Sabato 14 ottobre e domenica 15 ottobre si svolgono per la 12^ edizione le Giornate FAI d’Autunno, l’amato e atteso evento di piazza che il FAI – Fondo per l’Ambiente Italiano ETS dedica ogni anno al patrimonio culturale e paesaggistico del nostro Paese. Durante il fine settimana – animato e promosso dai Gruppi FAI Giovani, assieme a tutti i volontari della Rete Territoriale della Fondazione – sono proposte speciali visite a contributo libero in 700 luoghi straordinari inoltre 350 città d’Italia, spesso inaccessibili o semplicemente insoliti, originali, curiosi, poco conosciuti e valorizzati (elenco dei luoghi aperti e modalità di partecipazione su www.giornatefai.it).
Sono 44 le aperture straordinarie in Basilicata per le Giornate d’Autunno promosse dal FAI-Fondo per l’Ambiente Italiano.
Le Giornate FAI d’Autunno si svolgono sotto l’alto patronato del Presidente della Repubblica Italiana, con il patrocinio della Commissione Europea, del Ministero della Cultura e del Ministero dell’Università e della Ricerca.
Di seguito la guida alle aperture straordinarie in Basilicata per le Giornate d’Autunno promosse dal FAI.
Matera offre, per queste Giornate FAI d’Autunno, una piccola sintesi della sua storia, attraverso sei siti davvero interessanti.
Tra chiese, palazzi, villini e ipogei, si va dal contesto rupestre all’architettura romanica, dal tardo barocco ad alcuni esempi di edifici più recenti.
Per ricordare i 30 anni dall’inserimento dei Sassi e delle Chiese rupestri nel Patrimonio mondiale tutelato dall’Unesco, si potrà riscoprire Madonna delle Vergini, un luogo importante per la devozione popolare, recentemente ristrutturato, da cui si gode una bellissima vista della città.
In pieno contesto urbano, le Chiese di San Francesco da Paola e San Giovanni Battista sveleranno i loro piccoli segreti.
A grande richiesta, dopo il successo dello scorso ottobre, si potrà entrare nuovamente a Palazzo de Miccolis-Motta.
In occasione degli 80 anni dall’eccidio nazista di Matera, si potranno scoprire i sotterranei di Palazzo Sarra, in una cantina settecentesca indicata come rifugio antiaereo.
La chicca della Giornate Fai d’Autunno 2023 è un giardino che racchiude le piante tipiche dell’area [mediterranea?] e impreziosisce il Villino Ita, appena fuori città.
A Irsina il FAI propone un viaggio negli antichi Bottini, l’originale antica rete idrica del borgo, mentre nella campagna circostante sarà possibile scoprire antiche fonti e tracce di insediamenti monastici in una valle coltivata a orti.
Alcune aperture prevedono concerti o piccole drammatizzazioni lungo i percorsi.
MATERA
Villa Ita – il Giardino dei Carrubi – via Montescaglioso
Bel parco alberato di circa un ettaro, introdotto da un viale fiancheggiato di pini marittimi a un villino residenziale di campagna dei primi anni Trenta, presenta numerose piante autoctone, con bei vialetti che lo percorrono pavimentati con chianche, siepi di oleandro, alberi di carrubo, olivi. La bellezza del luogo è stata valorizzata da una ristrutturazione non invasiva, che ne ha messo in risalto i particolari più significativi attraverso giochi di luce e cromatismi floreali studiati ad arte. L’edificio presenta una planimetria a forma di V, con la cuspide verso il viale di ingresso e un terrazzo protetto dalle due ali sul retro. Un piano parzialmente interrato con locali di servizio e un piano residenziale costituiscono l’abitato. L’ingresso principale è nel punto di convergenza delle due ali, in asse con il portale esterno, preceduto da una piccola scalinata e da un ballatoio. In sommità, tre archi simulano un loggiato, mentre l’intero perimetro è ingentilito da un decoro sporgente a dente di sega. Sui tetti, in linea con la scalinata di accesso al terrazzo, una luminosa colombaia guarda verso un panorama sorprendente. Un piccolo edificio per il rimessaggio degli attrezzi e due profonde cave a pozzo a sezione quadrata di circa 12 metri, usate fino agli anni Ottanta, corredano l’edificio. Le cave, probabilmente neviere in passato, furono colmate per motivi di sicurezza: oggi ne denunciano la presenza alcuni leggeri avvallamenti nel terreno del giardino.
Aperture con visite guidate a cura di Proprietari, Apprendisti Ciceroni dell’IIS Duni-Levi – Liceo Classico – Matera
Sabato 14/10 orari 10:00 – 12:30 / 15:00 – 18:00 (ultimo ingresso 17:30)
Domenica 15/10 orari 10:00 – 12:30 / 15:00 – 18:00 (ultimo ingresso 17
CASA NOHA
Recinto Cavone 9
Apertura con visite guidate a cura degli Apprendisti Ciceroni Liceo Artistico Carlo Levi – Matera – Classi 4B-5B-4C-5C
Sabato 14/10 orari 10:00-19:00 (ultima visita ore 18:00)
Domenica 15/10 orari 10:00-19:00 (ultima visita ore 18:00)
I TESORI SVELATI DI SAN FRANCESCO DA PAOLA
Via XX Settembre, 13, Matera (MT)
Aperture con visite guidate a cura degli Apprendisti Ciceroni e Studenti del Laboratorio musicale del Liceo Scientifico “Dante Alighieri” -Matera
Sabato 14/10 orari 15:00 – 18:00 (ultimo ingresso 17:30)
Domenica 15/10 orari 09:00 – 11:30 (ultimo ingresso 11:00) / 15:00 – 18:00 (ultimo ingresso 17:30)
Evento musicale: Sabato 14/10 e Domenica 15/10 ore 20:00 – Concerto di musica sacra a cura degli Studenti del Laboratorio musicale del Liceo Scientifico “Dante Alighieri” di Matera
LA STORIA SCOLPITA NEL SACRO: CHIESA DI SAN GIOVANNI BATTISTA
Piazza San Rocco
Aperture con visite guidate a cura degli Apprendisti Ciceroni dell’IIS Duni-Levi Liceo Classico – Matera
Sabato 14/10 orari 15:30 – 18:30 (ultimo ingresso 18:00)
Domenica 15/10 orari 15:30 – 18:30 (ultimo ingresso 18:00)
CANTINA – RIFUGIO ANTIAEREO
Via Santo Stefano 5
Aperture con visite guidate a cura dei Volontari FAI
Sabato 14/10 orari 10:00 – 13:00 / 15:30 – 18:00 (ultimo ingresso 17:30)
Domenica 15/10 orari 10:00 – 13:00 / 15:30 – 18:00 (ultimo ingresso 17:30)
PALAZZO DE MICCOLIS-ZAGARELLA-MOTTA
Via Ridola
Aperture con visite guidate a cura degli Apprendisti Ciceroni dell’Istituto Alberghiero “A. Turi” – Matera
Sabato 14/10 orari 09:30 – 12:30 / 15:30 – 18:30
Domenica 15/10 orari 09:30 – 12:30 / 15:30 – 18:30
MADONNA DELLE VERGINI
Località Murgecchia
Aperture con visite guidate a cura degli Apprendisti Ciceroni dell’IIS Duni-Levi Matera – Liceo Classico
Sabato 14/10 orari 10:00 – 12:30 / 15:30 – 17:30 (ultimo ingresso 17:00)
Domenica 15/10 orari 10:00 – 12:30 / 15:30 – 17:30 (ultimo ingresso 17:00)
IRSINA
L’ACQUEDOTTO SEGRETO: I BOTTINI DI IRSINA
Contrada Fontana, Irsina
Aperture con visite guidate a cura degli Apprendisti Ciceroni Apprendisti Ciceroni della Scuola Secondaria di Primo e di Secondo grado di Irsina
Sabato 14/10 orari 10:00 – 13:00 / 15:30 – 18:30 (ultimo ingresso 18:00)
Domenica 15/10 orari 10:00 – 13:00 / 15:30 – 18:30 (ultimo ingresso 18:00)
CONTRADA DEGLI ORTI
Piazza Giuseppe Garibaldi
Aperture con visite guidate a cura di Gruppo FAI Giovani
Sabato 14/10 orari 10:00 – 13:00 / 15:00 – 18:00 (ultimo ingresso 17:30)
Domenica 15/10 orari 10:00 – 13:00 / 15:00 – 18:00 (ultimo ingresso 17:30)
GRUPPO FAI DI FERRANDINA
Capo Gruppo Vincenzo D’Aloia
Storia, arte e tradizioni, in un territorio spesso fragile, sono le linee guida che ispirano il Gruppo FAI di Ferrandina della Delegazione FAI di Matera, guidata da Beatrice Volpe e coordinata abilmente dalla Prof.ssa Rosalba Demetrio Presidente Regionale FAI Basilicata, insieme ai Volontari di Grottole, Miglionico, Pomarico e Salandra a sostenere la 12^ edizione delle Giornate FAI d’Autunno con:
Chiesa diruta dei SS. Luca e Giuliano con il suo mistero a Grottole,
Storia di un Vecchio Forno e il Castello della congiura dei baroni a Miglionico,
Viaggio tra i Mestieri dimenticati e scomparsi a Pomarico,
Vicissitudini del 1° e 2° Convento dei Frati Cappuccini a Ferrandina, con la nascita e la vita dell’Orfanotrofio di Sant’Antonio, retto dalle Suore Missionarie del Sacro Costato.
CONVENTO DEI CAPPUCCINI
Salita Cappuccini
Il convento nasce nel 1615 sulla sommità di un colle poco distante dal paese, oggi completamente urbanizzato.
I Frati Francescani Cappuccini giunsero a Ferrandina nel 1566. In quest’anno il signor Andrea Appio destina a questa comunità di religiosi la somma di 500 ducati affinché edifichi il proprio convento. L’impresa si esaurisce nell’arco di 50 anni, grazie anche ai devoti cittadini.La costruzione di questo primo convento rende necessaria la demolizione della vicina cappella di San Pietro. Tuttavia, l’insalubrità del sito prescelto costringe i frati ad abbandonare la casa appena costruita e a trasferirsi su un colle poco distante dal paese dove riprendono a costruire il nuovo e definitivo convento.
L’antico complesso conventuale è individuabile nelle sue forme originarie nonostante le trasformazioni subite. Si presenta come una costruzione a pianta quadrangolare articolata su due livelli. Dell’impianto originario, solo i due fronti laterali est e ovest conservano le caratteristiche strutturali ed architettoniche. Il fronte orientale presenta un muro a scarpa aperto con arcate e cornicioni a romanelle.Un ingresso a doppio arco conduce in un corridoio con voltine a crociera che costituiva, con ogni probabilità, uno dei bracci del corridoio perimetrale del chiostro. Quest’ultimo, ormai solo un modesto cortile, conserva la vera quadrata del pozzo centrale a testimoniare l’antica funzione. Sono comunque leggibili le arcate, ora tompagnate, di quello che una volta doveva essere il portico perimetrale.L’edicola con la Statua del Santo Patrono, presumibilmente traslata dall’originaria Chiesa di San Pietro, e la finestra rettangolare che la sormontava lasciano spazio ad una finestra circolare che la luce all’interno della chiesa.L’interno della chiesa conserva l’impostazione architettonica e stilistica settecentesca.
I visitatori oltre al complesso conventuale con la Chiesa di S. Pietro, potranno fare un viaggio nella storia dell’Orfanotrofio di S. Antonio condotto dalle Suore Missionare del Sacro Costato e quella del suo fondatore, servo di Dio, Eustachio Montemurro: medico-religioso che dedicò la sua vita all’attenzione dei più deboli e bisognosi.
** Accesso disabili
09:30 – 13:00 / 15:30 – 18:00 (ultimo ingresso 17:00)
09:30 – 13:00 / 15:30 – 18:00 (ultimo ingresso 17:00)
Visite a cura di: Apprendisti Ciceroni Liceo Scientifico – IIS Bernalda-Ferrandina – I.C. F. D’Onofrio Ferrandina
GROTTOLE
IL MISTERO DELLA CHIESA DIRUTA
Viale della Resistenza
La Chiesa si trova nel centro storico del paese. Fu costruita a partire dai primi anni del ‘500 sui resti di due piccole cappelle che, per questo motivo, furono rase al suolo; iniziò a governarsi ed officiarsi a partire dal 1508 dopo che il clero ricettizio aveva perso la propria sede della Chiesa di Santa Maria Maggiore, donata al Duca Onorato III Gaetano che a sua volta la diede ai Frati Domenicani nel luglio del 1509.Purtroppo l’edificio fu caratterizzato da una serie di sfortunati eventi: i primi danni si registrarono con il sisma del 1694; nel 1767 furono effettuati lavori di consolidamento alla struttura con l’aggiunta di un contrafforte per meglio sostenerla.Nel 1774 già si parlava di “Chiesa caduta” come di un edificio estremamente rovinato che continuava ad essere utilizzato, ma in forma assai ridotta.
Al suo interno la chiesa si presenta ad aula unica con una pianta a croce latina e sei cappelle; dagli atti delle Visite Pastorali apprendiamo che la chiesa era munita di ben nove altari riccamente ornati da statue e dipinti, sei confessionali, un pergamo in legno lavorato, un organo a nove registri, un fonte battesimale; possedeva una sacrestia all’interno della quale erano custodite importanti reliquie, quali un braccio di ottone indorato che custodiva al suo interno un dito di San Luca Evangelista, e una crocetta che a sua volta custodiva al suo interno una crocetta di cristallo contenente il legno della Santa croce.
La leggenda racconta che uno degli architetti che si stava occupando di ultimarla, a causa dei continui crolli della cupola principale dovuti a difetti di progettazione, si suicidò in preda a un attacco di ira lasciandosi cadere dal punto più alto della costruzione. Un presagio del funesto destino che sarebbe toccato al complesso.
*** Luogo normalmente chiuso al pubblico. Zone diroccate non praticabili
**** Luogo con criticità. Zone non praticabili
09:30 – 13:00 / 15:30 – 18:00 (ultimo ingresso 17:00)
09:30 – 13:00 / 15:30 – 18:00 (ultimo ingresso 17:00)
Visite a cura di: Volontari FAI
MIGLIONICO
CASTELLO DEL MALCONSIGLIO
Piazza Castello
Il castello del Malconsiglio è il castello di Miglionico (Matera), costruito su un colle della città a partire dall’VIII-IX secolo, in una posizione strategica.
Noto per aver ospitato nel 1485 la Congiura dei baroni. Ebbe due successivi ampliamenti, il primo nel 1110 ed il secondo nel 1400.Appartenne nel tempo al Conte Alessandro di Andria, ai Sanseverino di Bisignano, ad Ettore Fieramosca, ai Pignatelli, ai Caracciolo ed alla famiglia Revertera, Duchi di Salandra.
Ha la forma di un parallelogramma, fiancheggiato da sette torrioni, alcuni quadrati (i più antichi), due bitorri e altre circolari, poste ai vertici della costruzione. L’entrata attuale è posta a nord-est, mentre quella originaria distrutta dal terremoto in Basilicata del 1857 era rivolta a sud. Al suo interno, e precisamente al piano superiore, vi sono l’androceo ed il gineceo, il salone del Malconsiglio, dove si tenne la congiura, e la sala della Stella o degli Spiriti, la parte più bella e segreta del castello, con il soffitto a stella e con degli scrigni dove venivano custoditi i tesori ed i documenti più preziosi.
L’evoluzione della tattica militare, sia offensiva che difensiva, fa sì che i castelli, una volta edificati esclusivamente per ragioni militari, assumano nel tempo funzioni più prettamente residenziali e diventino l’espressione della grandezza del Signore. Il castello del Malconsiglio incomincia ad assumere l’aspetto di imponenza che tuttora conserva. Si costruisce il piano superiore: le merlature scompaiono inglobate nella nuova muratura: le torri si elevano e forse quelle d’angolo posteriori assumono la configurazione attuale: l’inserimento della zona destinata ai collegamenti verticali ne raddoppia il volume: la scalinata esterna diventa lo scalone di accesso alla residenza comitale, mentre nuovi collegamenti vengono realizzati per raggiungere le postazioni di difesa superiori (scalinata a ridosso del muro perimetrale, interno al cortile, della Sala del Malconsiglio). Il corpo triangolare conserva la propria fisionomia.
** Accesso disabili
09:30 – 13:00 / 15:30 – 18:00 (ultimo ingresso 17:00)
09:30 – 13:00 / 15:30 – 18:00 (ultimo ingresso 17:00)
Visite a cura di: Volontari FAI
VECCHIO FORNO
VIa Trento s.n.
*** Luogo normalmente chiuso al pubblico per cessate attività.
09:30 – 13:00 / 13:30 – 18:00 (ultimo ingresso 17:00)
09:30 – 13:00 / 15:30 – 18:00 (ultimo ingresso 17:00)
Visite a cura di: Volontari FAI di Miglionico
POMARICO
VIAGGIO TRA I MESTIERI DIMENTICATI
Corso Vittorio Emanuele, 160
Il viaggio che intraprenderemo è un viaggio della memoria, tramite il quale ricostruiremo il puzzle di un passato che ci appartiene, al fine di riappropriarci della nostra identità e non lasciare che il tempo ne cancelli ogni traccia.L’ era moderna ed il miracolo economico, l’avvento della rivoluzione tecnologica e tutto ciò che ne è derivato, hanno smantellato non solo uno stile di vita, ma hanno ridisegnato i nostri piccoli centri, impoverendoli.
Un tempo, grazie alle botteghe artigiane che le abitavano, le vie dei nostri paesi pullulavano di vita; aleggiavano nell’aria una sinfonia di suoni e rumori, un effluvio di odori e profumi che segnavano la vita per tutto il giorno. Con la modernità si sono perse conoscenze e cultura del lavoro, difficilmente recuperabili, poiché sono scomparse molte professioni caratterizzate da un’elevata capacità manuale. Il nostro viaggio vuole riportare alla memoria i mestieri del passato, quelli dimenticati o, forse, mai conosciuti dalle giovani generazioni. Molti mestieri venivano svolti all’aria aperta, girando per i paesi o per i rioni cittadini, magari trainando sgangherati carretti, oppure esibendo la povera mercanzia su banchetti di fortuna, messi strategicamente nei punti più frequentati.
Il nostro percorso verrà ospitato nella corte del maestoso Palazzo Marchesale. Esso prende il nome dai Baroni di Pomarico, i Donnaperna, la cui realizzazione fu commissionata all’ingegnere Giuseppe Falchignano, per volere di Filippo Maria Donnaperna, tra il 1773 e il 1778. Nei primi anni dell’Ottocento il Palazzo fu venduto ai Signori Massarotti che, successivamente, lo cedettero, suddiviso in più parti, a vari proprietari. Oggi il Comune detiene la quasi totalità dei locali. Il palazzo, a forma rettangolare, possiede la struttura architettonica di un fortino con due imponenti ingressi, rivestiti in marmo travertino e un tempo dotati di porte in legno. Il palazzo è provvisto di una corte centrale a forma quadrangolare e di tre livelli abitativi. Decorano la facciata principale altri due ingressi: a destra si trova la Cappella di famiglia e a sinistra il Teatro.
Nell’ampia corte i nostri visitatori potranno rivivere e gustare le seguenti maestranze all’opera: lo stagnino, il fabbro-maniscalco, il cuci-piatti, il tintore, il cestaio, il calzolaio, l’impagliasedie, la ricamatrice, l’innestatore, il mola forbici, l’intarsiatore di legno, il rilegatore, il vasaio.Il viaggio sarà arricchito dalla visita al Museo della Cultura contadina e delle Tradizioni popolari di Pomarico, che occupa alcune stanze ristrutturate al primo livello della nostra possente dimora. Il museo fa parte del circuito dei piccoli musei d’Italia e gli oggetti qui esposti, ordinati per settori, provengono dal territorio di Pomarico e sono stati sottoposti ad inventariazione. La collezione annovera oggetti relativi al lavoro agricolo e alla produzione di materiale laterizio, strumenti musicali, attrezzi riguardanti i mestieri artigianali, oggetti della vita domestica e arredi delle case contadine tradizionali. Ad impreziosire il percorso, il visitatore troverà le grafiche raffiguranti i mestieri antichi del compianto pittore di Pomarico Gennaro Scandiffio.
*** Luogo normalmente chiuso al pubblico. Museo aperto su appuntamento
09:30 – 13:00 / 15:30 – 18:30 (ultimo ingresso 17:30)
09:30 – 13:00 / 15:30 – 18:30 (ultimo ingresso 17:30)
Visite a cura di: Apprendisti Ciceroni della Scuola Media Secondaria Don Pietrangelo Spera di Pomarico
POTENZA
Università della Basilicata: il fascino del sapere al servizio del territorio
La sede principale del polo tecnico-scientifico dell’Università degli Studi della Basilicata è a Potenza, nel Campus universitario di Macchia Romana, in un’area di recente espansione urbanistica. Il 23 novembre 1980, una scossa di magnitudo 6,9 e del decimo grado della scala Mercalli devasta i territori della Campania e della Basilicata, provocando quasi tremila vittime. In seguito a questo triste evento lo Stato interviene per una ricostruzione non soltanto fisica, ma anche culturale delle aree interessate dal sisma. L’Università degli Studi della Basilicata nasce proprio sulle macerie del terremoto dell’Irpinia, con l’approvazione della legge 219 del 1981 che configura l’istituzione dell’Ateneo e l’avvio delle sue attività a partire dall’anno accademico 1982-1983. Il Campus di Macchia Romana presenta aspetti costruttivi di grande rilevanza tecnica. Si articola in tre lotti: il primo comprende i laboratori pesanti di Ingegneria e le serre di Agraria, il secondo è dedicato alle attività di Ingegneria e di Agraria, il terzo è destinato alle Scienze matematiche fisiche e naturali. L’edificio che ospita i laboratori pesanti è caratterizzato da un piastrone che poggia su isolatori in neoprene armato per prove dinamiche su strutture in CLS acciaio, uno dei pochi presenti in Europa. L’Università di Basilicata apre le sue porte ai visitatori, in particolare quelle del Laboratorio di Tecnologia del legno e di Strutture antisismiche che, per dotazione, impiantistica e apparecchiature innovative, svolgono un ruolo di riferimento nel panorama nazionale ed internazionale della ricerca. Le visite saranno condotte dai Docenti universitari e dai loro collaboratori, che illustreranno il funzionamento dei laboratori e le attività svolte. Nel pomeriggio di sabato 14 ottobre alle ore 17.00 si terrà un incontro nell’Aula Magna del Campus, in cui si ripercorreranno le tappe di fondazione dell’Ateneo, con gli interventi della Presidente Regionale FAI Rosalba Demetrio, del Prof. Cosimo Damiano Fonseca, fondatore e Primo Rettore, dell’attuale Rettore Prof. Ignazio Marcello Mancini, del Prof. Filiberto Lembo, progettista del Campus di Macchia Romana, del Dott. Gennaro Cosentino, Capo Redattore della testata Tgr Basilicata.
BERNALDA
Tempio di Hera: agorà sotto le stelle
Apertura riservata agli iscritti FAI
Il Tempio di Hera, Luogo del Cuore votato da oltre diecimila persone al censimento del FAI nel 2020, fu edificato nel VI sec. a.C. dagli Achei i quali, come riporta lo storico greco Eusebio di Cesarea, fondarono Metapontion. Eretto sui resti di un antico villaggio neolitico, l’Heraion era frequentato da Greci ed Enotri. In una cartografia del Regno di Napoli (1808), il tempio viene identificato con il toponimo “Cattedra di Pitagora”: è noto, infatti, che Pitagora, fuggiasco e provato, trovò qui riparo, dispensando i suoi insegnamenti, fino alla morte in tarda età. I resti del tempio, con al centro la cella preceduta da un pronao, sono composti da 15 colonne con capitelli di ordine dorico. Delle 15 colonne, 10 sono sul lato settentrionale e 5 sul meridionale. In origine le colonne erano 32, poiché il tempio era composto di una peristasi di 12 colonne sui lati lunghi e 6 sui lati corti. Nel V secolo a.C. fu dotato di un tetto fittile con decorazione policroma di tradizione ionica, con protomi leonine e doccioni. Le Giornate FAI d’Autunno prevedono l’apertura speciale del tempio a partire dalle ore 19.00 con visite guidate straordinarie a cura del Direttore del Museo Archeologico Nazionale di Metaponto Dott. Vincenzo Cracolici; dopo un intermezzo musicale a cura degli Studenti del Liceo Musicale dell’IIS “Pitagora” di Montalbano Jonico, si proseguirà con l’Agorà sul tema “Educazione e Istruzione: il ruolo dell’educazione per il rilancio sociale ed economico italiano”, in collaborazione con l’Associazione AD Pythagoram.
MARSICOVETERE
Il borgo di Marsicovetere: un racconto di storia e bellezza
Arroccato su un’altura di oltre 1000 metri, imponente nella sua struttura medievale, Marsicovetere è uno dei Comuni più caratteristici della Basilicata. Case in pietra, splendidi archi e ripide scalinate contraddistinguono il paese che nel corso dei secoli fu feudo di varie casate. Il paese si trova immerso nel cuore del Parco Nazionale dell’Appennino Lucano, dove la natura è selvaggia e incontaminata, fra boschi e foreste vergini. L’attuale abitato conserva le caratteristiche tipiche dell’impianto medioevale. Nella zona più alta del paese svetta il Castello (XI secolo) con la torre dell’antico maniero, le due porte d’accesso alla fortezza e uno storico mulino a vento. La parte antica del borgo è costellata da imponenti palazzi nobiliari, tra cui Palazzo Ziella, risalente al XVII secolo, che conserva un bel dipinto su pietra, e Palazzo Piccininni (XVII-XVIII), con portale e loggiato in pietra. Di notevole bellezza è la Chiesa Madre dei Santi Pietro e Paolo, custode di una pregevole statua di Madonna col Bambino di un artista locale e di alcune tele di scuola napoletana del ‘700. Nei dintorni, si incontra il Convento di Santa Maria dell’Aspro. Importante testimonianza storica è anche il rudere del Convento di Santa Maria di Costantinopoli.
LAVELLO
Azienda agricola didattica dell’Istituto di Istruzione Superiore “G. Solimene”
L’Istituto Agrario, uno degli indirizzi offerti dalla Scuola Secondaria Superiore “G. Solimene”, è dotato di un’azienda agraria, un vero laboratorio didattico a cielo aperto di circa 23 ettari, dove si coltivano vigneti, frutteti, ortaggi e frumento. In particolare, dal 2016, grazie ai Percorsi per le Competenze Trasversali e per l’Orientamento, nell’azienda si allestisce un campo parcellare dimostrativo di circa 50 parcelle di frumento duro, frumento tenero e grani antichi. Gli Studenti seguono tutte le fasi colturali, dalla preparazione e concimazione del terreno, fino alla semina e alla raccolta. I ragazzi monitorano lo stato fisiologico delle colture tramite l’osservazione diretta della pianta e l’uso dei droni, realizzando una riduzione dei consumi idrici e dell’utilizzo di trattamenti fertilizzanti e agrofarmaci. Con i finanziamenti del PNRR sarà costruito un nuovo edificio dell’Istituto, innovativo e sostenibile, in un’ottica di Agricoltura 4.0. I laboratori STEM, già dotati di robot umanoidi e stampanti 3D, saranno ampliati con visori per la realtà virtuale. Inoltre, saranno riprogettati gli spazi della didattica curricolare con strumentazioni digitali avanzate, dotando la scuola di laboratori sofisticati per l’apprendimento delle professioni del futuro. Tutte le aule e i laboratori sono già stati dotati di Touch Panel, mentre gli edifici scolastici sono stati cablati con la banda larga in fibra ottica.
POLICORO
Bosco Pantano di Policoro
Situato nella pianura del Metapontino nonché una delle più estese foreste planiziali dell’Italia meridionale, il Bosco Pantano di Policoro è un’oasi designata Sito di Importanza Comunitaria (SIC). Sotto il profilo geologico l’area può essere suddivisa in tre fasce morfologicamente distinte che procedono dalla costa fino all’interno e che possono essere sintetizzate in avanspiaggia, retrospiaggia e fascia dei terrazzi. Il clima è di tipo mediterraneo e, secondo la classificazione fitoclimatica del Pavari, rientra nella sottozona calda del Lauretum del secondo tipo, con siccità estiva. L’area del Bosco planiziale presenta spiccate caratteristiche di “continentalità” favorendo la presenza di specie tipicamente paleartiche, come il Picchio rosso minore. Lungo la duna, inoltre, è stata rilevata la nidificazione del Fratino. La componente erpetologica è rappresentata da molte specie come il Rospo smeraldino, la Raganella italiana e la Natrice tassellata. Tuttavia, l’elemento di maggior interesse è relativo alla presenza della Testuggine palustre europea. Interessante, anche per le implicazioni di carattere gestionale, la conferma della presenza della Lontra, le cui tracce sono state osservate di frequente durante lo svolgimento dell’indagine. L’apertura nelle Giornate FAI prevede la visita guidata dell’Oasi WWF Herakleia – CRAS-Centro Recupero Animali Selvatici, dove sarà possibile osservare gli esemplari selvatici in cura e le tartarughe marine. La visita proseguirà nel Bosco alla scoperta delle specie vegetali d’interesse conservazionistico che hanno un carattere relittuale perché legate ad ambienti in gran parte scomparsi.
TRICARICO
Area Archeologica di Civita di Tricarico
Tricarico, suggestivo borgo arabo normanno, nel cuore della Lucania, a 700 mt di altitudine, domina le vallate del Bradano e del Basento, circondato da una natura rigogliosa, con le sue aree boschive, verso est e le ondulate colline coltivate a grano e cereali. Interessanti siti archeologici sono ubicati nel territorio tra gli altri Civita e Serra del Cedro. L’area archeologica di Civita si trova a circa 10km a est del borgo di Tricarico, in località Tre Cancelli. Si tratta di una cittadina fortificata situata su un pianoro a circa 1000 mt slm, in un’area recintata e normalmente chiusa. Fu fondata intorno alla metà del IV sec. a.C. dalla popolazione di origine osco-sannita dei Lucani, proveniente dal centro Italia, per connotarsi come “il più vasto degli abitati della Lucania interna nel periodo ellenistico”. Frequentato fino alle soglie del I sec. a.C., non venne abbandonato nemmeno a seguito della conquista romana. Nell’area troviamo tracce della fortificazione, dell’abitato e dell’acropoli dove si distinguono la domus, il cui modello si ritrova anche a Pompei, e il tempietto, un edificio etrusco-italico, con podio a pianta quadrangolare. In occasione delle Giornate FAIsaranno illustrati anche i risultati degli scavi archeologici condotti con cadenza annuale, nel periodo estivo, dal Professor Olivier de Cazanove. Dopo le campagne condotte dalla Soprintendenza Archeologica della Basilicata negli anni 1972 e 1985- 1986, de Cazanove dirige l’indagine archeologica nell’ambito della collaborazione tra l’Università Paris1-Sorbonne, l’ÉcoleFrançaise de Rome e la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggiodella Basilicata. Gli studi condotti da oltre trenta anni hanno restituito una mole di informazioni su questa area e sui territori limitrofi. Il luogo oltre a riscuotere un notevole interesse archeologico è particolarmente gradevole per la posizione estremamente panoramica e la rigogliosa natura del contesto ambientale.
RIVELLO
Complesso Monumentale Sant’Antonio
Suggestivo paesino della Valle del Noce, Rivello conserva il più importante complesso monumentale religioso sulla importante mulattiera Lagonegro-Rivello-Maratea: la Chiesa di Sant’Antonio con il Convento, il Piano e il Giardino. Il Convento occupa una posizione centrale nella Vallata, tra la collina dell’abitato di Rivello e la collina della “Cetà”, dove viene collocata “Sirinos”, antico insediamento della Magna Grecia. Nato sulla scia dei movimenti Basiliani dell’XI e XII secolo, poi abitato dai Benedettini e dedicato a Santa Rosalia, nella sua struttura definitiva si sviluppa nel XVI secolo, a seguito della richiesta avanzata nel 1514 dal popolo di Rivello e dal suo sindaco di costruire un Convento per i Frati Minori Osservanti che, dal 1472 al 1575, videro crescere il numero di Conventi francescani nella diocesi di Policastro. In occasione delle Giornate FAI i visitatori potranno soffermarsi a osservare il pronao con i suoi quattro meravigliosi affreschi ovvero l’Affresco dei Sanseverino, l’Apoteosi di Gesù, San Francesco e il vescovo fedifrago oltre a un “unicum” dell’iconografia sacra, ovvero una Crocifissione dei Martiri Francescani del Giappone. La visita prosegue con l’osservazione esterna della cappella del Carmine, ovvero un’edicola funeraria costruita tra il 1616 e il 1634, quando Rivello ricadeva sotto la guida politica dei Sanseverino, probabilmente realizzata per la sepoltura di due nobildonne affettivamente legate a Guglielmo, ultimo Sanseverino barone di Rivello.
GIORNATE FAI D’AUTUNNO 2023 – LA PRESENTAZIONE NAZIONALE
Sabato 14 e domenica 15 ottobre 2023 tornano, per la dodicesima edizione, le Giornate FAI d’Autunno, l’amato e atteso evento di piazza che il FAI – Fondo per l’Ambiente Italiano ETS dedica ogni anno al patrimonio culturale e paesaggistico del nostro Paese. Durante il fine settimana – animato e promosso dai Gruppi FAI Giovani, assieme a tutti i volontari della Rete Territoriale della Fondazione – saranno proposte specialivisite a contributo libero in 700 luoghi straordinari in oltre 350 città d’Italia, spesso inaccessibili o semplicemente insoliti, originali, curiosi, poco conosciuti e valorizzati (elenco dei luoghi aperti e modalità di partecipazione su www.giornatefai.it).
Il programma dell’edizione 2023 è stato presentato nel Museo dell’Arte Classica della Sapienza a Roma. Tra le aperture di questa edizione, infatti, si segnalano in particolare 11 sedi universitarie, da Trieste a Potenza, e fino a 32 luoghi di istruzione, da scuole ad accademie, da centri di ricerca a laboratori per la formazione. “Questa edizione delle Giornate FAI” – dichiara il Presidente Marco Magnifico – “intende ribadire il ruolo fondante che scuole e università hanno sulla qualità del futuro del nostro Paese”. Università, licei o istituti tecnici in Italia sono spesso edifici di valore storico e artistico, meritevoli di essere visitati, scoperti e valorizzati, ma il loro valore è soprattutto nel custodire, tramandare e promuovere la conoscenza, per costruire la cultura dei cittadini di oggi e di domani. Educare i cittadini alla conoscenza è anche lo spirito che anima la missione del FAI, sussidiaria dello Stato, e in particolare che muove le Giornate FAI: la concreta occasione che il FAI offre agli Italiani per avvicinarsi e appassionarsi al patrimonio culturale del nostro Paese, scoprendo il beneficio e il piacere di apprendere, come in una scuola fuori dalla scuola. Per due giorni 700 luoghi in Italia saranno come “classi” a cielo aperto, in cui tornare ad imparare, e in cui ad insegnare saranno gli Studenti, nella consueta veste di Apprendisti Ciceroni.
I Delegati e Volontari della Fondazione, come ogni anno, metteranno a disposizione energia, creatività ed entusiasmo per svelare la ricchezza e la varietà del patrimonio di storia, arte e natura che è in ogni angolo di questo Paese. Un patrimonio sorprendente e inaspettato, che non consiste solo nei grandi monumenti o nei musei, ma anche in edifici e paesaggi inediti e sconosciuti, luoghi speciali che custodiscono fascino, culture e tradizioni, e che tutti siamo chiamati a curare e a proteggere per le generazioni presenti e future, com’è nella missione del FAI, cominciando innanzitutto a conoscerli, per scoprirne il valore.
Settecento proposte in oltre 350 città d’Italia, in tutte le regioni. Settecento meraviglie da scoprire che raccontano, ognuna a suo modo, l’Italia. Oltre ai luoghi del sapere, sarà possibile visitare palazzi storici, ville, chiese, castelli, ma anche esempi di archeologia industriale, laboratori artigiani e siti produttivi,ricchi di storia e curiosità. E ancora musei, collezioni d’arte, aree archeologiche, biblioteche. Saranno in programma, inoltre, itinerari nei borghi e percorsi inaree naturalistiche, parchi urbani, orti botanici e giardini storici. Insomma: archeologia e architettura, arte e artigianato, tradizione e memoria, antico e moderno, città e campagna. Tutto questo è il patrimonio culturale dell’Italia, il “nostro patrimonio”, che il FAI svela al pubblico in due giorni di festa, di divertimento, ma anche di apprendimento. A chi desideri partecipare verrà suggerito un contributo libero, che andrà a sostegno della missione e dell’attività del FAI.
Le Giornate FAI d’Autunno sono l’evento principale della grande campagna nazionale di sensibilizzazione e raccolta fondi “Ottobre del FAI”, promossa dalla Fondazione a sostegno del patrimonio culturale e ambientale del nostro Paese. A partire dal 2023, infatti, ottobre sarà per il FAI e i suoi iscritti “il mese del patrimonio”. Che è di tutti, e verso cui tutti hanno una responsabilità. Non a caso, lo slogan di Ottobre del FAI è “FAI la tua parte”: perché il destino dell’Italia è nelle nostre mani, e tutti possiamo esserne protagonisti.
Durante leGiornate FAI d’Autunno tutti gli iscritti al FAI potranno beneficiare degli accessi prioritari in ogni luogo aperto, di aperture e visite straordinarie in molte città e altre opportunità e iniziative speciali.
In occasione di Ottobre del FAI, a chi si iscriverà per la prima volta al FAI – sia online che presso i luoghi aperti – sarà dedicata una agevolazione di 10€ in meno su ogni tipologia di quota.
Le Giornate FAI d’Autunno si inquadrano nell’ambito delle iniziative di raccolta pubblica di fondi occasionale (Art 143, c 3, lett a), DPR 917/86 e art 2, c 2, D Lgs 460/97). A coloro che decideranno di partecipare verrà suggerito un contributo libero utile a sostenere la missione di cura e tutela del patrimonio culturale italiano della Fondazione. Gli iscritti al FAI e chi si iscriverà per la prima volta durante l’evento potranno beneficiare dell’accesso prioritario in tutti i luoghi e di aperture e visite straordinarie in molte città e altre agevolazioni e iniziative speciali.
Le Giornate FAI d’Autunno 2023 si svolgono con il Patrocinio della Commissione europea, della Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento della Protezione Civile, del Ministero della cultura e di Regione Basilicata. Si ringrazia per il sostegno di Fondazione CARICAL.
Si ringrazia per la collaborazione il Ministero della Difesa, lo Stato Maggiore della Difesa e le Forze armate che durante le Giornate FAI d’Autunno concedono l’apertura di alcuni loro luoghi simbolo.
Un ringraziamento per il generoso sostegno alla buona riuscita della manifestazione all’Arma dei Carabinieri per il contributo alla sicurezza dell’evento e un grazie particolare alla Croce Rossa Italiana per la partnership consolidata e per aver concesso anche in questa occasione l’apertura di suoi beni. Grazie al Fondo Edifici di Culto che in questa occasione permette l’apertura di tre suoi beni in Umbria.
Le Giornate FAI d’Autunno chiudono la Settimana di sensibilizzazione Rai dedicata ai beni culturali in collaborazione con il FAI. Dal 9 al 15 ottobre, come ormai da oltre 10 anni, Rai conferma l’impegno del Servizio Pubblico multimediale alla promozione, cura e tutela del patrimonio culturale, artistico e paesaggistico italiano. Rai sarà infatti in prima linea al fianco del FAI con tutti i canali radiofonici e televisivi e attraverso RaiPlay per creare un racconto corale che metterà al centro la bellezza e la sostenibilità del nostro patrimonio. Rai è Main Media Partner del FAI e supporta in particolare le Giornate FAI d’Autunno 2023 anche attraverso la collaborazione di Rai per la Sostenibilità ESG.
La fotogallery delle Giornate Fai d’Autunno a Matera (foto www.SassiLive.it)