In occasione del ventesimo anniversario della strage di via D’Amelio in cui perse la vita il giudice Paolo Borsellino pubblichiamo la nota inviata dal Presidente Fiap Lorenzo Creanza e quella di Luca Braia, Consigliere regionale PD.
Creanza (Siap): Per non dimenticare Falcone e Borsellino e gli agenti di scorta.
Anche quest’anno, in occasione del 20° anniversario della strage di Capaci e quella di via D’Amelio, intendo dare il mio modestissimo e significativo contributo in onore di Falcone e Borsellino, dei colleghi della scorta e di quanti hanno lottato per la difesa della legalità. Ricordo in modo commosso e straziante anche la partecipazione ai funerali del collega Francesco Tammone nella ricorrenza del sedicesimo anniversario della sua tragica uccisione a Potenza durante una sparatoria con malviventi.
E’ ovvio che per quello che hanno fatto i magistrati Falcone e Borsellino i poliziotti non possono essere dimenticati dalla popolazione civile. Accadde esattamente in un pomeriggio d’estate del 1992, episodio che cambiò la nostra vita, il nostro sentimento, davanti ad una efferatezza balistica che stroncò la vita al magistrato Falcone, alla moglie ed ai colleghi della scorta.
Ma oggi c’e’ una coscienza più diffusa che non dimentica che si aggrega e da man forte a tutta la società civile nella convinzione che fare memoria sia un impegno, un dovere di fronte a quanti sono stati uccisi per mano delle mafie, un impegno verso i familiari delle vittime verso la società tutta, ma prima ancora verso le nostre coscienze di cittadini, di laici e di cristiani, di uomini e donne che vivono il proprio tempo senza rassegnazione.
Dobbiamo avere il coraggio di rompere il silenzio per costruire una verità in una società che è andata smarrita. Quest’aspetto allarmante, che coinvolge anche noi cittadini lucani, deve essere visto sia sotto l’aspetto giuridico, ma soprattutto da un punto di vista morale atteso che la Chiesa e scuola sono sempre più ignave sotto questo aspetto. Esse devono riprendere il vecchio metodo del percorso educativo.
Sono i giovani delle parrocchie, poco dediti alle frequentazioni politiche. Sono coloro che hanno scoperto i veri valori di una società ,sono i giovani che ogni anno a bordo della nave della legalità partendo da Napoli raggiungono Palermo e l’albero di Falcone per rendere omaggio agli eroi della legalità.
Sono timide analisi degli addetti ai lavori per diffondere questi principi sani verso coloro che sono poco inclini alla chiarezza o alla sobrietà. Purtroppo le inchieste giudiziarie che vedono coinvolti personaggi di rilievo della vita pubblica, ci devono vedere intensamente impegnati ad offrire spunti che spero possano rivelarsi proficui per uscire dalla crisi che sta creando una macelleria sociale. Questo modo di governare il Paese non salvaguardia la legalità in ogni parte del Paese dove il malaffare imperversa e tralascia i problemi della gente, quella umile e indigente.
Manca in questi ultimi tempi il pudore di chi svolge incarichi pubblici e con responsabilità gestionali e con esso le persone delle Istituzioni e della politica che si devono occupare delle persone che soffrono, dei ceti più deboli e delle famiglie. Siamo costretti a vivere in una società trash con tanti furboni e tanti arrivisti.
L’essere rispettosi, gentili, educati ci spinge verso un nuovo processo, verso una vitale combinazione di energie, di volontà, di risorse etiche.
Riscopriamoli pure noi questi valori che la società trash ci ha fatto da tempo immemore dimenticare. Del resto, le risultanze delle inchieste,degli scandali, degli avvenimenti tragici che si susseguono quotidianamente, ci fanno sempre di più allarmare, e confermano che la gente brava e coraggiosa si vuole risvegliare non con le minacce, ma desiderosa di regole e di giustizia e di educazione, soprattutto quella che ci aiuta a far crescere bene i nostri figli secondo fini di civiltà.
La società del pudore ,quella che rispetta il prossimo e che si emoziona avrà la prevalenza. Esse devono riprendere il vecchio metodo del percorso educativo. Forse la scuola riuscirà a ripristinare l’insegnamento dell’educazione civica. In questo modo i Falconi ed i Borsellino saranno ricordati come esempio da imitare. Si costruirà, finalmente, una società fondata sul dovere e sulla dignità. Saranno sempre più emarginati i vari bulli.
Avremo una società a misura d’uomo. Una società che non urla e non schiamazza. Noi siamo cresciuti nella società dell’utopia e del fare bene. Pur avendo contezza dei ritardi delle Istituzioni abbiamo apprezzato la sensibilità di Giudici e delle Forze dell’Ordine nel voler venire a capo di riprovevoli forme di criminalità e di violenze.
Bisogna fare di più contro la criminalità organizzata perche le mafie impediscono di sperare nel futuro e le prime vittime di questo sono le comunità ,la popolazione ed i giovani. Per esempio, di non mettere in discussione la legge sulle intercettazioni, quale strumento efficacissimo nella lotta alle mafie e alla malapolitica.E’ davvero impensabile sopprimere i tribunali di Melfi e di Pisticci presidi di giustizia storici in Basilicata e punti di riferimento dell’intera area che con il proficuo e instancabile lavoro della Magistratura e delle Forze dell’Ordine la situazione in Basilicata appare meno critica rispetto ad altre regioni limitrofe ad alta intensità criminale. Cosi come merita attenzione la situazione delle Carceri in Basilicata che preoccupa soprattutto per l’esiguo organico degli Agenti e per il sovraffollamento della popolazione carceraria costretta a vivere in strutture inadeguate.
In questi ultimi tempi anche in Basilicata è venuta a mancare “la società del pudore”.
Lo testimoniano le vicende giudiziarie che hanno visto coinvolti personaggi pubblici e con responsabilità di gestione e questi sono ripugnanti episodi.
Noi stiamo andando verso la barbarie nelle relazioni più quotidiane,a livello di comunicazione, a livello politico, tra individui e gruppi , tra partiti e istituzioni.
Questo non è il testamento che ci hanno lasciato Falcone e Borsellino,”solo le loro idee camminano sulle nostre gambe”.
Lorenzo Creanza, Presidente Siap
Luca Braia, Consigliere regionale PD, ricorda strage di via D’Amelio
Il 20esimo anniversario delle strage di via D’Amelio in cui hanno perso la vita il Magistrato Paolo Borsellino e gli uomini dal sua scorta non deve ricordare solo un evento tragico di mafia che ha colpito al cuore la nostra nazione.
E ‘ molto di più soprattutto oggi, momento in cui ad un incremento della tensione sociale dovuta ad una crisi economica asfissiante che sta colpendo fasce sempre più ampie di popolazione, si dovrà reagire in maniera sistemica, unitaria e con senso di responsabilità.
Il rischio di un ritorno all’uso della violenza come strumento di protesta o di contrapposizione alle Istituzioni aumenta in maniera proporzionale alla diminuzione della credibilità che le stesse riescono a determinare nei confronti dei cittadini.
E’ questa la riflessione che ritengo utile in coincidenza di questo tragico anniversario che sancisce un’altra debolezza del sistema Italia che alimenta pericolosamente quel senso di impotenza e di smarrimento generale e quindi diventa sfiducia, pessimismo anche nei confronti di una giustizia, da riformare, che dopo 20 anni non ha ancora definito completamente esecutori e soprattutto mandanti di una strage che ha ucciso un uomo divenuto simbolo e paladino di giustizia ed onestà.
Il tentativo di destabilizzare il sistema politico-istituzionale non solo italiano ma europeo, credo sia un tentativo ancora evidentemente in atto anche se con forme diverse e non sempre evidenti.
Per opporsi adeguatamente non ci sono soluzioni taumaturgiche e non aiutano certo azioni strumentali, demagogiche o populistiche ma esclusivamente necessita una poderosa azione culturale e riformatrice che con coraggio risulti in grado di modificare un sistema pubblico e riportare fiducia verso il governo e la buona politica, unica vera alternativa a quello stato parallelo chiamato mafia, pronto a subentrare ad ogni, anche flebile, segnale di frattura, debolezza o divisione che può giungere dalla parte sana della nostra società.
Luca Braia, Consigliere regionale PD