Conclusa in tarda mattinata a nella sala eventi del Palazzo Viceconte di Matera la Direzione nazionale di Meritocrazia Italia. Numerosi i partecipanti invitati a confrontarsi su due tematiche centrali nell’attuale dibattito politoco, ovvero la proposta sulla riforma del premierato e della legge elettorale.
Dopo i saluti istituzionali del Governatore della Basilicata Vito Bardi, del sindaco di Matera Domenico Bennardi, del Segretario Nazionale di MI Annamaria Bello e del coordinatore Area sud di MI Rachele Arena, i lavori del pomeriggio di venerdì 15 dicembre sono proseguiti con l’apertura del dibattito, condotto dal giornalista televisivo Andrea Fragasso, in cui si sono confrontati il Capo Gabinetto MI Paolo Patrizio, il professore Marcello Salerno, docente di Diritto Pubblico presso l’Università di Bari, il Direttore MI Area Giustizia ed educazione alla legalità Sabina Margera ed il Presidente della Prima Commissione Affari Costituzionali Nazario Pagano.
La giornata si è chiusa con l’intervista del giornalista Rai Attilio Romita al Presidente Nazionale di Meritocrazia Italia Walter Mauriello.
Nella seconda giornata i lavori si sono aperti con l’intervento del filosofo e saggista Massimo Cacciari, che ha evidenziato come “la legge sul premierato è l’ennesimo tentantivo di modificare la Costituzione in modo sgrammaticato e senza senso, siamo alla follia dal punto di vista istituzionale e della logica perchè non vi è alcuna strategia. Al modello presidenzialistico, come contrappeso, bisognerebbe pensare ad una riforma vera delle autonomie locali, nonchè a responsabilizzare e rinforzare le regioni”, concludendo con i complimenti rivolti a Meritocrazia Italia per l’operato e le attività quotidianamente portate avanti, sostenendo come il fare politica non significa necessariamente essere candidati o parlamentari, ma bisogna piuttosto confrontarsi su temi di interesse comune e contribuire nel far maturare nei cittadini una coscienza pubblica.
Anche questa volta Meritocrazia Italia ha scelto di condividere in diretta streaming la discussione sulla proposta di premierato con migliaia di cittadini, considerando anche il larghissimo riscontro ha avuto il sondaggio lanciato sulle pagine social del Movimento nei giorni scorsi e dal quale era emerso un diffuso scetticismo rispetto alle concrete utilità della riforma.
Gli obiettivi della riforma, annunciati dal Governo, sono quelli di “rafforzare la stabilità dei governi, consentendo l’attuazione di indirizzi politici di medio-lungo periodo; consolidare il principio democratico, valorizzando il ruolo del corpo elettorale nella determinazione dell’indirizzo politico della Nazione; favorire la coesione degli schieramenti elettorali; evitare il transfughismo e il trasformismo parlamentare”.
Ma numerose sono le criticità emerse in relazione al nuovo assetto conseguente al progetto di riforma, destinato ad incidere profondamente sulla fisionomia dell’attuale impianto costituzionale, sulla rilevanza della centralità parlamentare, espressione del pluralismo politico e istituzionale del Paese, e sul solido sistema di contrappesi al potere centrale costruito in funzione di garanzia del nostro sistema ordinamentale.
Meritocrazia Italia, dunque, apre al dibattito sulle prospettive di riforma e sulle possibilità di discutere dell’utilità di correttivi anche connessi a singoli istituti che potrebbero essere utilizzati a prescindere dalla riforma in senso presidenzialistico, ma per il Movimento la prima priorità resta la modifica della Legge elettorale che appare inadeguata ad assicurare stabilità e governabilità, e che non consente l’espressione di alcuna preferenza da parte dei cittadini.
Il pensiero conclusivo del Presidente, dunque, è che “In un momento storico di massima incertezza e a fronte della prolungata, e ormai quasi fisiologica, instabilità di governo e della scarsa rappresentatività che mina le basi della democrazia, Meritocrazia Italia invita alla prudenza nella costruzione delle nuove riforme, non chiudendo al dialogo costruttivo ma insistendo con forza affinchè si provveda piuttosto a completare il quadro della ristrutturazione del Parlamento, maldestramente avviata con il taglio del numero parlamentari, al quale non può non seguire un serio impegno nella revisione della legge elettorale.”