Gruppo Bper, sindacati Cgil, Cisl, Uil, Fisac, First, Uilca: deliberata ennesima chiusura di filiali in Basilicata. A pagare il conto di queste scellerate decisioni sono le fasce più deboli della popolazione e i lavoratori. Di seguito al nota integrale.
Basilicata? No grazie. Sembra uno slogan, ma è quello che è emerso dall’ultimo Consiglio di Amministrazione del Gruppo BPER. E’ stata deliberata l’ennesima chiusura di filiali in Basilicata: la storica Agenzia 1 di Matera; Chiaromonte – che perderà l’ultimo presidio bancario e si aggiungerà ai 59 Comuni lucani sui 131 già privi di uno sportello bancario e Senise dove, essendo presenti due filiali BPER, si era di fronte ad una cronaca di chiusura annunciata (questa filiale è stata l’ultimo strano acquisto – essendo BPER già presente nel Comune con una sua filiale – fatto per adempiere agli indirizzi del Garante allorquando, in occasione dell’acquisizione di UBI Banca da parte di ISP la stessa ISP fu obbligata a cedere 500 Filiali in Italia tra cui quella di UBI Banca di Senise e acquistata proprio da BPER; la stessa che ora è in procinto di chiusura e che dimostra quanto sia stata di mera facciata la cessione di agenzie bancarie durante il processo di acquisizione di UBI Banca in ISP). Anche la scelta della data di chiusura (15 dicembre) è molto discutibile considerato che avverrà nel mese in cui tra pagamenti di tredicesime ed adempimenti di fine anno si registrano i maggiori carichi di lavoro.
Ma non è tutto. Il CDA ha cancellato con un colpo di spugna l’ultimo presidio del Gruppo nella nostra Regione ratificando la chiusura dell’Area Territoriale Basilicata con il conseguente spacchettamento della Regione: da gennaio la provincia di Matera farà parte dell’Area della Puglia Sud (Bari), il Vulture-Melfese della Puglia Nord (Foggia) e il resto della provincia di Potenza dell’Area Campania Sud (Salerno).
Riteniamo che questa nuova divisione delle Aree oltre a non avere alcuna logica “geografica”, non si spiega neanche in ottica politica ed economica. Matera, che era storicamente sede della Direzione Generale della Banca Popolare del Materano (direzione già “scippata” dalla Calabria nel 2009 con la nascita della Banca Popolare del Mezzogiorno), nel 2014 è stata declassata a Direzione Territoriale poi cancellata nel 2022, quando Bper ha deciso lo spostamento in Campania e preferito accentrare molti degli uffici a Bari e Modena.
Ovviamente la Banca non ha fatto nulla di illegale, ha preso una mera decisione commerciale che massimizzasse i profitti, dimenticando però che le Banche svolgono un ruolo di presidio di legalità ed esercitano un ruolo sociale (come sancito anche dall’art.47 della Carta Costituzionale). Per cui sarebbe ora di smetterla di affidare a discutibili algoritmi (senza un criterio logico) le chiusure di filiali che sono tutte a reddito.
Come sempre a pagare il conto di queste scellerate decisioni sono le fasce più deboli della popolazione (anziani, invalidi, famiglie, piccole aziende) e naturalmente i lavoratori che, per mantenere il proprio posto di lavoro, dovranno sobbarcarsi lunghe e disagevoli trasferte, complice anche la carenza di infrastrutture in Basilicata. Gli Istituti di Credito provano a giustificare l’accelerazione verso lo smantellamento sistematico della rete di sportelli con l’utilizzo spinto della digitalizzazione dei servizi bancari, senza però considerare i costi sociali sopportati dalle piccole comunità composte da famiglie e da un tessuto di microimprese, per effetto di una transizione troppo veloce per poter essere recepita senza creare danni alle delicate infrastrutture sociali dei piccoli comuni della regione. A questo scenario apparentemente ineluttabile, le Organizzazioni sindacali non si sono mai rassegnate, consapevoli come sono delle conseguenze devastanti della desertificazione bancaria per un territorio come il nostro, già estremamente fragile e soggetto ad una continua emorragia demografica. Anzi hanno sempre lottato e intendono continuare a farlo, anche con campagne dedicate di mobilitazione, al fianco dei lavoratori, dei cittadini e delle istituzioni, nel tentativo di costruire un’alleanza virtuosa che anteponga o quanto meno affianchi all’interesse privato la tutela del bene collettivo.
È opportuno un confronto oramai ineludibile tra politica e ABI, tra “interesse pubblico al coordinamento del credito”(oggi concentrato unicamente sulla verifica della solidità patrimoniale delle banche) e i rappresentanti del sistema bancario, il tutto al fine di garantire politiche del credito realmente inclusive ed eque. Le Confederazioni Regionali di CGIL, CISL e UIL unitamente alle rispettive categorie FISAC, FIRST e UILCA, annunciano che daranno vita ad una serie di presidi presso le Sedi BPER oggetto delle chiusure per protestare con forza contro la decisione scellerata di cancellare la Basilicata dai propri organigrammi e contro la infinita chiusura di sportelli bancari.
I ns scalda poltrone dove stanno?