Test biochimici epatici: seconda parte. E’ il tema scelto dal dottor Nicola D’Imperio, gastroenterologo materano di chiara fama, per il 119° appuntamento del nostro studio medico virtuale all’interno di SassiLive.
Fosfatasi alcalina
Continuiamo a parlare dei test biochimici relativi al fegato: si intende con il termine fosfatasi alcalina un gruppo di isoenzimi molto diffusi nell’organismo umano; la maggiore presenza di questi, almeno negli adulti, è nel fegato e nelle ossa, ma in quantità inferiori si ritrovano anche nella placenta e nei reni. Nel fegato la fosfatasi alcalina si forma e si ritrova sul versante dell’epatocita adiacente ai canalicoli biliari ed è per questa ragione che nelle malattie che coinvolgono le vie biliari intra ed extra epatiche essa vienespinta indietronella circolazione sanguigna e così aumentano i suoi livelli nel sangue. Ma, essendo prodotta dalla cellula epatica, quando questa è seriamente compromessa la sua produzione diminuisce e i suoi livelli nel sangue diminuiscono rispetto ai valori normali, come avviene nelle epatiti acute fulminanti in cui si ha la distruzione massiva delle cellule epatiche. E’ quindi un test che è utile anche nel valutare la funzionalità del fegato. La sua produzione aumenta dopo un pasto con cibi grassi, è per questo che il prelievo va fatto necessariamente a digiuno. Essendo prodotta anche nelle ossa, la fosfatasi alcalina si ritrova a valori superiori al nomale nei bambini e negli adolescenti a cui serve per l’accrescimento delle ossa e anche nei traumi ossei, specie nelle fasi di riparazione. E’ più alto anche nelle donne che negli uomini e questo divario aumenta con l’età parallelamente alla maggiore incidenza di osteoporosi nella donna col passare degli anni. Il problema è differenziare la fosfatasi alcalina di origine ossea da quella di origine epatica; in questo ci viene in aiuto il laboratorio che riesce a differenziare i due isoenzimi, ma un metodo molto più semplice è quello di dosare contemporaneamente anche le gammaGT.
GammaGT (o gamma-Glutamin-Transpeptidasi)
E’ un altro enzima che si ritrova in molti organi, ma particolarmente nel fegato e non si riscontra nelle ossa, è per questo che se gli esami del sangue mostrano un aumento delle fosfatasi alcaline e, contemporaneamente delle gamma-GT, si può tranquillamente affermare che il problema è epatico. Le quantità prodotte nei reni, pancreas, cuore, cervello, milza, vescicole seminali, sono minime rispetto a quelle che hanno origine dalle membrane delle cellule epatiche. Ha una elevata sensibilità nelle patologie che coinvolgono le vie biliari (dette epato-biliari) sia che il problema risieda nelle vie biliari intraepatiche che in quelle extraepatiche e, nella calcolosi del coledoco, ha un valore predittivo e clinico del 97% superiore a quello delle transaminasi, delle fosfatasi alcaline e della bilirubina. Inoltre le gammaGT possono aumentare nelle steatosi epatiche (depositi di grasso nel fegato, spesso correlate ad ipercolesterolemia), nelle epatopatie alcoliche, nelle terapie con barbiturici, antiepilettici, farmaci antivirali, alcune droghe ed altro ancora, ma ritornano normali alla diminuzione del dosaggio o alla sospensione del farmaco. Nell’alcolismo può essere considerato un buon metodo per verificare se il paziente assume ancora bevande alcoliche e, in genere le gammaGT aumentano quantitativamente e parallelamente all’aumentare dell’introduzione di alcol.
Albumina
E’ la più importante proteina plasmatica e la sua funzione sta nel mantenere l’equilibrio idrico tra i liquidi (prevalentemente acqua) della circolazione sanguigna e quelli contenutinei tessuti, infatti nelle gravi malattie con insufficienza epatica, quando l’albumina è prodotta in minime quantità dal fegato, i liquidi presenti nella circolazione sanguigna si travasano nei tessuti e sono responsabili dell’edema agli arti inferiori e del versamento di liquidi nel cavo peritoneale, o ascite. Essa è prodotta interamente ed esclusivamente dal fegato: è così un marker molto importante della funzionalità del fegato e i segni laboratoristici e clinici della sua carenza si manifestano quando l’80% delle cellule epatiche sono distrutte. Negli ultimi decenni l’albumina si riesce sia ad estrarre dal plasma ricavato dalle trasfusioni che a produrre in laboratorio e questo è un valido ausilio nei casi gravi di insufficienza epatica.
La protrombina
Tra le centinaia di funzioni del fegato sono comprese quelle che regolano la coagulazione del sangue i cui fattori (ce ne sono ben 20 di cui 12 essenziali) intervengono immediatamente tutte le volte che c’è una minima perdita di sangue, tra questi c’è la protrombina che si trasforma in trombina (la sostanza attiva) mediante l’intervento di altri quattro fattori della coagulazione; quello che viene calcolato è il tempo di trasformazione della protrombina in trombina da cui si deduce, secondo convenzioni internazionali, l’INR che è attualmente utilizzato sia per regolare la terapia dei pazienti che assumono dei farmaci anticoagulanti per prevenire la chiusura delle arterie, che per valutare le capacità coagulative di un paziente che ha un’emorragia o ne è a rischio.
Poiché questa è una capacità esclusiva del fegato, la protrombina, o meglio il tempo di protrombina, o INR, è, insieme all’albumina, un indice importante del funzionamento del fegato.
Biografia di Nicola d’Imperio
Titoli di carriera
Laureato in medicina e chirurgia nel 1972 con 110 e lode
Specializzato in Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva nel 1978 con 110 e lode
Assistente presso il Servizio di Gastroenterologia dell’ospedale Bellaria di Bologna dal 1974 al 1987
Aiuto presso il Servizio di Gastroenterologia dell’ospedale Bellaria di Bologna dal 1988 al 1998
Primario presso l’UOC di Gastroenterologia dell’ospedale Morgagni di Forlì dal 1998 al 2001
Professore presso la scuola di specialità di Gastroenterologia di Bologna dal 1998 al 2006
Primario presso l’UOC di Gastroenterologia dell’ospedale Maggiore di Bologna dal 2001 al 2012
Libero professionista in Gastroenterologia dal 2013 a tutt’oggi presso la Clinica Villalba di Bologna, la Clinica Anthea e la Clinica Santa Maria di Bari e presso il suo studio a Matera.
Titoli scientifici
Direttore della Rivista Italiana di Gastroenterologia organo ufficiale dell’Associazione Italiana dei Gastroenterologi Ospedalieri
Segretario per l’Emilia Romagna dell’Associazione Italiana dei Gastroenterologi Ospedalieri
Presidente per l’Emilia Romagna della Società Italiana di Endoscopia Digestiva
Presidente della Associazione Italiana Malattie dell’Apparato Digerente
Pubblicazioni scientifiche:su riviste straniere 78 e su riviste italiane 124 libri di gastroenterologia ed endoscopia digestiva 12
Indirizzo sito: www.nicoladimperio.it