Aumento canoni per alloggi di housing sociale a Matera, interrogazione del deputato Lomuti (M5). Di seguito la nota integrale.
Ennesimo atto di incuria del centrodestra nei confronti dei più bisognosi.
Ho presentato un’interrogazione indirizzata ai ministri per la Famiglia, la Natalità e le Pari opportunità, dell’Economia e delle Finanze e delle Infrastrutture e dei Trasporti, al fine di sapere se fossero a conoscenza dell’aumento del canone abitativo a danno delle famiglie che alloggiano, per necessità, in residenze sociali.
A Matera, infatti, è stato realizzato un progetto di Social Housing di 115 appartamenti, per colmare la mancanza di abitazioni a canone agevolato, assegnati nel 2022 a famiglie numerose, giovani coppie, anziani e studenti fuori sede. L’obiettivo era quello di rispondere a situazioni di disagio socioeconomico.
Era il 2008 quando il Ministero Infrastrutture e Trasporti emanava il decreto per gli alloggi sociali, in ottemperanza alla Legge 8 febbraio 2007 n. 9, finalizzata a contenere il disagio abitativo.
Un alloggio sociale, come si legge al comma 2 dell’art.1 del Decreto n. 22/4/2008, è un’unità immobiliare adibita ad uso residenziale in locazione permanente che svolge la funzione di interesse generale, nella salvaguardia della coesione sociale, allo scopo di ridurre il disagio abitativo di individui e nuclei familiari svantaggiati, che non sono in grado di accedere alla locazione di alloggi nel libero mercato.
Il comma 2 dell’articolo 2 del Decreto n. 22/4/2008, inoltre, afferma che il canone di locazione dell’alloggio sociale va definito in relazione alle diverse capacità economiche degli aventi diritto e deve tener conto della funzione sociale dell’alloggio.
Se tutto questo è vero, com’è vero, ci chiediamo come mai, a fine gennaio 2023, Fabrica Immobiliare, tramite il gestore sociale Netural Coop Impresa Sociale, abbia comunicato ai residenti che, a partire dal canone di febbraio 2023, avrebbe applicato un adeguamento Istat pari all’11,8%, che si aggira attorno a €40,00 mensili per nucleo familiare. Questo tipo di aumento vanifica, evidentemente, gli sconti ai canoni di locazione e lo fa, per di più, in un momento di massiccia inflazione e di grave crisi economica. Inflazione e crisi che si abbattono, implacabilmente, proprio sulle famiglie dai redditi più bassi. L’aumento in questione, inoltre, tradisce la funzione che il social housing dovrebbe assolvere, ovvero la salvaguardia dei nuclei familiari svantaggiati e la riduzione del disagio abitativo.
Il Gruppo Cassa Depositi e Prestiti è stato il principale investitore nel progetto realizzato attraverso il Fondo Esperia, gestito da Fabrica SGR e sottoscritto da CDP, quindi trattasi di progetti realizzati con soldi pubblici e giustamente finalizzata alla protezione sociale delle categorie più deboli.
Ho, dunque, presentato un’interrogazione per sapere se i ministri coinvolti fossero a conoscenza delle criticità sollevate e, soprattutto, se intendessero intervenire per trovare soluzioni a tutela dei residenti degli alloggi sociali nella città dei Sassi.
In particolare, alla Ministra Roccella – impegnata in battaglie di retroguardia a danno delle donne e di quei puntelli faticosamente ottenuti, come la legge sull’aborto – chiediamo un supplemento di attenzione verso le categorie più fragili della nostra comunità.