Riceviamo e pubblichiamo una nota di Pio Abiusi, esponente di spicco dell’associazione materana Città Plurale in cui affronta le questioni di carattere ambientale che riguardano il territorio lucano.
I tempi sono difficili, Sviluppo Italia prima e Sviluppo Basilicata adesso che non ha mai sviluppato un granchè rischia di finire sotto la mannaia dello spending review e può essere immessa sul mercato con la privatizzazione dei servizi in house. La situazione è davvero preoccupante ed occorre trovarsi un nuovo padrone. Da Sviluppo Basilicata la società si trasforma in Sviluppatore per conto delle aziende energetiche , queste ultime – per il momento- sponsorizzano le iniziative e pagano il cachèt agli esperti designati -in tutto il mondo c’è un DIFA di riferimento- poi vi saranno atti più concreti.
La Basilicata è un Hub-energetico: trivella selvaggia se ci si riesce, ci sono da piazzare circa 2.000 pale eoliche con altezza minima di 160 metri sui crinali delle nostre montange che sono a forte rischio idrogeologico e senza che la Regione si sia dotata di un piano paesaggistico. Sono cose importanti che, al momento, malgrado tutto vanno in secondo ordine, adesso c i sono da gestire 70 Milioni di Euro per trasformare l’area SIN della Val Basento in un enorme campo di fotovoltaio con buona pace della bonifica , del reinsediamento industriale o, in subordine, alla riconversione agricola; parliamo di terreni dove, previa bonifica, è possibile la coltivazione di prodotti agricoli pregiati.
Ecco il “Sole per l’industria” del più piccolo dei Pittella, appena insediato. Già in epoca non sospetta e prima dello scandalo Fenice che, comunque, era nell’aria ipotizzò il potenziamento del incenerimento in Basilicata sia mettendo in funzione la vecchia ferraglia di Potenza sia aumentando la produzione di Fenice stessa ; moderno propugnatore delle camere a gas. Abbiamo già detto che le copie sono di qualità più scadente rispetto all’originale e questo nostro caso è una conferma della regola. Il governo Monti con il decreto liberalizzazioni non eroga più incentivi per il fotovoltaico agricolo a terra ed allora noi, rinunziando alla bonifica e lasciando che quei terreni restino industrriali, ci mettiamo il fotovoltaico a terra; fatta le legge trovato l’inganno , con uno scambio inesorabilemente a perdere per le popolazioni lucane. Altro che assessorato alle attività produtitve sembra più una società di pompe funebri. Il Piear ( Piano Energetico Ambientale Regionale) lucano è abbontantemente raggiunto; il Burden Sharing che assegna obbiettivi ambiziosi per la Basilicata, intende ripartire la produzione da fonti rinnovabili non già solo sull’energia elettrica ma anche su quella termica e sulla mobilità. Se rinunziamo alla reindustrializzazione della Val Basento è chiaro che puntiamo a creare un cimitero di pannelli fotovoltaici utili per la produzione di energia elettrica da esportare.
Anche lo sviluppo occupazionale è solo un miraggio perché una volta impiantate le strutture nel giro di pochi mesi, la mano d’opera richiesta per la gestione degli impianti è davvero poca e la figura che potrebbe essere valorizzata è quella del Vigilante che cerca di prevenire il furto degli stessi pannelli.
Pio Abiusi – Città Plurale
Il convegno sulle fonti energetiche rinnovabili, organizzato in mattinata a Potenza dalla Regione e da Sviluppo Basilicata, ha fatto registrare qualificati interventi di esperti, operatori del settore e di rappresentanti istituzionali. L’attenzione è stata in particolare rivolta allo sviluppo di tali fonti, con una approfondita analisi dei principali aspetti normativi, procedurali, economici, ambientali e politico-programmatici.
“Nel settore della green economy – ha detto l’assessore alle Attività Produttive Marcello Pittella – la Regione Basilicata ha messo in campo un approccio innovativo che prevede la partecipazione di tutti gli attori che concorrono al suo sviluppo. Intendiamo ripartire dall’aggiornamento del piano energetico regionale – ha detto ancora Pittella – che deve essere declinato alla luce delle nuove normative nazionali, del Quinto Conto Energia e del Burden Sharing. La Regione con il piano energetico regionale – ha osservato Pittella – intende irrobustire la micro diffusione energetica, coinvolgendo gli attori pubblici e privati e i cittadini. Dobbiamo poi porre le condizioni di base per non determinare contraccolpi nel dopo petrolio – ha aggiunto l’assessore – studiando, sin da oggi, il modo migliore per affiancare gradualmente le rinnovabili, all’estrazione petrolifera. La Regione – ha detto ancora l’assessore alle Attività Produttive – ha lavorato per garantire anche una maggiore agibilità degli operatori per il rispetto alle procedure e degli iter amministrativi. Con il dipartimento formazione e lavoro – ha detto infine Pittella – stiamo lavorando per garantire ai tecnici esperti e alla manovalanza di primo livello voucher di sostegno per l’apprendistato professionalizzante”. “Quello odierno – ha detto l’assessore alla Formazione Vincenzo Viti – è stato un dibattito utile e fecondo. Le rinnovabili – ha aggiunto Viti – sono un cantiere in continua evoluzione e gli sforzi che stiamo compiendo sui vari fronti ne sono la dimostrazione. La Basilicata sta concentrando importanti risorse in questo settore per favorire profili qualificativi ed innovativi. In questa direzione – ha concluso Viti – l’apprendistato e la formazione continua possano favorire l’interconnessione dell’offerta formativa con gli investimenti”. “La giornata odierna può essere considerata lo start up piano energetico regionale” ha detto il presidente della Regione Basilicata, Vito De Filippo, concludendo i lavori. “L’approvazione delle linee d’indirizzo e il metodo bar camp – ha aggiunto De Filippo – costituiscono la base per unire tutti coloro che hanno l’interesse a mettere in rete le proprie competenze. Questo è il modo migliore per dare una risposta alla complessa visione sul tema dell’ambiente e della salute. Il Memorandum – ha ricordato De Filippo – precisa che non ci saranno altre estrazioni, se non si instaurerà un nuovo rapporto tra Stato e compagnie petrolifere per adeguate azioni di monitoraggio e di rispetto ambientale. Nell’aggiornamento del piano energetico regionale la parola predominante dovrà quindi essere quella dell’innovazione. Dobbiamo innovarci nello sviluppo e nei consumi e imparare a governare i territori in termini di rispetto ambientale. Per un piccolo territorio dalle tante risorse fossili e sostenibili – ha concluso De Filippo – tutto ciò può significare scrivere pagine interessanti sia nel piano energetico nazionale, sia in quello europeo”.
O il convegno è fallito o non si è ritenuto opportuno aprire le danze.
Non si mettono in campo i carri armati per ammazzare le mosche. Nessuno mette in discussione i pannelli sui tetti delle case e dove è possibile la piccola centrale a biomasse da pochi Watt, l’eolico è tutta una storia squallida a se stante. Il sequestro ed il successivo dissequestro delle 6 pale a Melfi parlano chiaro.
Bisogna vigilare, a questo convegno ci sono state alcune assenze ed alcuni mancati interventi.
Viti conta il due di coppe.De Filippo non si è sbilanciato se non per il memorandum e comunque dando rilevanza all’ambiente.Alla ripresa bisogna stringere sulle Attività Produttive per fare chiarezza e capire in acque si naviga.
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