Sabato 2 dicembre 2023 alle ore 10.30, ci incateneremo in piazza Santi Apostoli a Roma anche gli attivisti lucani del Met si incateneranno per dire no alla legge “Spacca Italia e “Distruggi Basilicata”. Di seguito la nota integrale.
“Mentre gli altri partiti di opposizione sembra che si siano dimenticati della posta in gioco, noi non ci fermeremo mai e continueremo a fare tutto il possibile per bloccare l’inaudito progetto di legge sull’autonomia differenziata.
Per questo sabato 2 dicembre 2023 alle ore 10.30, ci incateneremo in piazza Santi Apostoli a Roma e protesteremo nuovamente contro questo assurdo e inaccettabile provvedimento”.
Lo scrive in una nota rivolta alla stampa il Met Basilicata, Movimento Equità Territoriale.
“Alla manifestazione prenderanno parte attivisti del Met provenienti dalla nostra regione, dalla Campania, Puglia, Calabria e Molise, e anche da altre regioni del Nord.
Vogliamo essere in tanti – esorta – e vogliamo farci portavoce di tutti quei cittadini del Mezzogiorno e degli altri territori del Paese, a cui è chiaro che questo scellerato progetto di riforma della Lega e del Partito dei governatori del Nord, con la complicità dei partiti che si dicono difensori del Sud, è finalizzato a realizzare una spaccatura tra un’Italia di serie A e un’Italia di serie B.
L’autonomia differenziata – sottolinea il Met – incatena il Sud, lo affossa, lo deprime e gli fa pagare l’ennesimo prezzo di un territorio che negli ultimi venti anni si è visto sottrarre oltre mille miliardi di spesa pubblica.
Il via libera del progetto di legge in Commissione al Senato avvenuto nei giorni scorsi dovrebbe spingere tutti i partiti che hanno a cuore il destino del Sud e del Paese, a insorgere contro la devastante legge che vorrebbero la Lega, Calderoli e Salvini.
Loro non lo fanno, noi invece sì e non ci arrenderemo mai.
Se verrà portato avanti saranno messi in discussione alcuni valori fondanti della Costituzione italiana e la tenuta dell’unità nazionale.
A pagare un prezzo altissimo saranno le regioni più deboli come la Basilicata.
Verranno colpiti i servizi essenziali, che saranno ancora più svuotati al Sud, come la sanità, i trasporti, la scuola. Tali servizi cambieranno da regione a regione, verranno organizzati su base territoriale e ci saranno stipendi più bassi rispetto al Nord.
E il ministro Calderoli – conclude il Movimento Equità Territoriale lucano – è talmente arrogante che vorrebbe anche approvare la legge senza aspettare che il Parlamento definisca i Lep, i Livelli essenziali delle prestazioni e dei servizi civili e sociali e i relativi fondi e costi standard che dovrebbero essere garantiti in modo uniforme sull’intero territorio nazionale.
Insomma, un pasticcio e un sopruso del governo Meloni contro il Sud e l’unità nazionale che va fermato a tutti i costi”.