Le classi della scuola primaria e media dell’Istituto Comprensivo “ Giacomo Leopardi “ di Potenza dicono “No” alla guerra dei bambini.
Dopo aver approfondito con la scuola primaria “Tullio Trotta” dell’Istituto Comprensivo “Potenza Quarto” i temi dell’emergenza climatica, Letizia Faraone e Leonardo Lucia, i due giovani volontari del progetto del Servizio Civile Universale UNICEF di Potenza “Costruiamo il futuro dei bambini e dei ragazzi in Italia” sono impegnati, dal 18 ottobre, a riflettere sui “diritti dei bambini e dei ragazzi in Italia “ con 10 classi della scuola primaria e 9 della scuola media dell’Istituto Comprensivo “ Giacomo Leopardi” , sempre di Potenza.
Il 20 novembre UNICEF celebra in tutto il mondo il 34 ° anniversario dell’approvazione all’ONU della “Convenzione sui diritti dell’infanzia” e sono proprio i bambini le prime vittime di questa guerra che insanguina dal 7 ottobre il Medio Oriente e si aggiunge in Europa alla guerra in Ucraina che si combatte già da più di un anno .
“ Ad un mese dall’inizio del conflitto in Medio Oriente-dichiara Andrea Iacomini, portavoce di UNICEF Italia, – sono 4.008 i bambini morti nella striscia di Gaza e 7.695 quelli feriti: più di 420 bambini e feriti ogni giorno. 31 bambini israeliani sono stati uccisi e altri 30 sono attualmente ancora in ostaggio a Gaza.”
Non è facile, non è semplice riflettere sulla violenza, sulla crudeltà di questi tempi con le nostre giovani generazioni, segnate da due anni di pandemia, eppure è necessario parlarne a scuola, anche perché i social della guerra si occupano tutti i giorni. Il progetto Scuola Amica UNICEF mette a disposizione gratuitamente di tutti gli insegnanti materiali adatti per le diverse fasce d’età.
E Letizia e Leonardo, coordinati dal presidente del Comitato Provinciale UNICEF di Potenza Mario Coviello, raccontano agli alunni di Nesma , operatrice UNICEF a Gaza e madre di due bambini che chiedono acqua sicura da bere.
Fanno vedere e poi riflettono sul video di Nadine, una ragazza palestinese di 10 anni che piange accanto alla sua casa distrutta dalle bombe e racconta che da grande vuole fare il medico , ma adesso “ ha solo 10 anni” e chiede al mondo se tutto questo dolore è giusto e se “ i grandi non possono fare qualcosa…subito “.
Insieme le ragazze e ai ragazzi, raccolti in cerchio nelle aule, riflettono su questa guerra che è diventata “ dei bambini” perché uomini, cresciuti nell’odio, dicono:” Se siamo pronti a sgozzare i bambini significa che niente ci può fermare, di noi dovete avere solo terrore”. E si bombardano scuole, ospedali, chiese, ambulanze perché lì possono nascondere “ terroristi”.
E le ragazze e i ragazzi, le bambine e i bambini che hanno ricordato che tutti hanno diritto alla vita,al cibo, alle medicine, ad una famiglia, all’istruzione, a una casa, si chiedono come possono aiutare l’UNICEF ad aiutare e decidono di raccogliere in un salvadanaio quanto serve per comprare le patatine, la merenda, la coca, per garantire kit d’emergenza con medicine, cibo, pillole per rendere l’acqua potabile nelle zone di guerra.
Questi alunni con papa Francesco gridano che con la guerra ci sono solo sconfitti e che non è giusto far crescere le giovani generazioni nel terrore.
Nov 09