Art.21, Bolognetti: ringrazio di cuore Sergio Tanzarella, dall’1 dicembre passerò dallo sciopero della fame al digiuno.
Di seguito la nota inviata da Maurizio Bolognetti, giornalista e Segretario di Radicali Lucani.
Se dovesse perdurare – come temo e sto provando a scongiurare – il silenzio dei miei interlocutori, dalla mezzanotte di domenica (26 novembre) passerò al digiuno. Tradotto, rinuncerò anche alle poche calorie dei tre cappuccini, assunti per dar tempo a me stesso e ai miei interlocutori, e mi limiterò a bere sola acqua. Sto ponendo questioni che riguardano la nostra democrazia, il rispetto della Costituzione e della Dichiarazione Universale dei diritti dell’Uomo. Sto parlando una volta di più del diritto umano alla conoscenza e di censura. Il mio non è un ricatto e men che meno un braccio di ferro. È il dialogo, intrapreso da chi ha le mani nude di potere, per chiedere che si inizi a riflettere e ad agire prima che sia troppo tardi. Sapevo bene che stavo per incamminarmi lungo una strada impervia, ma è strada che va percorsa se non vogliamo ridurre a simulacro tutto ciò che dà senso e contenuto alla parola democrazia. Prego chi riceverà questa mia breve di pubblicare la bella lettera che il prof. Sergio Tanzarella ha indirizzato all’ODG e alla FNSI.
Lettera Tanzarella
Al presidente ODG Carlo Bartoli
Al presidente FNSI Vittorio di Trapani
Signori Presidenti,
urge capire se oggi è ancora in vigore la nostra Costituzione o meglio quando di fatto comincerà ad essere attuata. Se ancora alla metà degli anni 50 la Cassazione affermava che gli articoli della Costituzione avevano carattere programmatico e non precettivo – tenendo così in vita i regi decreti e le leggi fasciste in una Repubblica democratica – settant’anni dopo a che punto siamo? Certo l’articolo 113 del codice fascista di Pubblica Sicurezza non è più in vigore così come era stato concepito da quella sanguinaria dittatura, sottoposto, sebbene tardivamente, al dettato dell’articolo 21 della Costituzione e tuttavia la vicenda della
persecuzione del giornalista Maurizio Bolognetti mostra che al di là delle forme la sostanza e lo spirito di un
occhiuto controllo continuano a gravare sulla libertà di espressione e di notizia. Il paradosso appare tanto più evidente in questi giorni. A pseudo artisti è permesso proporre canzoni con testi grondanti violenza, giustificazione di sopraffazione e omicidi, odio e persecuzione contro le donne mentre un uomo e giornalista libero da padrinati e tessere come Maurizio Bolognetti viene sottoposto a vergognose azioni vessatorie e persecuzioni per il suo lavoro e per la sua onestà. Una onestà e un interesse per il bene della collettività di cui ha dato prova in decine di inchieste tra cui quelle che hanno permesso di comprendere, molto prima dell’azione tardiva di magistratura e forze dell’ordine, i rischi e i pericoli per la vita umana connessi alle insensate attività estrattive di gas e petrolio in una estesa zona della Basilicata. Un uomo solo contro i giganti degli idrocarburi! Oggi sappiamo che non si trattava di ipotesi ma come Bolognetti aveva denunciato vi erano reati gravissimi e colpevoli omissioni e complicità.
Ebbene a Maurizio Bolognetti dovrebbero essere riconosciuti i meriti riservati a chi col proprio lavoro rende
onore alla Repubblica, alla Costituzione e alla professione del giornalista. Invece assistiamo ad una vergognosa azione persecutoria che ci ripropone ancora attuale – nel 2023! – la denuncia di Piero Calamandrei sulla non attuazione dell’articolo 21 della Costituzione. Non dovrebbe essere più il tempo per il giornalismo delle veline fasciste, degli opportunismi che mettono il guinzaglio all’informazione, dei ricatti contro la ricerca della verità, delle appartenenze a cordate e camerille, degli industriali del cemento editori di giornali, dei finanziamenti pubblici a quotidiani che non vendono una copia.
Sbaglierò, ma sono ormai anni che non sento più parlare di libertà di stampa e di informazione, non sono
questi – oggi – argomenti all’ordine del giorno. Ce lo ricorda invece con forza Maurizio Bolognetti con la sua
testimonianza e il suo sacrificio come fecero coloro che nel ventennio fascista, nella tempesta della guerra e
nell’occupazione nazifascista ebbero il coraggio, controcorrente, di dire di no o come hanno fatto tutti i
giornalisti perseguitati e uccisi come Casalegno, Cristina, Fava, Impastato Rostagno, Spampinato, Tobagi, …
differenti per idee ma accomunati dall’onesta personale e dalla rivendicazione della libertà professionale.
Sono questi i nomi che accomuno oggi a Maurizio Bolognetti e al suo coraggio. A lui ben si adeguano le parole di papa Francesco su questo lavoro: “Un giornalista umile è un giornalista libero. Libero dai condizionamenti. Libero dai pregiudizi e per questo coraggioso”.
Napoli 22 novembre 2023
Sergio Tanzarella
Ordinario di Storia della Chiesa
Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale