I nostri buchi neri emotivi somigliano a quelli stellari? Esce “Sotto gli occhi di un sole nero”: c’è un’audace teoria nel brano che lancia il quarto album del cantautore lucano Luciano Nardozza, originario di Corleto Perticara.
La musica incontra l’astrofisica nel nuovo disco del cantautore e chitarrista, L’orizzonte degli eventi, fuori il 13 ottobre. Il singolo è sulle piattaforme e in radio dal 4 ottobre.
Funzioniamo emotivamente come le stelle? Si, se siamo fatti, a livello fisico, di materia, come l’Universo. Quindi i buchi neri emotivi, le perdite e gli allontanamenti che tutti proviamo, somigliano ai buchi neri spaziali, a ciò che si crea con la fine, la morte delle stelle.
Ѐ l’audace parallelismo che il cantautore e chitarrista Luciano Nardozza propone nel nuovo singolo “Sotto gli occhi di un sole nero”, che anticipa il suo quarto concept album. Il brano, che sperimenta a livello sonoro tra pop, rock, rap, prog ed elettronica, amplificando quanto già iniziato nei lavori precedenti, è disponibile dal 4 ottobre, accompagnato dal videoclip diretto da Beppe Gallo (BSA Studio). Nel video ben emerge la lotta interiore, il senso di gabbia e di pressione che si può sperimentare attraversando un momento di “buco nero”, oltre il quale, se non si viene inghiottiti, c’è però l’opportunità di una rinascita.
In uscita il 13 ottobre, il disco L’orizzonte degli eventi si preannuncia come un eccitante viaggio nelle galassie fisiche dell’universo e in quelle interiori, tra supernove, stelle nane e appunto buchi neri, per indagare in parallelo relazioni, scoperte, fusioni e allontanamenti. Una sorta di album navicella spaziale, insomma, un disco che si fa volante.
“Il buco nero, la fine di una stella, crea un vortice di gravità così forte da inghiottire tutto ciò che ha intorno senza ragione, proprio come ci sentiamo completamente inghiottiti quando una persona molto importante per noi si allontana, scompare – commenta Luciano.
Ognuno di noi è una sorta di corpo celeste per chi ci sta molto vicino, ognuno orbita in qualche modo intorno all’altro/a. A seconda della grandezza che assumiamo per lui o lei, al momento dell’allontanamento, della perdita, le reazioni sono diverse: le stelle più piccole, paragonabili ai punti di riferimento più fugaci che abbiamo nella vita, si spengono gradatamente, senza esplodere e causare troppi danni. Le stelle più grandi e importanti, invece, quelle si, creano un’esplosione, e lasciano un segno grande nella nostra vita”.
Dal vortice che crea il buco nero, con la morte della stella, deriva l’impossibilità di vedere sul momento ciò che c’è al di là, oltre la linea dell’orizzonte, ossia di vedere ciò che è possibile (anche di bello), appunto perché il buco nero ha inghiottito tutto. Da qui il titolo del nuovo album – L’orizzonte degli eventi – un’espressione che, oltre ogni romanticismo, è in realtà un concetto astrofisico ben preciso.
Dietro al nuovo lavoro c’è infatti un intenso periodo di studio delle maggiori teorie astrofisiche contemporanee, che Luciano Nardozza ha messo in musica e in dialogo con ciò che tutti ci troviamo a vivere, arrivando dunque a teorizzare questo parallelismo.
“Il buco nero, però, è anche l’ignoto, il fascino di ciò che è misterioso e divino. E soprattutto, è un potenziale buco bianco pronto a farci riemergere, trasformati, in una nuova – un po’ vissuta ma bellissima – pelle”, conclude Luciano.
“Ci puoi giurare
nelle stelle nere
c’è una via d’uscita
ti ci immergi
lotti
stringi i denti
ti arrendi
spiri
nasci a nuova vita“
“Sotto gli occhi di un sole nero” è disponibile su Youtube, sulle piattaforme di streaming e sui digital store.