Riceviamo e pubblichiamo la nota inviata dal segretario generale Fiom Basilicata Emanuele De Nicola in cui viene denunciato il “grave accordo separato per la chiusura della PCMA di Pisticci (Magneti Marelli).
Si è consumato in questi giorni il grave Accordo separato firmato da FIM-UILM-UGL-FISMIC e la Direzione della Magneti Marelli per la cessazione dell’attività dello stabilimento PCMA di Pisticci, azienda del Gruppo Magneti Marelli ( FIAT ), azienda dell’Indotto FIAT, dopo che già nel 2009 era stato fatto un accordo in Prefettura a Matera che avrebbe reso lo stabilimento più competitivo.
La chiusura dello stabilimento e la diretta conseguenza dell’ormai defunto Piano Fabbrica Italia, che in una logica di internazionalizzazione mascherata ( delocalizzazione produttiva fuori dall’Italia ), vede cancellati ulteriori posti di lavoro in un area già a basso tasso di occupazione quale la Basilicata, aprendo un pericoloso precedente contro il percorso che si sta avviando con le Istituzioni Regionali e Nazionali per la difesa del settore dell’automotive in Italia, a partire dall’Indotto e dalla FIAT-SATA in Basilicata lungo tutta la filiera della componentistica che è allocata nel Mezzogiorno, per iniziare a pensare ad un progetto generale che guardi ad un nuovo modello di mobilità ecosostenibile ( auto ecologica ) che possa vedere proprio nella Basilicata un punto cruciale per sviluppare la ricerca e l’innovazione, in collaborazione con le Università, per guardare a nuovi modelli di veicoli con materiali e motorizzazioni ecocompatibili.
La FIOM-CGIL di Basilicata ritiene inaccettabile la logica attuata dall’Ad. della FIAT di mettere in competizione i lavoratori ed i territori, ma ancor più grave che ciò avviene con la complicità delle altre organizzazioni sindacali, che appropriandosi, contro le leggi e la Costituzione, di un mandato conferitogli direttamente da FIAT pensano di distorcere la realtà sui diversi tavoli, Istituzionali e sindacali, ignorando il fatto che senza un vero Piano industriale si rischia di cancellare migliaia di posti di lavoro che non si recuperano con le “promesse di trasferimento” in una fase di crisi che sta vedendo un aumento esponenziale della Cassa integrazione in tutto il settore. Per queste ragioni bisogna impedire la chiusura dello stabilimento, riportando la discussione ai tavoli negoziali Istituzionali compreso il Ministero dello sviluppo economico, come richiesto anche dall’Assessorato alle Attività produttive senza cedere ai soliti ricatti.
Emanuele De Nicola, segretario generale Fiom Basilicata