Sicurezza fermate trasporto pubblico locale nei Comuni lucani, dalle istituzioni preoccupante silenzio. Filt Cgil Basilicata valuta di rivolgersi alla Procura. Di seguito la nota integrale.
Sulla questione della sicurezza delle fermate del Tpl nei comuni lucani è calato un velo di preoccupante silenzio da parte di tutte le istituzioni nonostante continuino ad arrivare segnalazione da parte degli autisti su tutta la rete stradale regionali. La questione è nata da una segnalazione della Filt Cgil sulla statale 598 Fondo Valle dell’Agri dove le fermate venivano effettuate addirittura sulle corsie di accelerazione della statale stessa di competenza dell’ ANAS. È stato il direttore dell’ ANAS stessa a riferire che su quella strada non vi erano autorizzazioni alle fermate e che quindi le stesse risultavano abusive. Ha fatto seguito quindi la comunicazione della Provincia, titolare del contratto di servizio con Cotrab, di sospendere le fermate di Montemurro, Spinoso, Armento, Gallicchio, Brienza e Sasso di Castalda. Abbiamo quindi chiesto al direttore di ANAS, Carlo Pullano, di procedere a una mappatura su tutte le strade di propria competenza per fare il punto sugli interventi necessari. Dopo un vertice in prefettura, tuttavia, è calato il silenzio, come se il problema fosse limitato solo alla statale 598. Abbiamo chiesto anche al Comune di Potenza di fare lo stesso, soprattutto nelle contrade in situazione di pericolo e con scarsa luminosità, ma anche qui non abbiamo ottenuto nessuna notizia. Sono rimaste inascoltate anche tutte le nostre richieste di convocazione a Prefetto di Potenza, Regione Basilicata e altri organi istituzionali su tale problematica. È di pochi giorni fa la notizia della pubblicazione dell’avviso di gara per il TPL per un valore di un miliardo e 60 milioni con l’allegato “data base fermate” dove molte di queste potrebbero risultare abusive, facendo scendere di molto i ricavi da traffico e squilibrare il piano economico finanziario a discapito delle casse della Regione. Crediamo che il problema vada affrontato e non ignorato perché la sicurezza deve essere messa al primo posto dall’azione politica garantendo il diritto alla mobilità. Per questo come Cgil non ci fermeremo valutando la possibilità di presentare un esposto alla Procura della Repubblica a tutela della sicurezza e della legalità.