Grandi emozioni questa sera nel Palazzo Bernardini a Matera per “Speriamo che tenga – humour ebraico e klezmer da camera”, spettacolo di teatro in musica contemporaneo con Anna Onorati e Stefania Carulli e Matera 2.0 Ensemble per la rassegna VivaVerdi Multikulti di Arterìa.
Sono state eseguite musiche popolari ebraiche con gli arrangiamenti di Anna Scammacca, le voci narranti di Anna Onorati e Stefania Carulli e le esecuzioni musicali affidate a “Matera 2.0 Ensemble” composta da Nunzia Rizzi, voce; Anna Maria Losignore, violino; Mario Latronico, clarinetto; Antonio Di Marzio, violoncello; Anna Claudia Scammacca, arpa; Francesco Rondinone, percussioni.
“Speriamo che tenga!” e’ l’esilarante conclusione di una delle spassose “barzellette” (ormai popolarissime anche grazie all’opera di Moni Ovadia) nate nel multiforme bacino della cultura pop-ebraico-yiddish. In scaletta dodici brani della tradizione klezmer e Yiddish:
Mechol Ovadia (Jewish song)
Tzadik Katamar (Jewish song)
Di tsimbl (Trad. Klezmer)
Oyfn Veg (Trad. Klezmer)
Lustige Nacht (Trad. Klezmer)
Sulam Yaakov (Jewish song)
Jankele mit Rivkele (Trad. Klezmer)
Schlof Main Kind, 7.40 A.M. (American Klezmer Style)
Tum Balalaika (Jewish song)
Klezmer Dance (Serban Nichifor)
Hava Nagila (Jewish song)
Frejlachs (Trad. Klezmer)
I brani sono interpretati da Anna Maria Losignore, violino; Mario Latronico, clarinetto; Antonio Di Marzio, violoncello; Anna Claudia Scammacca, arpa; Francesco Rondinone, percussioni.
Attorno alla musica si è svolta la narrazione/performance di Stefania Carulli e Anna Onorati che hanno dipinto un affresco gustosissimo della cultura ebraica: la mamma ebrea, lo psicanalista, il rabbino, il minuscolo villaggio dell’Europa orientale ( shtetl) prima della seconda guerra mondiale…
Il repertorio Klezmer, ricchissimo patrimonio musicale ebraico formatosi nei secoli nei poverissimi villaggi del centro Europa, testimonia ancora oggi la vivacità culturale di un popolo straordinario che costituisce una delle radici della unicità europea. In questa musica spesso il melodismo struggente si affianca ad una vena ironica e persino grottesca, come due facce di una identità culturale complessa, ambigua e “scomoda”. Nel repertorio dell’ensemble la vena popolare viene inserita in un camerismo di stampo classico, attraverso gli arrangiamenti di Anna Claudia Scammacca, lasciando emergere i timbri di due strumenti cari alla tradizione ebraica: il violino e il clarinetto.
Il ritmo, travolgente e irresistibile, è lo stesso che contrassegna l’umorismo ebraico: cinico, cerebrale, amaro, ma inarrestabile . Per questo motivo abbiamo voluto arricchire lo spettacolo con storielle, barzellette, canti e gags delle due performer Stefania Carulli e Anna Onorati. Lo spirito della cultura ebraica, così come si è venuto a formare nella sua storia millenaria, in particolare nella sua componente europea, si è tramandato per secoli di padre in figlio negli shtetl ma anche nelle città del centro Europa, dove, quasi per magia, e nonostante i pogrom e le reiterate persecuzioni, sono fiorite una letteratura e una cultura musicale di altissimo valore. Lo Humour sferzante delle storielle ebraiche è il terreno fertile sul quale sono nate le esperienze artistiche di Groucho Marx, Mel Brooks, Woody Allen e Moni Ovadia, per citarne solo alcuni.
Parafrasando una celebre frase di Elie Wiesel, il rabbino Marc-Alain Ouaknin ci insegna che: “l’ebreo ride con Dio o contro Dio, ma mai senza dio”.
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La fotogallery del concerto (foto www.SassiLive.it)