“Sulla sanità le classifiche nazionali continuano a bocciare la Basilicata. Il Programma nazionale esiti pubblicato da Agenas dice che nella nostra regione nessuna struttura raggiunge un livello di qualità molto alto”. Lo afferma il segretario generale Cgil Basilicata Angelo Summa, per il quale “la sanità lucana è allo sbando. Gli indicatori – afferma – cristallizzano quello che è uno dei momenti più bui che il nostro territorio sta vivendo con la naturale conseguenza di un aumento della mobilità passiva, che oggi viaggia ad oltre 70 milioni di euro che certifica che ormai non ci si può curare in Basilicata dove e si è costretti a spostarsi in altre regioni per l’erogazione di prestazioni sanitarie.
In Basilicata – aggiunge – si allarga il debito della sanità, viene negato il diritto a migliaia di persone di potersi curare a causa di un sistema sanitario regionale ormai smembrato: senza medici, personale e, cosa ancora più grave, senza alcuna direzione e governo. Dimostrazione evidente è quanto accade al Dipartimento sanità, da quattro mesi con un direttore ad interim a metà servizio. Situazione identica si vive al Crob, dove da tempo è stato concluso l’iter per l’incarico del direttore, ma non si procede alla sua nomina. A peggiorare il quadro di una sanità allo sbando – sottolinea il segretario dello Spi Cgil Basilicata – le vicende dell’Azienda sanitaria di Matera: dopo anni caratterizzati da conflitti e nomine illegittime, dal prossimo primo novembre Pulvirenti, nominata commissaria all’Asl di Frosinone, presumibilmente lascerà il suo incarico. A oggi manca l’indicazione di un nuovo direttore generale e questo non farà altro che aggravare la paralisi che ha vissuto l’Asm negli ultimi quattro anni”.
Per Summa “questa è la realtà che lascia il governo Bardi: una sanità pubblica smembrata in ogni suo pezzo, con livelli di qualità, efficienza ed efficacia al minimo storico, ma soprattutto è stato privato ai lucani il diritto alle cure, considerati anche i tanti casi di malasanità.
Continuiamo a lottare – conclude Summa – affinché il servizio sanitario nazionale sia universalistico e gratuito nelle prestazioni, perché finanziato dalla fiscalità generale in modo proporzionale al reddito. Ma è necessaria una mobilitazione, servono azioni concrete vertenziali e di lotta per salvare la sanità pubblica, nella nostra regione e nel Paese”.