Sono terminati i due giorni di formazione, 13 e 16 dicembre, del C.A.V. (Centro di Aiuto alla Vita –Ente del terzo settore), sezione di Policoro, con i ragazzi delle scuole secondarie superiori, rispettivamente prima gli studenti dell’ISS “Pitagora”, scuola tecnica, e poi il 16 con in liceali dell’ “E.Fermi” sui temi dell’accoglienza e rispetto della vita. Entrambi gli eventi sono stati molto partecipati e suscitato l’interesse dei ragazzi in un momento storico difficile per l’Italia: denatalità e femminicidi sono, purtroppo, aspetti che condizionano negativamente l’esistenza. Il primo strutturale, il secondo negli ultimi tempi sta riempiendo la cronache dei mass media. Dunque non c’era momento migliore per avvicinare i giovani a questi temi. E infatti le volontarie del C.A.V., insieme a Vito Aicale, medico, hanno tenuto desti gli astanti cambiando il paradigma che viene propinato: ovvero da “peso” a gioia della vita. Questo è il mantra veicolato alle nuove generazioni, che poi è la mission dei volontari dei C.A.V. di tutta Italia. Il diritto alla vita è di tutti a prescindere dalle condizioni sociali, economiche, civili. Diritto appunto senza escludere nessuno. E laddove sorgono dei problemi non bisogna mai abbattersi perché la macchina della solidarietà si avvia come testimoniato dalle presenze quotidiane dei C.A.V. in tutta Italia. Con un po’ di sacrificio e di organizzazione gli ostacoli si superano, anche quelli economici che spesso si nascondono dietro le tragedie, e nemmeno le preoccupazioni per il futuro devono prendere d’assalto le donne con gravidanze indesiderate che credono, sbagliando, nell’aborto come mezzo per azzerare le loro preoccupazioni. Inoltre il lavoro e le ambizioni di carriera non devono diventare una scusante tale da mettere da parte il desiderio di genitorialità né si devono anteporre al rispetto dei diritti e della dignità umana che sfocia spesso in gesti eclatanti. Invece l’Italia ha bisogno di un salto culturale, questo è emerso nei due panel scolastici, che invogli giovani e meno giovani ad accogliere la vita sempre e comunque come un dono, uno dei momenti più belli della vita terrena. Una gioia che porta l’essere umano ad una maggiore responsabilità nell’approccio con gli altri, ad una sensibilità diversa nell’affrontare la quotidianità. Temi questi ultimi che riguardano anche i femminicidi. La vita è un diritto e contempla anche la dignità immanente in essa come sostengono i giusnaturalisti. Da qui bisogna partire. Educare cominciando dai giovani –secondo il C.A.V.- i quali possono cambiare il mondo. Senza cultura alla vita non c’è società futura.
Dic 19