Al Presidente
del Consiglio Regionale
della Basilicata
Ai Consiglieri Regionali
della Basilicata
Oggetto: Richiesta di convocazione urgente di un Consiglio Regionale per discutere la mozione: “Acqua bene comune privo di rilevanza economica”.
Sig. Presidente e sig.ri Cgonsiglieri,
il Coordinamento Regionale Acqua Pubblica di Basilicata, nel novembre dello scorso anno, inviò a Lei , presidente del Consiglio, la richiesta di convocazione di una sessione straordinaria del Consiglio Regionale di Basilicata allo scopo di discutere della nuova situazione determinata dalla conversione in legge del DL n. 135/2009 che impone che la gestione dei servizi locali di rilevanza economica, fra cui quella delle risorse idriche, venga privatizzata a far tempo dal 1° gennaio 2012.
Alla richiesta venne allegata una mozione, che il Coordinamento sottoponeva all’attenzione dell’Amministrazione Regionale, in cui si chiedeva che il Consiglio Regionale deliberasse:
• di confermare l’orientamento teso a garantire il controllo pubblico del ciclo dell’acqua (reti, gestione ciclo idrico integrato, erogazione) ;
• di approvare e fare propri i principi secondo cui:
– l’acqua è un bene comune, un diritto umano universale non assoggettabile a meccanismi di mercato e la sua gestione è, quindi, un servizio privo di rilevanza economica
– la disponibilità e l’accesso individuale e collettivo all’acqua potabile sono garantiti in quanto diritti inalienabili e inviolabili della persona umana.
– la proprietà e la gestione del servizio idrico devono essere pubbliche e improntante a criteri di equità, solidarietà (anche in rapporto alle generazioni future) e rispetto degli equilibri ecologici;
– il servizio Idrico Integrato è un servizio pubblico essenziale, di interesse generale, rientrante nella competenza esclusiva della Regione (art. 117 Cost.) che deve essere gestito con meccanismi che garantiscano la partecipazione sociale.
• di modificare lo Statuto della Regione Basilicata introducendo i principi sopra esposti ed impegnasse la Giunta Regionale:
– per la predisposizione di una Legge Regionale che regolamenti il servizio idrico integrato come servizio privo di rilevanza economica e che conseguentemente trasformi le società gestionali attualmente operanti nel settore e presenti sul territorio in un unico soggetto giuridico di diritto pubblico improntato a criteri di economicità, efficienza e trasparenza nei confronti dei cittadini
– per l’impugnativa della predetta norma dinanzi alla Corte Costituzionale con un ricorso a difesa dell’autonomia regionale.
Il Governatore De Filippo ha manifestato con chiarezza un parere concorde al contenuto della presente, esprimendo il proprio dissenso rispetto a quanto accaduto a livello parlamentare
Molti consiglieri si sono già espressi a favore di tutte quelle iniziative da intraprendere affinché l’acqua venga considerata “bene comune privo di rilevanza economica”.
Nonostante ciò, a distanza di alcuni mesi, il Consiglio non ha ancora avviato azioni concrete in tal senso.
Chiediamo pertanto, considerata anche l’imminenza dell’appuntamento elettorale del prossimo marzo, di voler convocare un Consiglio regionale per discutere il testo della mozione di cui sopra, già nota a codesta Presidenza e che, ad ogni buon conto, si ripropone con la presente a tutti i membri del Consiglio regionale.
Comitato Acqua Pubblica
Il Portavoce: Lidia Ronzano
Mozione
Il Consiglio Regionale della Basilicata
Oggetto: Approvazione di principi orientati al concetto dell’acqua quale “bene comune dell’umanità” e per la gestione pubblica delle risorse idriche
PREMESSO CHE
– L’acqua è un bene essenziale ed insostituibile per la vita e pertanto la disponibilità e l’accesso all’acqua potabile ed all’acqua necessaria per il soddisfacimento dei bisogni collettivi costituiscono un diritto inviolabile dell’uomo, un diritto universale, indivisibile che si può annoverare fra quelli di riferimento previsti dall’ art. 2 della Costituzione Italiana.
– A partire dalla promulgazione della Carta Europea dell’Acqua (Strasburgo 1968) la concezione dell’acqua come “bene comune” per eccellenza si è affermata a livello mondiale.
– Complessivamente oltre 1 miliardo e 400 milioni di persone che abitano il pianeta non hanno accesso all’acqua potabile e che per far fronte a questa situazione è stata promossa la campagna mondiale Acqua diritto umano bene comune ed è stato costituito un Comitato Internazionale per un contratto mondiale per l’acqua;
– Tra le iniziative del Comitato Internazionale per un contratto mondiale per l’acqua vi è la diffusione del Manifesto dell’Acqua di cui si condividono i contenuti;
Le ragioni del Comitato Internazionale per un contratto mondiale per l’acqua sono condivise in Italia anche da Amministrazioni locali che lo scorso 21 novembre 2008 hanno costituito il Coordinamento nazionale degli Enti Locali per l’Acqua pubblica;
– Peraltro, il “bene acqua”, pur essendo rinnovabile, per effetto dell’azione antropica può esaurirsi: è quindi responsabilità individuale e collettiva prendersi cura di tale bene, utilizzarlo con saggezza, e conservarlo affinché sia accessibile a tutti nel presente e disponibile per le future generazioni.
– La risoluzione del Parlamento europeo del 15 marzo 2006 dichiara “l’acqua come un bene comune dell’umanità” e chiede che siano esplicati tutti gli sforzi necessari a garantire l’accesso all’acqua alle popolazione più povere entro il 2015 ed insiste affinché “la gestione delle risorse idriche si basi su un’impostazione partecipativa e integrata che coinvolga gli utenti ed i responsabili decisionali nella definizione delle politiche in materia di acqua livello locale e in modo democratico”
– Inoltre, la risoluzione del Parlamento europeo dell’11 marzo 2004 sulla strategia per il mercato interno – priorità 2003-2006 – già affermava, al paragrafo 5, “essendo l’acqua un bene comune dell’umanità, la gestione delle risorse idriche non deve essere assoggettata alle norme del mercato interno”
– Gli stessi organi della UE hanno più volte sottolineato che alcune categorie di servizi non sono sottoposte al principio comunitario della concorrenza; si veda ad esempio la Comunicazione della Commissione al Parlamento Europeo COM (2004) 374: “…le autorità pubbliche competenti (Stato, Regioni, Comuni) sono libere di decidere se fornire in prima persona un servizio di interesse generale o se affidare tale compito a un altro ente (pubblico o privato)”; è peraltro noto che non esiste alcuna norma europea che sancisce l’obbligo per le imprese pubbliche di trasformarsi in società private (come ribadito da: Corte di giustizia CE, 2005; Commissione CE 2003 e 2006; Parlamento CE, 2006)
– La Regione Basilicata, nonchè le Province ed i Comuni lucani, hanno già manifestato il proprio intento di mantenere il controllo pubblico del ciclo integrato dell’acqua, compresi il capitale ed i servizi ad essa collegati, ricercando condizioni di maggiore efficienza di gestione del servizio mediante l’istituzione della società di capitale ad esclusiva partecipazione pubblica Acqua S.p.a. –società per azioni per l’approvvigionamento idrico primario- (L.R. n.21 del 03 giugno 2002) e la costituzione , in data 30.07.2002, della società per azioni Acquedotto Lucano S.p.a., partecipata unicamente dagli enti locali regionali, a cui è stata affidata in via esclusiva la gestione del servizio idrico integrato (deliberazione ATO n.19 del 03.09.2002).
PRESO ATTO CHE
– La Camera dei Deputati del Parlamento Italiano ha avviato la discussione di un disegno di legge di iniziativa popolare che ha l’obiettivo di assicurare una quantità minima vitale di acqua, gratuita, a tutti gli esseri umani e di sottrarre l’acqua (reti, gestione ciclo idrico integrato, erogazione) alle leggi del mercato e della concorrenza, garantendone la proprietà e la gestione interamente pubbliche, con il controllo delle comunità locali;
– I lavori di analisi e valutazione del DDL nelle Commissioni interessate procedono con ritmi molto lenti e nel frattempo sono state adottate norme di legge che tendono a ridurre l’acqua a bene di consumo ed a privatizzarne la gestione a far tempo dal 1° gennaio 2012 (art. 23-bis del DL 25.06.2008 n.112 convertito nella legge n.133 del 06.08.2008 – art.15 del DL n.135 del 25.09.2009 attualmente in fase di conversione in legge);
– In ottemperanza a queste norme, la Regione Basilicata dovrà procedere all’indizione di una gara pubblica di appalto per la gestione del ciclo idrico
CONSIDERATO CHE
– Ciò è in contrasto con l’intento di mantenere il controllo pubblico del ciclo integrato dell’acqua, già manifestato dalla Regione Basilicata
– Diversi comuni della Basilicata hanno approvato delibere in cui si afferma che l’acqua è un bene comune e che la sua gestione non può essere assoggettata alle leggi del mercato e della concorrenza ed hanno modificato in tal senso i propri Statuti
– E’ nato nella Regione Basilicata un ampio movimento di cittadini che chiedono una gestione pubblica e democraticamente partecipata del servizio idrico integrato
– Per sostanziare il principio del diritto dell’acqua come universale e inalienabile, nonché per riorientare il sistema di tariffazione agevolata per le fasce sociali meno abbienti verso un sistema che assicuri maggiore responsabilizzazione degli utenti e politiche di risparmio idrico, appare opportuno introdurre all’interno dell’ordinamento regionale la definizione del servizio idrico integrato come servizio pubblico essenziale, di interesse generale, privo di rilevanza economica
– Nel condividere sostanzialmente gli obiettivi del movimento mondiale per il diritto all’acqua, che coinvolge un sempre maggior numero di Enti Locali in tutto il Paese, appare opportuno che la Regione Basilicata si doti degli strumenti istituzionali e di un quadro legislativo di riferimento per sviluppare un’azione in tal senso
– Anche la Regione Puglia ha manifestato, con Delibera di G.R. n. 1959 del 20.10.2009, il proprio intento di mantenere il controllo pubblico del ciclo integrato dell’acqua mediante la trasformazione di Acquedotto Pugliese S.p.a. in un soggetto giuridico di diritto pubblico ed impugnando, tra l’altro, l’art. 15 del DL n.135/2009
DELIBERA
• di confermare l’orientamento del Consiglio Regionale teso a garantire il controllo pubblico del ciclo dell’acqua (reti, gestione ciclo idrico integrato, erogazione) ;
• di approvare e fare propri i seguenti principi:
– l’acqua è un bene comune, un diritto umano universale non assoggettabile a meccanismi di mercato;
– la disponibilità e l’accesso individuale e collettivo all’acqua potabile sono garantiti in quanto diritti inalienabili e inviolabili della persona umana e si estrinsecano nell’ impegno a garantire ai cittadini un minimo vitale giornaliero pari a 50 litri per ogni persona
– la proprietà e la gestione del servizio idrico devono essere pubbliche e improntante a criteri di equità, solidarietà (anche in rapporto alle generazioni future) e rispetto degli equilibri ecologici;
– il consumo umano delle risorse idriche deve avere la priorità rispetto ad altri usi;
– il servizio Idrico Integrato è un servizio pubblico essenziale, di interesse generale, privo di rilevanza economica, e come tale non soggetto alla disciplina della concorrenza ma rientrante nella competenza esclusiva della Regione (art. 117 Cost.) che deve essere gestito con meccanismi che garantiscano la partecipazione sociale.
• di aderire al Coordinamento nazionale Enti Locali per l’Acqua Pubblica
• di modificare lo Statuto della Regione Basilicata introducendo i principi sopra esposti
• di impegnare la Giunta Regionale:
– ad inserire nella Legge Finanziaria di Previsione per l’anno 2010 tali principi ed, in loro attuazione, la tempistica per l’approvazione di una Legge Regionale che regolamenti il servizio idrico integrato come servizio privo di rilevanza economica e che conseguentemente trasformi le società gestionali attualmente operanti nel settore e presenti sul territorio in un unico soggetto giuridico di diritto pubblico improntato a criteri di economicità, efficienza e trasparenza nei confronti dei cittadini
– a formulare le linee guida per un piano finanziario pluriennale di manutenzione e rinnovamento delle infrastrutture idriche
• di dare mandato al dirigente coordinatore dell’Avvocatura affinché predisponga l’impugnazione dell’art. 15 del D.L. n. 135/2009 o dell’equivalente articolo della eventuale legge di conversione dinanzi alla Corte Costituzionale con un ricorso a difesa dell’autonomia regionale
• di trasmettere il presente atto, ad avvenuta esecutività, all’Avvocatura per i conseguenti adempimenti di competenza.
Potenza, 26 novembre 2009
PER il COORDINAMENTO REGIONALE ACQUA PUBBLICA
Il Portavoce del COMITATO ACQUA PUBBLICA POTENZA
Lidia Ronzano