Il 7 novembre presso il Dipartimento Salute si è svolta la prima riunione operativa del Tavolo tecnico per la Medicina di Genere, insediatosi lo scorso 11 luglio. La Commissione Regionale Pari Opportunità, che fin dall’inizio della legislatura ha lavorato per la costituzione del tavolo, ha partecipato ai lavori con la Presidente Margherita Perretti e la Commissaria Angela Lavalle.
Il Piano Formativo Nazionale per la Medicina di Genere, approvato con il D.M. n.21714 dell’11/04/2023 del Ministero della Salute, in attuazione dell’art.3 della legge n.3 dell’11 gennaio 2018, e volto a garantire la conoscenza e l’applicazione dell’orientamento alle differenze di genere nella ricerca, prevenzione, diagnosi e cura, coinvolge tra i soggetti erogatori le Regioni, che devono avere un ruolo cruciale nella sensibilizzazione, formazione e aggiornamento in medicina di genere tra gli operatori sanitari, attraverso piani di formazione regionali.
Presenti ai lavori quali componenti del tavolo tecnico la dr.ssa Rosalia Puzo per la Regione Basilicata, la dr.ssa Paola Guarino per l’Azienda Ospedale San Carlo, la dr.ssa Teresa Orlando per l’Ordine dei Medici della Provincia di Potenza, la dr.ssa Liliana Romano per l’ASP, la dr.ssa Principia Rosco per l’Ordine delle Professioni Infermieristiche della Provincia di Potenza, la dr.ssa Concetta Laurentaci per l’ASM, la dr.ssa Maria Cristina Mencoboni per l’Ordine dei Medici della Provincia di Matera, la dr.ssa Antonella Prudente per il CROB.
Si è costituito un gruppo di lavoro ristretto per elaborare un progetto di formazione per gli operatori sanitari da erogare su tutto il territorio regionale, unitamente ad un’azione di sensibilizzazione da rivolgere alla cittadinanza attraverso opuscoli, media e social. E’ molto importante, infatti, creare consapevolezza sul ruolo cruciale della conoscenza delle differenze di genere in medicina, per poter prevenire, diagnosticare e curare le malattie.
In base all’indicazione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità si definisce medicina di genere lo studio dell’influenza delle differenzebiologiche, socioeconomiche e culturali, caratterizzate dal sesso e dal genere, sullo stato di salute e di malattia di ogni persona. Questo approccio non deve tenere conto solo delle differenze genetiche o delle influenze ormonali, ma prendere in considerazione tutte le sfaccettature sociali e culturali del quotidiano.