casella di partenza. Anche dai banchi della maggioranza è emersa una certa volontà di fugare ogni dubbio, obiettivo maturato quale intendimento unanime, condiviso da maggioranza e opposizione, all’interno dell’Osservatorio ambientale del Comune. Ma dalla disponibilità di 80 mila euro, a 60 mila e a 40 la situazione è infine precipitata a quota zero euro. Per quale ragione? Ci penserà un’indagine epidemiologica della Regione a stabilire la qualità dell’aria dalle parti di Trasanello. Così è stato ripetuto all’infinito negli ultimi tre anni, però, senza alcun seguito pratico.
Si era detto che sarebbero bastati 30 mila euro per saperne di più, avvertendo che se nulla fosse emerso sarebbero state risorse spese ugualmente bene, per una questione psicologica non secondaria, l’opportunità di fugare ogni possibile dubbio, ragionevole o no. Niente da fare, è un lusso che a quanto pare la comunità materana non può permettersi.
Del resto, a nulla valse anche il deciso e nobile tentativo di uno tra i più illustri archeologi di tutti i tempi, Dinu Adamesteanu. Si oppose all’avvio dell’impianto in un sito tra i più importanti della cultura del bacino mediterraneo, senza tuttavia riuscire a scongiurare la variante che dette luogo al cementificio attualmente esterno solo per poche decine di metri dal perimetro del Parco regionale della Murgia, area facente parte come l’intero altopiano materano del patrimonio mondiale dell’umanità tutelato dall’Unesco. Insomma, dobbiamo continuare a convivere con il dubbio o non dubitare di niente, che è il mezzo più sicuro per non sapere mai nulla.