Nicola Pavese, presidente dell’Associazione “Matera Ferrovia Nazionale”, in una nota interviene nel dibattito scaturito a seguito della presentazione a Milano del primo treno a batteria che dovrebbe entrare in esercizio nei prossimi anni. Di seguito la nota integrale.
Mentre da alcuni giorni in agro di Miglionico si stanno riavviando i lavori della ferrovia statale Ferrandina-Matera, i deficitari collegamenti delle Fal dalla Città dei Sassi a Bari da qualche settimana animano il dibattito materano. Facciamo innanzitutto un po’ di storia: con la legge finanziaria 2016 si stanziavano 210 milioni di euro con i quali RFI ha realizzato alcuni interventi propedeutici alla riprogettazione dell’opera conclusa nel 2018. L’anno dopo è stato ultimato il progetto definitivo sottoposto a Roma all’approvazione del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici. Intanto, nel 2017 è stata garantita la completa copertura finanziaria, alla quale nel 2021 si è aggiunta una quota del Pnrr mettendo a disposizione la somma complessiva di 429 milioni di euro.
Con il loro silenzio e immobilismo, probabilmente molti scettici speravano che il suddetto completamento dell’opera ferroviaria (previsto da una nuova rimodulazione di RFI per novembre 2025) ancora una volta non andasse in porto. Di conseguenza, dopo che le Fal, ricorrendo a un nuovo spreco di fondi pubblici, hanno presentato a Milano i primi esemplari di treni a batteria (da utilizzare da Altamura a Matera) alcuni ex amministratori e qualche sindacalista, con riflessioni e qualche ravvedimento, si sono accorti che (malgrado 25 milioni di euro annui) lo scartamento ridotto, gli irrisolti e improponibili tempi di percorrenza per Bari, la mancanza di collegamenti nei giorni festivi insieme all’impossibilità del trasporto delle merci, sono situazioni molto penalizzanti per il futuro di Matera e della regione. In varie occasioni, sono stati ribaditi che gli impegni delle Fal (circa le linee della Basilicata) sono stati disattesi, visti i frequenti ritardi e disservizi, in particolare dalla Città dei Sassi a Bari e da Potenza al capoluogo pugliese. Alla luce di questi fatti, sarebbe il caso di assicurare un efficace sostegno all’Associazione “Matera Ferrovia Nazionale” per il collegamento con Gioia del Colle, in modo da collegare le aree interne e quelle industriali direttamente (via Ferrandina-Matera-Gioia) nella stazione di Bari Centrale, nell’interporto di Bari Lamasinata e quindi nell’aeroporto internazionale di Bari Palese. Senza trascurare che dall’altro lato si raggiungerebbe il porto e l’aeroporto di Taranto Grottaglie e il Salento.
Ho l’impressione che ancora una volta non si stia affrontando il tema prioritario: “avvicinare” con i treni statali Matera alla Puglia, alla Campania e alla Calabria, ovvero alle più significative realtà turistiche, portuali, imprenditoriali e industriali delle regioni confinanti. Cosa che oltretutto creerebbe lavoro e sviluppo anche nell’area di Jesce e nelle diverse aree della Basilicata. La Metrotranvia dei Sassi, per la quale finalmente si sollevano dubbi circa l’utenza e gli enormi costi di gestione (a carico degli enti pubblici), non è certamente il problema principale. Matera deve uscire dall’isolamento attuale e può farlo se la politica riesce ad investire proficuamente nelle infrastrutture di sviluppo, consapevole degli effetti negativi che l’immobilismo di oggi produce. Bisogna pertanto occuparsi del collegamento con Gioia del Colle (Bari-Taranto-Brindisi-Lecce) e dell’ ammodernamento della linea Salerno-Metaponto–Taranto (che interessa tutta la Basilicata). Dove tra l’altro c’è da risolvere la questione Auletta-Tito-Potenza che consentirebbe una reale velocizzazione della linea, altrimenti destinata a diventare un ramo secco. Persino Bardi dice delle ovvietà quando afferma che “le infrastrutture lucane sono deficitarie”, quasi a voler riconoscere che il settore della mobilità in Basilicata è stato da lui ampiamente trascurato, malgrado il Pnrr. Bisogna quindi affrontare i problemi reali di Matera: la situazione della mobilità urbana, evitando le continue sovrapposizioni delle linee, va affrontata e risolta con Miccolis e comunque viene dopo. Adesso nel discutere “solo” di metrotranvia (da affidare alle Fal!) si rischia di distogliere l’attenzione dai problemi reali e più urgenti relativi all’isolamento di Matera. Questione irrisolta che penalizza l’intero territorio lucano.