De Palma (Fiom Cgil nazionale): “Le lavoratrici e I lavoratori dell’industria sono centrali per la transizione ecologica. È necessario raggiungere un accordo tra Governo, Stellantis e organizzazioni sindacali per il rilancio della produzione in tutti gli stabilimenti del gruppo e della filiera della componentistica e per garantire occupazione e migliori condizioni di lavoro”. Di seguito la nota integrale.
“Il lavoro è un diritto fondamentale secondo la nostra Costituzione. Tuttavia, in particolare nel Mezzogiorno, le lavoratrici e i lavoratori si trovano spesso in una condizione di ricatto e di lavoro non dignitoso. Sono necessari investimenti sull’innovazione e politiche industriali per programmare l’industria del futuro attraverso la transizione energetica, tecnologica e ambientale e per garantire occupazione e salario”. Lo ha dichiarato Michele De Palma, segretario generale Fiom-Cgil nazionale, oggi a Potenza all’incontro promosso dal sindacato dei metalmeccanici della Cgil “Sentieri della dignità: transizione ecologica, Costituzione, pace, legalità e antifascismo”. Al centro del dibattito il tema della transizione ecologica in Italia e in Basilicata alla luce della situazione internazionale e dei due grandi conflitti in atto (Russia e Ucraina, Israele e Palestina) e le ripercussioni che queste hanno sulle politiche energetiche e industriali nazionali e internazionali e più in generale sulle condizioni di vita delle persone nel mondo, a partire dai civili vittime dei conflitti, rispetto ai quali la Fiom Cgil invoca la pace.
“Le lavoratrici e I lavoratori dell’industria – ha aggiunto De Palma – sono centrali per la transizione ecologica. Il rischio che stiamo correndo è che le multinazionali come Stellantis fanno grandissimi risultati per gli azionisti e l’amministratore delegato, mentre per le lavoratrici i lavoratori sono a rischio i salari e l’occupazione. È necessario raggiungere un accordo tra Governo, Stellantis e organizzazioni sindacali per il rilancio della produzione in tutti gli stabilimenti del gruppo e della filiera della componentistica e per garantire occupazione e migliori condizioni di lavoro”.
La Fiom, insieme a Fim e Uilm, “è impegnata nei prossimi mesi a predisporre le piattaforme per il rinnovo dei CCNL attraverso una campagna di ascolto delle lavoratrici e dei lavoratori. Nella piattaforma del prossimo rinnovo del contratto collettivo nazionale dei metalmeccanici – ha precisato il dirigente sindacale- le priorità saranno la dignità del lavoro a partire dall’aumento del salario, dal contrasto alla precarietà, dalla riduzione degli orari e alla redistribuzione del lavoro, dal rafforzamento delle misure per la salute e la sicurezza dei lavoratori.
Lo sciopero nazionale indetto da Cgil e Uil, per cambiare le politiche economiche e sociali del Governo, è solo l’inizio. L’articolo 41 della nostra Costituzione recita: “L’iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla salute, all’ambiente, alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana”. Vogliamo costruire un Paese in cui il lavoro promuove la libertà e la dignità umana. E per questo – ha concluso De Palma – è necessario un patto con le nuove generazioni di lavoratrici e lavoratori per potere, insieme, cambiare il Paese”.
Per la segretaria generale della Fiom Cgil Basilicata, Giorgi Calamita, intervenuta all’evento “la transizione ecologica è un fenomeno molto importante che noi sosteniamo e che caratterizzerà anche il nostro paese nei prossimi anni, non solo dal punto di vista industriale, ma anche dal punto di vista sociale, per poter accompagnare il cambiamento, per poter cogliere gli obiettivi che l’Unione Europea ci ha indicato al 2030 e al 2050 sulla decarbonizzazione. Per migliorare il clima e abbattere le emissioni abbiamo bisogno di mettere in campo una serie di iniziative di politica industriale che sostengono i settori dell’industria nel nostro Paese. L’automobile è uno di questi settori perché, tra le altre decisioni assunte dall’Unione Europea, c’è la messa al bando dei motori a trazione termodinamica al 2035. Dobbiamo provare a capire se per quella data il nostro Paese sarà in condizioni di avere a tutta l’energia elettrica necessaria disponibile per alimentare il parco automobili. Se ci saranno le infrastrutture e quindi tutte le colonnine di ricarica che serviranno per gestire la ricarica delle batterie. Se saremo messi nelle condizioni di avere nel Paese delle filiere industriali che costruiscono la tecnologia per quel tipo di trasporto e quindi le batterie e questo è un tema che ovviamente riguarda l’Europa ma riguarda anche noi”.
Calamita ha ricordato come la Basilicata sia direttamente coinvolta nella crisi industriale in atto, “con un impatto negativo in alcuni settori, meno in altri. Il settore automotive Stellantis anche a Melfi e nell’ indotto stanno subendo una trasformazione e transizione verso una produzione elettrica che noi abbiamo sostenuto, ma per via del ritardo degli investimenti sulla ricerca, sull’innovazione e sulla transizione energetica e tecnologica, per responsabilità di FCA e per l’assenza di una politica industriale, rispetto alle altre case automobilistiche in altri paesi, viviamo oggi l’ impatto negativo sulla produzione e sull’occupazione. Il continuo efficientamento messo in atto dall’azienda sta producendo un pericoloso peggioramento delle condizioni di lavoro, di salute e sicurezza, oltre a un ridimensionamento dell’occupazione, messo in atto con trasferte ormai 1400 lavoratori coinvolti, che riteniamo essere spinte a licenziamenti mascherati e incentivo all’esodo di 1200 lavoratori, passando da un numero di occupati pari a 5800 lavoratori a 3200, motivo per il quale la FIOM CGIL non ha firmato l’accordo sul contratto di solidarietà di luglio 2023. Nonostante l’annuncio dei 5 modelli elettrici non vi è una visibilità sui volumi produttivi e occupazionali per Stellantis e per tutto l’indotto dove l’incertezza sull’acquisizione delle nuove commesse potrebbe portare a una perdita di occupazione.
Oggi – ha concluso Calamita – è necessaria un’azione straordinaria. L’utilizzo massiccio di ammortizzatori sociali sta mettendo a dura prova le famiglie. Sono necessari investimenti pubblici e privati e una politica industriale che progetti l’industria nel nostro paese verso la transizione. Il Governo nazionale e regionale non possono continuare ad essere sordi ai richiami del sindacato che chiede un confronto perché si possano cogliere le nuove sfide e opportunità per via della transizione ecologica, tecnologica e digitale dell’industria nel nostro paese così come avviene in altri paesi anche dell’Europa”.