Consigliere comunale Paterino (Campo Democratico): “Dal Consiglio comunale di Matera già nello scorso mese di ottobre deciso no al cimitero di scorie radioattive”. Di seguito la nota integrale.
Avevamo visto giusto. Maggioranza e opposizione in Consiglio comunale a Matera si sono espressi all’unanimità contro il sito unico di scorie nucleari nei nostri territori.
Un ordine del giorno che ho presentato a doppia firma, Michele Paterino e Pasquale Doria, in cui si faceva notare già lo scorso settembre come ancora una mappa ci chiama in causa, è quella che individua i siti sul confinante altopiano murgico per i futuri cimiteri di scorie radioattive d’Italia. Per il Consiglio comunale di Matera – si disse – la mobilitazione inizia immediatamente, ora. Non è il caso, infatti, d’avventurarsi in tecnicismi, ma una decisione politica è d’obbligo.
Si deciderà entro dicembre ma, l’amara considerazione a valle delle indicazioni territoriali, ufficializzate nei giorni scorsi, è che cambiano i Governi ma non mutano le attenzioni per i nostri territori. Tra i banchi dei consiglieri comunali di maggioranza e di opposizione è del tutto matura una consapevolezza, ovvero, che la scelta di un sito unico significa decretare, per sempre, il destino di una realtà già duramente colpita da una fragilità economica che penalizza duramente le sue comunità faticosamente impegnate a risalire la china di una storia troppo spesso ingenerosa. Per le scorie radioattive, non lo dimentichiamo, che occorrono secoli, anche millenni – è il caso del plutonio – prima del loro decadimento, ovvero prima di diventare innocue. Questo significa compromettere perfino la memoria umana, che potrebbe perdere la cognizione di presenze così scomode consegnate inopinatamente a una molto remota futura memoria. Il tutto senza contare che la provincia di Matera paga già da decenni un conto salato a saldo della detenzione di 64 barre di uranio-torio, provenienti dalla centrale americana di Elk River.
La sperimentazione è già finita negli anni Settanta ma, la detenzione a carico delle nostre comunità di questa scomoda eredità, non è mai terminata.
Bisogna tornare a dire con forza e coraggio NO al sito nel nostro territorio o nella vicina Puglia, nella Murgia a ridosso di Matera e, con altrettanta determinazione, tornare a chiedere ai legittimi proprietari di riprendersi ciò che gli appartiene. Non è più tempo di sperimentazioni, del resto, abbiamo già pazientato e dato molto. Ecco poche, ma semplici ragioni comprensibili per qualunque cittadino sulle quali abbiamo impegnato il Consiglio comunale; è ora di dire basta, all’unisono, come accadde con determinata consapevolezza nel 2003.