I cittadini lucani sono sempre più preoccupati e allarmati per l’insostenibile incremento incontrollato della popolazione della specie Sus scrofa sul territorio regionale che ormai raggiunge i centri abitati di Potenza e i nostri paesi, riesce a intrufolarsi a decine nei giardini di case private o di sconvolgere i raccolti di ettari di terreni agricoli. I cinghiali possono provocare incidenti stradali allorchè improvvisamente attraversano le strade e potrebbero malauguratamente trasmettere malattie all’uomo.
La regione Basilicata ha emanato la legge regionale 16 novembre 2018 N. 37 “Misure straordinarie per contrastare l’emergenza cinghiali in Basilicata”. L’obiettivo che il Piano si prefigge è quello di raggiungere un “equilibrio agro-ecologico” che sia sostenibile, garantendo una consistenza di popolazione del cinghiale sufficiente al mantenimento del ruolo ecologico della specie nell’ecosistema. Infatti, il prelievo selettivo è finalizzato al contenimento delle specie fino ad un livello compatibile con le caratteristiche ambientali.
“La Regione, in accordo con le aree naturali protette nazionali, istituite ai sensi della legge 6 dicembre 1991, n. 394, e su loro specifica richiesta motivata, può prevedere l’elaborazione di piani di controllo straordinari per le popolazioni di ungulati che rappresentano un pericolo per la tutela della biodiversità nelle aree vocate, intervenendo con azioni ecosostenibili quali l’installazione di chiusini, gabbie di contenimento e corral, la sterilizzazione farmacologica, l’utilizzazione di prodotti repulsivi compatibili con l’ambiente, la realizzazione di recinzioni e la messa in opera di strumenti di dissuasione o altri mezzi ritenuti efficaci.”
Il cinghiale è un onnivoro opportunista con tendenza frugivora, perché pur basando la dieta sul consumo dei frutti del bosco (ghiande, castagne e faggiole), si adatta a modificare anche drasticamente l’alimentazione in base alla disponibilità. La quota principale della dieta è costituita da vegetali, dei quali il cinghiale utilizza sia le parti aeree (gemme, frutti, bacche e semi, ma anche sistemi fogliari), che le parti sotterranee (radici, rizomi, tuberi). Gli alimenti di origine animale, sono quantitativamente meno importanti ma sempre presenti in tutte le stagioni. Il cinghiale ricerca attivamente soprattutto invertebrati presenti nel terreno (lombrichi, larve, ecc.), ma consuma opportunisticamente anche altre prede (piccoli Mammiferi, nidiacei, uova, anfibi, ecc.) o carcasse di altri animali. Quando le risorse naturali sono scarse, le produzioni agricole risultano particolarmente attrattive e possono arrivare a rappresentare la quota più importante della dieta. (mammiferi.org)
Il cinghiale, grazie alla sua adattabilità, non esita ad utilizzare risorse di origine antropica, causando danni diretti e indiretti ad agricoltura e zootecnia. I danni all’agricoltura, provocati da consumo diretto, attività di scavo e calpestio, sono molto variabili, a seconda delle disponibilità di risorse naturali, ma anche della morfologia del paesaggio e dell’assetto agronomico. La zootecnia, oltre a risentire del deterioramento delle aree pascolive e sottrazione di foraggi, può essere interessata da infezioni in grado di ridurre la produttività zootecnica o, nei casi più critici, determinare l’applicazione di misure obbligatorie di polizia veterinaria quali l’abbattimento di tutti gli animali presenti negli allevamenti infetti o il blocco delle movimentazioni di animali e loro derivati dall’area interessata dall’infezione. Il pericolo più consistente per l’uomo deriva tuttavia dalle malattie che il cinghiale è in grado di trasmettere (zoonosi). Tra le principali malattie trasmissibili troviamo la Trichinellosi che è una malattia parassitaria che viene contratta consumando carni crude o poco cotte di soggetti infestati. Esistono inoltre ulteriori malattie, quali Brucellosi, Epatite E e Tubercolosi, il cui rischio di trasmissione si limita mediante una adeguata formazione dei cacciatori al trattamento dei capi abbattuti e al rispetto delle norme ispettive e igieniche. (mammiferi.org) Mentre la peste suina africana interessa solo cinghiali e maiali e non l’uomo.
Allo stato dei fatti la situazione è molto difficile perchè gli obiettivi di contenimento della crescita smisurata di cinghiali non sono stati raggiunti e il pericolo si sta avvicinando alle case e ai cittadini. Di questo pare che le Istituzioni regionali di destra non se ne siano accorte.