Se è impossibile raccontare in un solo momento di ricordo tutte le singole storie di donne abusate, limitate nella loro autodeterminazione, e uccise da chi diceva falsamente di amarle, c’è un linguaggio in grado di racchiudere queste storie in uno slancio emotivo: la poesia.
E oggi vogliamo farlo attraverso i versi della poetessa lucana Enza Berardone, penna sensibile e attenta, riconosciuta già a livello internazionale con il premio Emily Dickinson. Nei suoi versi, un auspicio: mai più.
Ascolta, Ascoltati
Nulla è più doloroso
delle tue mute ferite,
dei tuoi corti respiri,
che sfiorano appena
l’ atteso arcobaleno,
le buie curve della paura.
Ho colto fiori per te,
trattenuto il fiato,
scongiurato la morte,
cibato forza e voce.
Riparati nelle mie parole,
nella penombra delle
complici finestre,
nei mille sorsi di vita
che ho conservato per te,
per me,per noi nei granelli
di luce che nessun paradiso
hamai conosciuto.
Sei la misura dell’incontenibile
infinito, la sfida tenace
alla rassegnazione, al silenzio.
Ascolta, ascoltati,
sei fuoco, pioggia,
lotta, passo deciso,
incanto, vento che
spazza via abusi secolari.
Abbandona i cieli capovolti,
i solitari recinti dell’amore
che uccide, i sonni storici,
le mani che saccheggiano.
Ridisegna il tuo cammino,
la mappa del tuo cuore,
ogni tuo volo cancellerà
ombre, assenze, miserie.
Enza Berardone