Il concerto con le 36 variazioni virtuose del compositore statunitense Frederic Rzewski (1938-2021), sulla canzone popolare andina “El pueblo unido jamás será vencido” con il pianista Emanuele Arciuli ha concluso questa sera al Teatro Guerrieri la 24^ edizione del Festival Duni è in programma
A cinquant’anni dal tragico colpo di stato in Cile dell’11 settembre 1973 che insieme alla vita di Allende distrusse le speranze di tanti giovani sudamericani, quella canzone di protesta portata in Europa dagli Inti Illimani ci aiuta ancora oggi a capire quanto il cantare possa contribuire alla libertà e alla giustizia in un mondo, purtroppo, non molto migliore in questo terzo millennio. Dopo l’indimenticato concerto di Beatrice Rana di due anni fa, la presenza per questo concerto del pianista barese Emanuele Arciuli ha confermato un dialogo tra le musiche antiche e la contemporaneità in cui il pianoforte è tuttora un ponte prezioso. Con un repertorio che spazia da Bach alla musica del nostro tempo, Emanuele Arciuli è ospite regolare di festival, orchestre ed istituzioni musicali tra le più prestigiose a livello internazionale. A proprio agio nel repertorio solistico con orchestra, in recital e in ambito cameristico, Emanuele Arciuli è considerato tra i massimi interpreti della musica del XX e XXI secolo, con particolare riferimento ai compositori statunitensi: sono più di cinquanta le pagine composte per lui da autori come George Crumb, Milton Babbitt, Frederic Rzewski, Michael Nyman, Michael Daugherty, John Luther Adams. Nel 2011 gli è stato conferito il premio della critica musicale italiana “Franco Abbiati” come miglior solista dell’anno. Dal settembre 2023 è Accademico effettivo di Santa Cecilia. È titolare della cattedra di pianoforte principale al Conservatorio “Piccinni” di Bari, insegna all’Accademia di Pinerolo dove coordina il biennio postgraduate di pianoforte contemporaneo, ed è professore ospite in numerose Università̀ degli Stati Uniti.
Così Dinko Fabris, direttore artistico del Festival Duni dal 2018 commenta le ultime scelte del Festival ”L’ultimo, intenso, week end musicale di questa edizione del Festival Duni, intende declinare in ulteriori territori, preziosi e diversi, il tema generale della voce cantata nella musica del passato, vista dall’osservatorio del sud e del Mediterraneo Si è scelta una data per un concerto immaginario ma plausibile, collocato nella Roma del 1620, quando in piena Controriforma i cardinali facevano a gara per manifestare il proprio splendido mecenatismo nei confronti delle arti e della musica: il più melomane fu certamente il Cardinal Montalto, di cui si ricostruisce il mondo sonoro con la voce inconfondibile di Furio Zanasi e gli strumenti tipici del tempo (chitarrone e chitarra, arpa tripla, il lirone e la viola da gamba). Seguirà uno spettacolo insolito e curioso, che vale ad unire il primo Seicento con l’Ottocento romantico, da Monteverdi a Beethoven, in un viaggio attraverso le “lettere amorose” inviate a vere o immaginarie amanti lontane. Infine, per concludere la nostra Rassegna con un tocco di ottimismo e di positività il nostro arrivo nella contemporaneità – troppo spesso oscurata da terribili accadimenti tutto intorno a noi – abbiamo accolto la proposta di Emanuele Arciuli, tra i massimi esperti di musica “americana” per pianoforte ma non solo, di rendere omaggio al compositore statunitense naturalizzato italiano Frederic Rzewski eseguendo le sue Variazioni su “El pueblo unido jamás será vencido”, un canto collettivo sudamericano che univa i popoli di tutto il mondo contro le dittature e la barbarie, fatto conoscere ed amare all’Italia dai mitici Inti Illimani”.
La fotogallery del concerto (foto www.SassiLive.it)