Spettacoli performativi e intermediali, live di musica elettroacustica, installazioni e sperimentazioni sonore e visive con artisti affermati e giovani compositori provenienti da tutto il mondo: dal 20 ottobre all’11 novembre arriva in Basilicata il MA/IN, festival di musica elettroacustica e arti digitali che offre punti di vista critici e creativi sulla cultura contemporanea e sulle arti innovative, in un contesto interdisciplinare e transmediale.
La presentazione della nuova edizione si è svolta in una conferenza stampa presso Casa BCC Basilicata a cui hanno partecipato Giulio Colangelo, direttore artistico del MA/IN festival; Stefania D’Ottavio, assessore alla Cultura del Comune di Potenza; Giorgio Costantino, Direttore Generale BCC Basilicata.
Organizzata dall’associazione LOXOSconcept, con il sostegno del Ministero della Cultura, della Regione Basilicata, il patrocinio dei comuni di Matera e Potenza, la partnership della BCC Basilicata, la media partnership di Rai Radio3 e in collaborazione con il Conservatorio Carlo Gesualdo da Venosa di Potenza, Giulio Colangelo evidenzia che “questa settima edizione del festival sarà dedicata al tema Ramifications, un omaggio al grande compositore ungherese naturalizzato austriaco György Ligeti e al titolo di una sua celebre opera ma, soprattutto, la proposta di una ricerca musicale che è sperimentazione di nuove modalità di relazione con le altre forme artistiche: connessioni e ramificazioni che portano all’ampliamento e all’intensificazione della percezione sonora”.
“Un interessante appuntamento che offre l’opportunità di avere quattro performance a Potenza e testimonia la volontà reciproca di offrire al pubblico del capoluogo un percorso culturale innovativo, di grande impatto e aperto a esperienze che fanno della contaminazione di generi una caratteristica innovativa, coinvolgente e capace di suscitare emozioni. Ringrazio gli organizzatori e il patrocinio del Comune conferma come l’Amministrazione abbia valutato molto positivamente l’iniziativa” sono le parole dell’assessore D’Ottavio.
“In questo festival c’è ricerca, c’è studio” dichiara il direttore generale BCC Basilicata Giorgio Costantino. “Già dal 2019, abbiamo sostenuto LOXOSconcept con il nostro Fondo Etico, a partire dalla memorabile installazione Echi d’acqua, all’interno del Palombaro Lungo di Matera. Una connessione, quella fra musica e territorio, che crea spazio per eccellenze lucane anche fuori dai confini regionali e a cui siamo fieri di dare il nostro contributo.”
Tra gli ospiti di questa edizione Ryoichi Kurokawa, Scanner, Alberto Barberis, Rajan Craveri e Bera Romairone, Ljuba Bergamelli, Zeno Baldi e Jacopo Cenni, Alberto Maria Gatti, la musica mista per archi ed elettronica di MDI Ensemble.
Info e programma www.mainfest.it
tickets https://www.cineteatrodonbosco.com
Programma
Venerdì 20 e sabato 21 ottobre (ore 21 – ingresso 3 euro)
Protagonisti delle prime due serate, che si svolgeranno al Cineteatro Don Bosco di Potenza, è MDI ensemble, formazione musicale di livello internazionale che collabora con alcuni dei più grandi compositori viventi ed è ospite regolare delle più importanti istituzioni musicali italiane e straniere. L’ensemble proporrà coinvolgenti concerti per trio d’archi ed elettronica che uniscono brani di importanti compositori con i vincitori della call del MA/IN. L’MDI ensemble sarà anche protagonista di una lezione concerto il giorno 19 alle ore 18, all’interno delle attività della MA/IN Academy.
Venerdì 20 sarà anche l’occasione per assistere alla prima assoluta del nuovo lavoro di Scanner, artista poliedrico londinese che questa volta si misura con una grande personaggio dell’avanguardia americana. “Harry Smith at 100”, infatti, è un’opera musicale basata su un’ampia selezione di film dell’eccentrico regista sperimentale, grafico, bohémien, antropologo americano. Amico di lunga data di alcuni dei maggiori esponenti della Beat Generation, punto di riferimento della ricerca artistica della San Francisco degli anni ’60, fonte d’ispirazione per Allen Gingsberg, Gregory Corso e Peter Orlovsky, Harry Smith ha realizzato una serie di film in cui l’uso di suoni e colori sono riconosciuti come precursori della psychedelia americana. Un universo cinematografico ritmico, surreale, giocoso che ora Scanner riporta in vita con una colonna sonora realizzata dal vivo che esalta l’estro creativo di questo folle ed eclettico personaggio.
Sabato 21, poi, si potrà assistere alla rielaborazione elettroacustica, di Alberto Barberis, Rajan Craveri e Bera Romairone, dell’oratorio San Giovanni Battista composto nel 1675 da Alessandro Stradella. Un’esperienza audiovisiva di forte impatto emotivo, che esplode come un atto di ribellione di forze ancestrali e proto-umane. I frammenti della musica barocca originale subiscono processi di trasfigurazione elettronica, mentre gli elementi compositivi classici vengono rimodellati in una forma ibrida acustica ed elettronica. Insieme, i dati della musica originale generano un sistema visivo di particelle 3D in continua evoluzione e in tempo reale. Così, il corpo dei suoni antichi abita un nuovo spazio virtuale, che supporta e sostiene la metamorfosi della musica del passato. Il risultato è un’opera vibrante, antica e moderna, ricca di trame elettroacustiche cangianti, che alterna parti di rarefazione strumentale a momenti di rumori drammatici/esplosivi IDM, intrecciando una rete di relazioni inaspettate con i significati della storia antica.
Venerdì 27 e sabato 28 ottobre
Il festival riprende sempre al Cineteatro Don Bosco il 27 con una giornata a ingresso gratuito che prevede alle ore 19 “Disordinata storia dell’elettronica” (Vol. 2), una lezione-concerto del compositore Alberto Maria Gatti per raccontare la musica elettronica sotto un diverso punto di vista, senza tecnicismi e complessi filosofici.
Alle 21, poi, è il turno di Slate Petals di Ljuba Bergamelli (voce), Zeno Baldi (composizione, live electronics) e Jacopo Cenni (live electronics, luci), un progetto che intende esplorare nuove possibili interazioni fra voce umana ed elettronica, evitando di porre una o l’altra in primo piano, indagando luci e ombre della voce e delle tracce personali che essa riporta in superficie. A partire dal lavoro sui testi e frammenti di Anthony Etherin, la cui poesia è caratterizzata da acrobatiche restrizioni linguistiche che rivelano la bellezza intrinseca del linguaggio, il viaggio sonoro diventa una evocazione aperta tra improvvisazione e scrittura, tra parola e puro suono, che mette al centro la voce e le sue “proiezioni” nello spazio, articolando diversi livelli di prossimità e distanza.
Il 28 (ore 21, ingresso 3 euro) è il giorno del gran finale a Potenza con l’attesa esibizione dell’artista giapponese Ryoichi Kurokawa che propone un concerto audiovisivo che indaga il rapporto tra natura e agire umano da una prospettiva architettonica.
“Subassemblies” è un’opera straordinaria, estremamente coinvolgente che, partendo da dati 3d ottenuti mediante la scansione laser di architetture e natura, genera flussi digitali di immagini ed emozioni vertiginose.
Subassemblies esplora il rapporto tra la natura e l’opera dell’uomo: sinfonie di suoni che, in combinazione con paesaggi digitali generati al computer, cambiano il modo in cui lo spettatore percepisce il reale. Immagini di edifici in rovina e spazi dismessi riconquistati dalla natura vengono renderizzati attraverso tecnologie 3d creando una realtà dinamica ibrida, in costante equilibrio tra ordine e caos. Kurokawa descrive i suoi lavori come sculture time-based, ovvero un’arte fondata sullo scorrimento temporale, veicolata attraverso un linguaggio audiovisivo che alterna complessità e semplicità combinandole in una sintesi affascinante.
Pioniere nell’ambito dell’arte generata attraverso l’utilizzo delle nuove tecnologie, Ryoichi Kurokawa è un vero poeta della trasformazione cinematografica, ormai riconosciuto in tutto il mondo.