La sezione provinciale di Federfarma ha aderito alla manifestazione nazionale indetta per protestare contro i tagli alle farmacie previsti dal decreto della Spending Review. L’obiettivo è quello di stipulare una nuova convenzione con lo Stato per trasformare la farmacia in distributrice di servizi oltre che di farmaci. Ai cittadini sono stati mostrati alcuni dei servizi offerti dalle farmacie: dalle autoanalisi con pressione alla misurazione della glicemia, dalla prenotazione delle visite mediche tramite Cup al webcare per i diabetici, dallo screening colon-retto alle preparazioni realizzate in farmacia.
“E’ una delle rare volte che i farmacisti abbassano la saracinesca in tutta Italia e già questo dice qualcosa dell’insostenibilità di questi tagli – ha dichiarato Annarosa Racca, presidente nazionale di Federfarma. Protestiamo contro il decreto della Spending Review che aumenta esponenzialmente il contributo dovuto dalle farmacie allo Stato per la vendita dei farmaci inclusi nel Sistema Sanitario Nazionale (SSN). E questa è solo l’ultima delle manovre che in questi anni si sono abbattute sul sistema farmacia, rischiando di vanificare il faticoso percorso di trasformazione della farmacia tradizionale in farmacia dei servizi, esaltando quindi il suo caratteristico ruolo sociale di presidio sanitario sul territorio. Per essere più precisi, negli ultimi 10 anni l’aumento degli oneri delle farmacie è stato stimato in 7 miliardi di euro”.
“Al Governo chiediamo la cosiddetta riforma della remunerazione – ha specificato Racca – cioè di quel contratto che regola i rapporti tra farmacie e Stato scaduto nel 1998 e mai rinnovato! La nostra proposta è quindi quella di una riforma che veda le farmacie diversificare la propria offerta grazie ai servizi ed alla parallela deospedalizzazione dell’assistenza. Ed in sostituzione di tagli lineari chiediamo che le farmacie vengano pagate dallo Stato per quello che saranno in grado di far risparmiare al SSN in minori cure o minore spesa. Finalmente è stato aperto un tavolo di confronto con il Ministro della Salute, ma se le nostre ragioni non venissero ascoltate siamo già pronti ad altre forme clamorose di protesta”.
Riportiamo di seguito le riflessioni sul Piano Salute con alcuni riferimenti alla protesta delle farmacie inviate dalla segreteria regionale della DC-Libertas.
“Nella giornata dello sciopero delle farmacie, all’insegna dello slogan “protesta insieme al tuo farmacista per continuare a disporre dei farmaci necessari per la tua salute e per non perdere la tua farmacia sotto casa”, diventa sempre più difficile dare credito ai buoni propositi della Giunta Regionale per affermare la buona sanità contenuti nel Piano della Salute”. E’ quanto sostiene in una nota la segreteria regionale della DC-Libertas, evidenziando che “se vengono meno, per effetto della spending review e quindi di scelte del Governo, presidi essenziali per la salute quali sono appunto le farmacie in tanti piccoli comuni l’unico strumento di prevenzione e cura e non solo per la somministrazione dei farmaci, gli obiettivi del Piano Salute sono più complicati da raggiungere.
Dunque, nell’ambito di una manovra economica nazionale che, per quanto riguarda la sanità, si concentra quasi esclusivamente sulla spesa farmaceutica, le farmacie – si sottolinea nella nota – sono chiamate a pagare il contributo più alto. Infatti, oltre a subire per la loro parte il peso delle misure – come la riduzione dei prezzi dei farmaci generici – che si spalmano sull’intera filiera del farmaco (industrie, grossisti, farmacie), le farmacie, secondo quanto ha denunciato Federfarma, dovranno, da sole, contribuire al contenimento della spesa farmaceutica con una misura posta unicamente a loro carico: il taglio del margine dei grossisti si scaricherà interamente sulle farmacie. Una nuova pesante penalizzazione si aggiunge a quelle già in atto a carico delle farmacie e ne riduce i margini effettivi sull’assistenza farmaceutica erogata per conto del SSN, già oggi bassissimi. Non possiamo tollerare né nuovi contraccolpi all’occupazione, specie di giovani laureati lucani e né – si sottolinea nella nota – ulteriori penalizzazioni dei cittadini con la chiusura di quelli che sono, specie in Basilicata, insostituibili presidi locali della salute.
Quanto al Piano Salute – a parere della Dc – sono tante le aspettative innescate tra i cittadini. Un riferimento su tutti: il caso della persona anziana di Noepoli morta in casa ha riacceso l’attenzione dell’opinione pubblica sul livello di assistenza socio-sanitaria che si riesce a garantire nei centri minori e delle aree più interne. Solo quando sarà possibile tutelare la salute dell’anziano che vive da solo a Noepoli come ad Oliveto Lucano potremo affermare che il diritto alla sanità di prossimità è effettivamente riconosciuto. Per ora – è scritto nella nota – serve a poco fare proclami e rilasciare dichiarazioni solo perché si è assolto ad un adempimento per altro dovuto da 15 anni e che contiene indicazioni troppo generiche”.
DC-Libertas
Pagliacci
Adesso vogliamo lo sciopero di un altra casta, i notai. Tempo fa ho sentito che i notai hanno anche gli sconti agevolati da negozi che vendono arredamenti prestigiosi, Al che ho detto al suddetto che non sono solo ricchi, ma che risparmiano pure! E il notaio mi ha risposto: non tutti sono ricchi.
Pagliacci.
Devono tutelare la casta…..
mi associo anche io al PAGLIACCI