La Basilicata in Cantiere – Innovazione, Inclusione e Conversione ecologica. Sotto questo titolo si è svolto il X Congresso Regionale di Legambiente Basilicata, tenutosi a Potenza presso i locali di Scambiologico domenica 12 novembre, che ha visto la riconferma di Antonio Lanorte nel ruolo di Presidente e di Valeria Tempone in quello di Direttrice, la nomina di Luciano Castrignano nel ruolo di vice-direttore e il rinnovo del Consiglio Direttivo.
Il Congresso ha affrontato in un ampio dibattito aperto anche ad interventi di rappresentanti istituzionali, politici e sociali, i temi, illustrati in un documento politico, che caratterizzano la questione ambientale in Basilicata e gli assi secondo i quali, a parere di Legambiente, bisogna impostare il futuro socio-economico della Regione.
Una Regione, secondo Legambiente, che sconta una dipendenza ormai storica dal punto di vista economico dall’estrazione di idrocarburi e dalla produzione automobilistica a Melfi, settori che non riescono a garantire una crescita e, in prospettiva futura, con l’inevitabile crisi del settore oil&gas e la difficile transizione dell’automotive, rischiano di far crollare la tenuta socio-economica regionale se non verrà data priorità ad altri settori produttivi e non si investirà in innovazione. Queste sono le conseguenze di scelte di politica economica fatte negli ultimi 20-25 anni orientate ad un deliberato e progressivo ridimensionamento della componente produttiva endogena, all’abbandono di politiche di sviluppo connesse alle vocazioni territoriali.
La Regione si appresta ad affrontare una fase storica decisiva in uno scenario di opportunità, derivante dalla disponibilità di risorse finanziarie nazionali ed europee, probabilmente irripetibile. La chiave ambientale, con al centro la transizione ecologica ed energetica, è “la questione” che definirà le forme dello sviluppo, la grande opportunità per creare lavoro, per rendere più competitiva l’economia, per spingere innovazione e ricerca e combattere le disuguaglianze economiche, sociali e territoriali.
Una Regione che deve affrontare con strumenti innovativi il tracollo demografico operando concretamente per ridurre i divari territoriali nelle infrastrutture digitali e di trasporto, nell’istruzione e nella sanità.
E investire nei tanti “Cantieri della Transizione ecologica” necessari.
Secondo Legambiente sono tre i pilastri sui quali bisogna operare nei prossimi anni. Il primo è quello della rigenerazione e riqualificazione del territorio che significa transizione green del sistema industriale regionale e bonifica dei siti inquinati, con particolare attenzione alla riconversione produttiva del settore oil&gas in Basilicata e la costruzione di filiere nei campi dell’innovazione industriale ed energetica. E poi ancora riduzione del rischio idrogeologico e manutenzione del territorio, tutela e gestione dei fiumi e dell’acqua, lotta alle illegalità e rafforzamento dei controlli ambientali, rigenerazione urbana
Il secondo pilastro è quello della sfida della qualità ambientale e della tutela della biodiversità, attraverso un modello di agricoltura coerente con la transizione ecologica e i principi dell’agroecologia, un rilancio del settore forestale nell’ottica della gestione sostenibile del patrimonio boschivo, la tutela del capitale naturale attraverso una reale politica per i parchi e le aree protette, una strategia turistica adeguata alle nuove domande di turismo.
Infine il terzo pilastro fondato sulla connessione tra economia circolare e transizione energetica. Fare tanti impianti per riciclare i rifiuti e chiudere discariche ed inceneritori creando nuova economia e investire sulle fonti rinnovabili e nella mobilità elettrica come straordinarie opportunità di reindustrializzazione per una Basilicata lontana dalla tossica dipendenza dalle fonti fossili e dalle compagnie petrolifere. E poi ancora investire in efficienza energetica e riqualificazione degli edifici andando oltre il Bonus gas. Infine immaginando e concretizzando un futuro per la Basilicata al 2030 fuori dal petrolio e dal gas.
“Per realizzare le azioni, le opere e gli impianti della transizione ecologica nella nostra Regione – dichiara Antonio Lanorte, Presidente di Legambiente Basilicata – servirà l’unione di tante forze coalizzate a sostenere le scelte necessarie, alle quali noi daremo il nostro contributo collocando sempre al centro le persone. Lo faremo anche mettendo, come sempre, la conoscenza e l’ambientalismo scientifico come guida per orientare le nostre posizioni e le scelte da supportare. Cercando sempre l’equilibrio tra la corretta informazione fondata scientificamente e l’ambientalismo popolare e sociale, vicino alle vertenze delle comunità locali ma mai incline a derive demagogiche e populiste”.