Follia (Volt Basiliata): “Sanità da ricovero a causa di una politica malata, il 25 e 26 novembre gazebo in piazza Vittorio Veneto a Matera per chiedere il massimo delle risorse disponibili”. Di seguito la nota integrale.
La Regione deve garantire il diritto alla salute con il massimo delle risorse disponibili, con riferimento ai livelli essenziali di assistenza. Volt Basilicata scende in piazza per chiedere il rispetto di un diritto garantito dalla Costituzione e costantemente ribadito da leggi e sentenze. Si inizia da Matera: sabato 25 e domenica 26 novembre; a seguire, il partito della Rivoluzione Viola sta organizzando analoghe iniziative in tutta la regione.
I politici che governano questa regione continuano a ridurre le prestazioni sanitarie, pensando che tagliando le prestazioni, le persone smettano di ammalarsi. Al contrario, il risultato è un completo disastro sanitario che interessa – seppure in misura diversa – tutti gli ospedali lucani, dove la sanità pubblica non è più in grado di garantire assistenza con il risultato di causare un pericoloso fenomeno migratorio. Nel 2022 ogni cittadino lucano ha speso 125 euro per le cure fuori regione (a fronte dei 45 di media nazionale), che si sono tradotti in deficit a carico del bilancio regionale per circa 68 milioni di euro. Dati che rappresentano la sfiducia del popolo lucano nel sistema sanitario regionale, a cui si aggiunge la percentuale di cittadini, perlopiù fragili e anziani, che rinunciano del tutto alle cure. I più penalizzati sono i bambini: per ricevere cure in ambito pediatrico e adolescenziale, il 30,8 % delle famiglie lucane è costretto a cercare assistenza lontano da casa.
I fondi messi a disposizione per le cure presso le strutture convenzionate si sono rivelati insufficienti, con il risultato di un pericoloso blocco delle prestazioni e liste di attesa sempre più lunghe.
Dunque, niente cure fuori regione e niente cure in Basilicata, perchè i nostri ospedali sono stati spogliati praticamente di tutto: radiologia, pronto soccorso, geriatria, malattie infettive, psichiatria, anatomia patologica, laboratorio…
“Ma la legge è dalla parte dei cittadini – afferma Eustachio Follia, candidato presidente di Volt alle Regionali -: la Regione deve garantire il diritto alla salute con il massimo delle risorse disponibili, con riferimento ai livelli essenziali di assistenza. A questa politica serve un ripasso: serve un ripasso dell’articolo 32 della Costituzione, serve un ripasso delle sentenze a tutti i livelli, fino alla Corte costituzionale. Per questo, Volt va in piazza per raccogliere le firme: questa volta, contro la sanità da ricovero, il foglio di dimissioni (ai politici) lo firmiamo noi”.
Volt evidenzia tutte le carenze del sistema sanitario regionale: c’è una diminuzione progressiva dei medici di famiglia, passati da 475 nel 2019 a 435 nel 2021. Un calo dovuto in parte al grande numero di medici che sono andati in pensione nel 2022, oltre a quelli che lo faranno entro il 2023. Secondo il Gimbe, nel 2025 in Basilicata il numero dei medici di Medicina generale diminuirà di ulteriori 36 unità rispetto al 2021. Mancano infermieri, specialisti in numerose discipline (pediatri, anestesisti, psichiatri).
I temi sui quali si sta concentrando l’attenzione di Volt sono: la mancanza di risorse per la sanità (il Governo ha ripartito le somme per il Fondo sanitario: alla Basilicata solo 14 milioni e non sono assolutamente sufficienti; la Basilicata è tra le ultime regioni nella classifica della spesa per singolo abitante); le azioni della Regione Basilicata per far fronte alla mancanza di medici e infermieri; possibilità per tutti i cittadini di curarsi allo stesso modo indipendentemente dal proprio status sociale, economico e culturale; rafforzamento della prevenzione e creazione di una rete tra ospedale e territorio; riduzione delle lunghissime liste di attesa, la stabilizzazione dei precari, misure contro il sovraccarico di lavoro di dirigenti, medici e operatori sanitari, lo stallo in cui versano alcune Asp e versa il Crob di Rionero; la riclassificazione degli ospedali minori (Melfi, Villa d’Agri, Lagonegro, Venosa, Muro Lucano, Tricarico, Tinchi e Stigliano) e le difficoltà dell’Ospedale “Madonna delle Grazie” di Matera; la verifica del fabbisogno di prestazioni da affidare alle strutture private e la situazione dell’assistenza domiciliare ai circa 60 mila lucani non autosufficienti.