E’ stato il Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, ad inaugurare intorno a mezzogiorno nella sala delle Arcate di Palazzo Lanfranchi a Matera la mostra “Futurismo Italiano. Il contributo del Mezzogiorno agli sviluppi del Movimento”, promossa e organizzata in collaborazione con la Direzione regionale Musei Veneto.
Al taglio del nastro hanno partecipato il Direttore generale Musei, Massimo Osanna, la Direttrice del Museo, Annamaria Mauro, ideatrice della mostra con Daniele Ferrara e il curatore Massimo Duranti.
Presenti tra gli altri Monsignor Pino Caiazzo, Arcivescovo della diocesi di Matera-Irsina e Vescovo di Tricarico, il senatore Gianni Rosa, il consigliere regionale Piergiorgio Quarto, il presidente della Provincia di Matera, Piero Marrese, il sindaco di Matera, Domenico Bennardi, l’assessore comunale alla cultura Tiziana D’Oppido, il consigliere comunale Francesco Lisurici, Antonio Minonne di Fratelli d’Italia.
Presente a Palazzo Lanfranchi per visitare la mostra Angela Filipponio, moglie di Piniccio Tatarella, storico esponente del Movimento Sociale Italiano e di Alleanza Nazionale e già vice presidente del Consiglio dei Ministri.
Fino al 10 gennaio 2024 in esposizione più di 130 dipinti, sculture e disegni provenienti da musei pubblici, fondazioni, archivi e collezioni private. Completano il percorso documenti d’archivio editi e inediti provenienti da diverse istituzioni nazionali.
“Il Futurismo, movimento che dall’Italia si affermò in tutto il mondo, seppe lasciare tracce a tinte forti anche nel Meridione nel segno di una sfida culturale al rinnovamento e alla creazione di una modernità – ha detto il Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano – Ricostruire i passaggi a Sud di questi visionari delle avanguardie è una delle sfide vinte dagli organizzatori della mostra che hanno centrato innanzitutto l’obiettivo del recupero conoscitivo di questo fenomeno che ha contagiato tutte le discipline artistiche, lasciando un’eredità di pensiero e di creatività ancora attuale”.
Ad essere proposti a Palazzo Lanfranchi sono più di 130 dipinti, sculture, disegni, provenienti da musei pubblici, fondazioni, archivi e collezioni private. Completano il percorso documenti d’archivio editi e inediti provenienti da diverse istituzioni. Dal Museo nazionale Collezione Salce sono giunti alla mostra di Matera ben 25 manifesti futuristi, a conferma della collaborazione tra il Museo nazionale di Matera e la Direzione regionale Musei Veneto intorno al progetto “Futurismi”.
La mostra, ideata da Annamaria Mauro e Daniele Ferrara, curata da Massimo Duranti, è promossa dal Museo nazionale di Matera in collaborazione con la Direzione regionale Musei Veneto.
Per il Direttore generale Musei, Massimo Osanna: “La vocazione del Museo nazionale di Matera come centro di ricerca e memoria della tradizione storica e culturale del Meridione trova piena espressione nella mostra dedicata al Futurismo. L’esposizione focalizza l’apporto degli artisti del Mezzogiorno nella nascita e nello sviluppo di questa importante esperienza artistica del secolo scorso. La collaborazione del Museo nazionale di Matera con la Direzione regionale Musei Veneto e la pluralità dei prestatori rappresentano le potenzialità del lavoro corale e dello spirito di cooperazione che anima il Sistema museale nazionale”.
“Una rilettura del ruolo avuto dal Mezzogiorno nella diffusione ed elaborazione del Movimento che vuole riprendere il discorso dell’Italia, dalla Campania e dall’Abruzzo in giù e fino alle isole maggiori, come il più grande ‘luogo’ del Futurismo, luogo animato non solo dai futuristi nati e vissuti nel Mezzogiorno, ma anche da tutti i futuristi italiani che negli eventi e manifestazioni svoltesi nel Meridione parteciparono attivamente da protagonisti, comprimari e attori”, evidenzia la direttrice del Museo nazionale di Matera, Annamaria Mauro.
“Nel catalogo – sottolinea il curatore Duranti – nell’ambito degli esiti della ‘Ricostruzione futurista dell’Universo’, è richiamato il manifesto del 1915, firmato da Giacomo Balla e Fortunato Depero, che segna la continuità e l’evoluzione della prima stagione ‘eroica’ del Futurismo e che teorizzava l’interesse del movimento per ogni forma di espressività e dunque letteratura, poesia, cinema, teatro, musica, arredo, cucina. Per questo motivo, una sezione della mostra è dedicata alle arti applicate: mobili, arazzi, abiti, maioliche. Importante è la presenza dell’‘Intonarumori’ di Russolo, nella ricostruzione di Pietro Verardo che ripropone sonoramente l’invenzione del futurista in materia di musica-non musica. Accanto a questo apparato e sempre in materia musicale, vengono esposti gli spartiti, conservati al Conservatorio di musica Lorenzo Perosi di Campobasso, di Nuccio Fiorda”.
Accanto ai nomi dei protagonisti Boccioni, nativo della Calabria, Balla, Severini, Carrà, Depero, Prampolini, Dottori, Benedetta ci sono anche quelli di personaggi meno noti, ma non meno significativi come Roherssen, Bologna e Castellana.
Per quanto riguarda gli aeropittori, saranno presenti opere di numerosi futuristi le cui peculiarità furono declinate da Marinetti stesso nel 1939: Prampolini e Crali inseriti nella “Aeropittura stratosferica cosmica biochimica”; Fillia e Diulgheroff nell’ “Aeropittura essenziale, mistica ascensionale simbolica”; Dottori, Benedetta, Bruschetti, Peruzzi, Tano e Angelucci in quella trasfiguratrice lirica spaziale; Tato nella “sintetica e documentaria”. Opere di Dottori, Fillia e Bruschetti rappresentano l’Arte Sacra Futurista, codificata dal manifesto del 1931.
Oltre all’Aeropittura, negli sviluppi futuristi si manifesta la tendenza meccanicistica che viene rappresentata da opere di Depero, Pannaggi e Prampolini che manifesterà poi l’idealismo cosmico, presupposto dell’astrattismo. Particolare attenzione è riservata in mostra, guardando specificatamente al Meridione, ai “Circumvisionisti”, il gruppo dei futuristi campani attivi già dal 1914: pittori, poeti paroliberi, scrittori e intellettuali che animarono la presenza futurista a Capri e Napoli. Vengono così presentate opere dei fratelli Francesco e Pasqualino Cangiullo, Buccafusca, Cocchia, Peirce, Lepore, Maino protagonisti di un percorso culturale che dal Futurismo giunge al teatro napoletano di Antonio De Curtis.
Un focus è riservato al contributo al Futurismo della Lucania: ad essere esposte sono due rarissime opere di Joseph Stella, nativo di Muro Lucano, ma trasferitosi a 19 anni negli Stati Uniti, definito “il primo futurista d’America”.
Per orari di apertura e tutte le info: https://www.museonazionaledimatera.it/
Concept
La mostra Futurismo Italiano. Il contributo del Mezzogiorno agli sviluppi del Movimento, curata da Massimo Duranti, realizza una rilettura della prospettiva culturale e territoriale del sud dell’Italia come “luogo” privilegiato del Futurismo, soprattutto a partire dagli anni Venti, attraverso le opere dei più importanti protagonisti del Movimento non solo del Mezzogiorno, “luogo” dove si tennero mostre importanti fra Capri, Napoli, Salerno, Bari, Palermo.
Pittura, scultura, grafica, oggetti di arte applicata in mostra evidenziano esiti della Ricostruzione futurista dell’Universo, manifesto firmato nel 1915 da Giacomo Balla e Fortunato Depero, come conferma storico-critica dell’unità temporale e artistica (1909-1944) dell’avanguardia marinettiana.
Le opere e gli autori, anche i documenti in catalogo, sono frutto di ricerche attente che non si sono limitate ai protagonisti più noti del Futurismo che, pure, sono presenti, ma mettono in luce anche esperienze e figure meno note. Originale è poi la scelta di lavorare sulla contaminazione tra i dipinti e le sculture con i manifesti futuristi della Collezione Salce, di presentare la ricostruzione dell’Intonarumori di Luigi Russolo, la rivisitazione degli abiti futuristi di Emanuel Zoo e alcune suggestioni fotografiche futuriste contemporanee.
Un allestimento multimediale di Inera presenta spettacolarmente il Futurismo con immagini della mostra e di Matera. Nel catalogo edito da Gangemi Editore International, nelle due edizioni in italiano ed in inglese, è pubblicata un’ampia cronologia aggiornata che ricostruisce l’itinerario storico del Futurismo nel Mezzogiorno attraverso le mostre, gli articoli e gli eventi più significativi
di quel periodo.
Di seguito la dichiarazione rilasciata dal Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano a Matera.
Quali investimenti sono previsti da parte del Ministero della cultura per rilanciare il cinema italiano? “Il cinema è una forma d’arte che mi sta molto a cuore e che sta molto a cuore a tutto il Governo. Quello del cinema “è un settore che va severemente e seriamente riformato. Il cinema rappresenta una delle espressioni più moderne, quella più comprensibile forse da tutti quanti noi. Certo, questo è un settore dove ci sono stati tanti sprechi: ci sono film che sono stati finanziati e che poi hanno avuto una piccolissima presenza in sala. Addirittura ci sono film che hanno avuto spettatori che si contano sulle dita di una mano e sono stati stati dati milioni e milioni a progetti che non hanno avuto successo. Quindi il settore va severemente e seriamente riformato, anche interloquendo con le categorie, però le cose non possono rimanere in questo modo”.
Come mai è stata scelta Matera per questa mostra dedicata al Futurismo? “La scelta di Matera si spiega da sola, perché Matera è una delle grandi capitali culturali d’Europa, una capitale densa di identità, densa di storia, che merita sempre una continua valorizzazione, già è cresciuta tantissimo negli ultimi anni, io la conosco Matera, ci sono stato tante volte, è ovvio che questa città deve avere l’attenzione del Ministro della cultura”.
E’ stato forte il contributo del Mezzogiorno per il Futurismo? “Assolutamente, sì, è stato un contributo rilevante, all’inizio si è inteso il Futurismo come un fenomeno toscano, poi però sappiamo che Boccioni è nato a Reggio Calabria, ci sono stati grandi maestri come Caligiullo che hanno dato un contributo fondamentale, io credo che il Futurismo abbia rappresentato nel ‘900 uno dei movimenti culturali più importanti, certamente quello più aperto al Domani e forse uno dei movimenti culturali italiani che poi più si sono ritagliati spazi in tutto il mondo, pensiamo al futurismo americano e a varie forme di Futurismo in Europa, quindi è stato un fiore all’occhiello della nostra cultura”.
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La fotogallery dell’inaugurazione della mostra (foto www.SassiLive.it)