Con la elezione dell’Ufficio di Presidenza, composto da Fausto Santangelo, presidente, Maria Teresa Gino, vice presidente, e Lindo Monaco coordinatore politico e della direzione, formata da Lorenzo Bochicchio, Angelo Chiorazzo, Vito Epifania, Giampiero Maruggi, Carmela Romano ed Erberto Stolfi si è conclusa la fase costituente di ” Basilicata casa comune”. “Basilicata casa comune” è il Movimento culturale e politico nato in seguito alla grande campagna di ascolto lanciata dalle aggregazioni laicali del mondo cattolico lucano che ha convolto l’ intera comunità regionale in un confronto serrato, franco, aperto tanto sulle emergenze, sul crescente disagio, sulle urgenze irrisolte che segnano il quotidiano del nostro territorio e ne mettono in discussione il domani, quanto sulle attese, sulle speranze, sui sogni che pure abitano la gente, la nostra gente.
Un Movimento, quello di Basilicata Casa Comune, di cattolici democratici il cui orizzonte è la dottrina sociale della Chiesa, aperto a quanti ne condividano il progetto di riscatto sociale, morale e politico della nostra terra.
L’Associazione ha l’ambizione di rappresentare in maniera autentica, nuova, la domanda di libertà dalla logica delle clientele, delle appartenenze, della prevalenza sull’ idea di bene comune degli interessi, talvolta opachi, di singoli, di cordate, di corporazioni. Una logica che, in molti casi, ha dato origine non ad una classe dirigente ma ad un ceto malamente dominante. Per tutto questo e per riaffermare l’assoluto primato del bene comune, con le sue donne e i suoi uomini, con i suoi giovani e permeata nel profondo dai valori e dalla speranza che ne tessono l’anima e sono la ragione stessa della sua presenza,
“Basilicata casa comune” ha scelto di non sottrarsi alla sfida della politica, della buona politica che, come l’ha definita S. Paolo VI, è la forma più alta di Carità, un sfida, e una bella avventura, che a partire dalla tappa delle prossime elezioni regionali, chiama a confrontarsi con le persone, anima del popolo lucano, sempre più tentate dal disimpegno, per tornare a parlare con loro, a sognare con loro, a tessere con loro la tela del futuro possibile di questa nostra terra.