Mercoledì 27 settembre si terrà la riunione in Regione Basilicata, rivendicata in più occasioni dalla Fiom Cgil e dalla Cgil Basilicata, per affrontare la situazione dell’area industriale di Melfi sui temi occupazione, prospettive produttive e condizioni di lavoro per tutti i lavoratori dello stabilimento Stellantis di Melfi e dell’indotto.
La riapertura del tavolo automotive, frutto della lotta sindacale portata avanti dalla Fiom Cgil in questi mesi e degli scioperi degli ultimi giorni, culminati con lo sciopero unitario di lunedì 18 settembre, è un passo importante. “Chiederemo che la Regione Basilicata porti al confronto regionale anche Stellantis alla presenza dei sindacati – affermano la segretaria generale della Fiom Cgil Basilicata, Giorgia Calamita e il segretario generale della Cgil Basilicata, Fernando Mega – Porteremo al tavolo la necessità di affrontare la vertenza dell’automotive nel suo complesso. Ci vogliono risposte concrete in merito all’occupazione per i lavoratori dello stabilimento Stellantis e per le aziende della componentistica e logistica.
Non c’è più tempo da perdere, bisogna governare la fase di transizione – aggiungono Calamita e Mega – A partire dal 2035, così come prevede la normativa europea, non si produrranno più vetture con motore endotermico. La transizione è quindi ormai un processo avviato, che giustamente dovrà garantire la ecosostenibilità. Per questo motivo è fondamentale conoscere il cronoprogramma, anche di massima, dell’avviamento dei nuovi modelli e nel contempo l’analogo cronoprogramma di cessazione degli attuali che, tra l’altro, hanno anche le motorizzazioni diesel.
Il sistema industriale nel nostro paese e la Basilicata dovranno cogliere le sfide che tale trasformazione industriale potrà garantire, investendo nel settore automotive e incentivando l’innovazione e la ricerca. Fare demagogia rivendicando il blocco del processo di transizione ecologica farà perdere competitività al nostro paese.
Anche la proposta di regolamento europeo su veicoli EURO 7 è un’azione che non può frenare o rallentare il processo in corso e che a Melfi non porterebbe nessun beneficio in termini di tenuta occupazionale e produttiva, in quanto verranno prodotti modelli elettrici.
Il rischio della perdita del posto di lavoro è ormai un problema di tutte le famiglie coinvolte – sottolineano i segretari della Cgil e della Fiom Cgil lucana – l’utilizzo di ammortizzatori sociali, le trasferte, gli incentivi all’esodo, la mancata acquisizione delle commesse per la componentistica, l’internalizzazione delle tante lavorazioni nello stabilimento Stellantis, e la continua ricerca di efficienza che si traduce in riduzione di lavoratori sulle linee, peggioramento delle condizioni di lavoro e di vita intollerabili, sono gli effetti dei ritardi da parte delle imprese e del governo che ancora oggi non apre un confronto con il sindacato e rinvia di mese in mese il tanto annunciato accordo per l’automotive.
Come più volte ribadito l’istituzione dell’area di crisi complessa a Melfi non può considerarsi la soluzione a una vertenza dell’automotive e dell’indotto che coinvolge migliaia di lavoratori e lavoratrici in tutta in Italia e vede lo stabilimento ridimensionato. La Fiom Cgil lo scorso 12 luglio con Stellantis non ha firmato l’accordo perché chiedeva garanzie e prospettive future per tutti i lavoratori.
Servono investimenti reali e concreti affinché la transizione ecologica possa concretizzarsi garantendo l’occupazione e la tutela dei diritti. La Regione – concludono – dovrà essere in grado di coinvolgere il governo e Stellantis affinché venga realizzato un accordo per tutto il settore automotive per realizzare un progetto con investimenti e per governare la transizione energetica, ecologica e digitale, che dovrà necessariamente recuperare i ritardi sulla ricerca e sull’innovazione tecnologica del sistema delle imprese, che oggi pagano i lavoratori in termini di riduzione del salario, precarietà occupazionale e di condizioni di lavoro.
La Fiom e la Cgil auspicano di avere risposte concrete, altrimenti continueranno a mettere in campo tutte le iniziative di lotta con il massimo coinvolgimento dei lavoratori. Si effettueranno le assemblee in tutti i luoghi di lavoro perché questa vertenza possa dare esiti importanti sul nostro territorio e nel paese”.