Dopo la venduta all’asta area ex Padula-Barilla-Tandoi a Matera, riportiamo la nota dell’ex sindaco di Matera Raffaello De Ruggieri. Di seguito la nota integrale inviata da Raffaello de Ruggieri, già Sindaco di Matera.
“Una città presa a mattonate”.
Aristotele insegnava che le virtù sono necessarie alle città.
Oggi Matera ha bisogno di recuperare le sue virtù urbane espresse per millenni con valore e fierezza.
Purtroppo, tradendo il tempo del futuro, recentissimi episodi stanno trasformando le virtù in vizi esaltando la “durezza” dei mattoni invece della morbida lievitazione dei neuroni.
È di questi giorni l’amara notizia che negli ultimi venti anni la popolazione giovanile lucana si è ridotta di 47.115 unità. Ignorando questo impressionante calo demografico, invece di favorire politiche attrattive per investimenti e occupazione, si continua a elasticizzare le regole urbanistiche per assecondare una rinata frenesia edilizia in un mercato ovviamente drogato.
Si è giunti a permutare in appartamenti, mediante demolizione e ricostruzione, persino il Palace Hotel, uno dei pochi alberghi di una città che pretende di difendere il raggiunto vessillo di meta turistica.Le ossa roventi di Pierino Sacco si rivoltano incredule e sdegnate nella tomba.
Accanto alla morte da infarto domestico di questa prestigiosa area di accoglienza, va registrato anche l’agonia storica di una forte testimonianza dell’imprenditoria materana, quella di Giovanni e Francesco Padula, conclusa con la svendita ai pubblici incanti dell’immenso opificio di via delle Cererie (circa sei ettari di città).
La dimensione dell’area ci suggerisce che dietro il nebbiogeno di qualche proposto servizio urbano (albergo?) si nasconda la ghiotta e dominante filiera residenziale.
Come è avvenuto per il centro direzionale, per la lottizzazione 33, per il mulino Alvino, ecc. i vincoli e i dinieghi esistenti svaniscono nel tempo per le cicliche mutazioni della rappresentanza municipale, e si trasformano in “mattoni”.
Ancora una volta, come già registrato nel 1979, Matera avrà più case che residenti, anche per l’inatteso decremento del loro numero, passato da 60.530 del 2019 a 60.167 del 2022.
Matera ha bisogno di lavoro per i suoi giovani e non di costose abitazioni!
Il 17 luglio 2017, nel rivolgere il saluto della comunità materana al Presidente della Repubblica, On. Sergio Mattarella, affermai che “noi potremo garantire alla città qualità urbana e qualità culturale, ma se non allunghiamo le filiere produttive continueremo a contare la dolorosa fuga della nostra gioventù. Il turismo non basta” in quanto il lavoro non si inventa con scelte di annunciati interventi, spesso fuori scala, ma è figlio della crescita economica, della produttività di un territorio, di concreti fermenti imprenditoriali.
Con questa tensione creativa è nata la proposta della prima zona economica speciale europea della cultura (ZES della Cultura 4.0) da localizzare nel vasto e simbolico spazio urbano dell’ex pastificio Padula dove insediare fabbriche di produzione delle industrie culturali e creative nei settori trainanti dell’audiovisivo, del cinema, del multimediale, dei videogiochi, del software, dell’editoria, dell’artigianato artistico, del design, dell’advertising, della musica, dell’arte figurativa, della valorizzazione e della promozione del patrimonio culturale attraverso la realtà virtuale e la realtà aumentata.
La vocazione dello storico luogo produttivo andava attualizzata: dove un tempo si produceva cibo per il corpo, si sarebbe prodotto cibo per la mente.
È avvenuto che mentre si enunciavano e si confrontavano soluzioni e destinazioni (zes della cultura, progetto bandiera, rigenerazione urbana, ecc.), tra inerzie e silenzi, la vendita in asta pubblica dell’ampio compendio industriale si è conclusa, chiudendo il sipario sull’annosa questione.
La storia è maestra di vita e come ci ricordavano gli antichi romani: “dum Romaeconsulitur, Saguntumexpugnatur” (mentre a Roma si discute, Sagunto è espugnata). Mentre si meditava sei ettari di città sono stati perduti per una manciata di euro.
Questo dannoso torpore non era e non è giustificabile perché oltre alla dimensione del prezzo raggiunto per l’acquisto del complesso aziendale, vi era la novità legislativa della “Zes unica” che ha abrogato l’obbligo di disporre di una apposita normativa approvata in Parlamento.
È mancata, dunque, la convinta adesione ad un progetto inedito e chi governa non ha brillato per preveggenza, ignorando la regola lamalfiana secondo cui “chi fa politica deve coniugare i verbi al futuro”.
Oggi, con competenza e realismo, occorre aprire un confronto cittadino per riannodare i fili della questione e per recuperare l’obiettivo perduto, perché questo strategico e vasto “lacerto” di città torni ad essere fabbrica per la produzione creativa, per l’occupazione giovanile e per il lavoro.
È essenziale, quindi, che le odierne giustificazioni, denunce e rassegnazioni si trasformino in dialettico confronto pubblico, perché i “monologhi” non fanno “dialogo”.
Sarà l’apertura di un tavolo di lavoro a verificare e a stabilire le strategie e le azioni in grado di restituireai fabbricati e alle superfici dell’ex pastificio Padula il ruolo di strumento di crescita e di sviluppo della comunità materana.
La saggezza popolare ci ricorda:” …predica bene e razzola male…”.
Leggo:…”Oggi, con competenza e realismo, occorre aprire un confronto cittadino” ….”È essenziale, quindi, che le odierne giustificazioni, denunce e rassegnazioni si trasformino in dialettico confronto pubblico, perché i “monologhi” non fanno “dialogo”.
Sarà l’apertura di un tavolo di lavoro a verificare e a stabilire le strategie e le azioni in grado di restituire ai fabbricati e alle superfici dell’ex pastificio Padula il ruolo di strumento di crescita e di sviluppo della comunità materana”…
Caro Raffaele, non mi pare che durante la Tua amministrazione ci sia stata una consuetudine al confronto ed al dialogo, altrimenti a Matera, all’epoca gestita con verbi coniugati con la prima persona singolare, sarebbero stati risparmiati vuoti realizzativi e pensilina impropria e, per di più, di imitazione.
Da quanto da te saggiamente sopra riportato è assolutamente vero che…”il lavoro non si inventa con scelte di annunciati interventi, spesso fuori scala ma è figlio della crescita economica, della produttività di un territorio, di concreti fermenti imprenditoriali” …
Io continuo ad avere fiducia in chi investe in modo accorto e saggio RISORSE PROPRIE se sa seguire, con il sano obiettivo della remunerazione degli investimenti, i lungimiranti suggerimenti di Amministratori accorti e comunità pronte al confronto.
Auspico che chi ha acquistato area ed immobili sappia essere più aperto al confronto di quanto non abbiano fatto le amministrazioni comunali recenti ed attuale.
Intanto prepariamoci agli auspicati inevitabili confronti con spirito positivo e lungimirante, augurandoci che i “privati”, ora direttamente coinvolti in una impresa di grande rilevanza per la città, siano più pronti ai suggerimenti che la Città saprà offrire di quanto abbia fatto il “pubblico”.