Giovedì 21 dicembre 2023 alle ore 17 nel Palazzo della Cultura di Potenza è in programma l’inaugurazione della mostra d’arte “CASA” a a cura del LAP Laboratorio di Arte Pubblica e della Scuola di
Scultura dell’Accademia di Belle arti di Napoli. La mostra resterà aperta fino al 9 Gennaio 2024 ed è stata allestita con il patrocinio del Comune di Potenza, il patrocinio morale della Regione Basilicata, del Museo Nazionale di Matera, Direzione Regionale dei Musei della Basilicata, APT, nell’ambito dell’Accordo Quadro con l’Accademia di Belle Arti di Napoli e l’Università degli studi della Basilicata, Dipartimento DISU.
La Mostra d’Arte Contemporanea CASA trasforma il Palazzo della Cultura della Città di Potenza in una grande abitazione, il contenitore museale a vocazione multimediale ospita dodici videoinstallazioni che narrano della vita intima degli artisti coinvolti, i quali mettono in luce concetti diversi così come diverse sono le loro identità. L’utilizzo dell’obiettivo fisheyes è il collegamento, la scelta estetica, che caratterizza le opere create ad hoc per la mostra: guardare fuori attraverso lo spioncino della porta di CASA che ci protegge, per svelare il Dentro e il Fuori, tra Privato e Pubblico.
Mistress, la videoinstallazione di Valeria Fittipaldi, pone l’accento sulla Chiesa come casa discriminatoria per le donne. In un momento in cui sempre più si sente l’urgenza di un cambiamento culturale che vada verso l’empowerment femminile, l’artista sottolinea l’urgenza della questione femminile e etnica attraverso i simboli della Chiesa Cattolica, che anche al suo interno è attraversata da tale riflessione. La videoinstallazione Harmonium Domus di Salvatore Mancino, è composta dallo scheletro di un violoncello, costruito dall’artista, che si sovrappone a un monitor sul quale un video svela un ambiente domestico abitato da musicisti che appare e scompare al ritmo della musica: un luogo intimo di incontro tra sonorità. La videoinstallazione Sono a casa (?) di Josef, è composta da
una scultura, una mano che impugna una penna, e un monitor sullo sfondo, nel quale l’artista nella penombra della sua stanza disegna, progetta, crea, in un flusso che narra della sua vita in cui fare arte è essenziale. L’opera Replica di Elvira Diana è composta da un piedistallo che sorregge un cellulare, il fruitore può entrare nel privato dell’artista dallo smartphone, la protesi tecnologica più privata che ognuno di noi conserva gelosamente, vedendo la sua cucina vuota, dove la luce si accende e si spegne al tempo stesso svelando e proteggendo la casa. La videoinstallazione Sentieri di Ilaria Castaldi ragiona sulla fisicità su due livelli, quello tangibile, reale, dei piedi in terracotta sorretti da due piedistalli, e quello etereo, virtuale della figura dell’artista, video-proiettata sulla parete sullo sfondo, che cammina da un piedistallo all’altro cercando la propria identità in uno stato di insoddisfazione perpetua. Nicola D’Ambrosio in Le luci ti porteranno verso casa ci coinvolge attraverso una performance nel suo ambiente domestico trasferito in un luogo altro, con cinque piedistalli che sorreggono oggetti del suo quotidiano trasformati in modo ironico. D’Ambrosio impersona una lampada, quella ritratta nel suo video, mentre si spegne e si accende, riflettendo
sulla sua consapevole innocenza che irrompe nella noia del quotidiano. Immacolata Policarpo in The living sea ci pone davanti a un monitor, posto sul pavimento, che ritrae la riva del mare, un cerchio di sassi ricalca il cerchio del fisheye nel quale l’artista immerge i suoi piedi, parlandoci di un mare tumultuoso, indomabile metafora dell’ansia del mondo contemporaneo, ma anche del mare calmo che accoglie al suo interno la vita e nel quale noi possiamo nuotare, cercando una consapevolezza che può salvarci dall’inquietudine.
Valentina Spinelli con Oggettificazione per il consumo ci parla del terrore della donna di essere aggredita, di subire violenza da parte degli uomini, nel suo video cammina velocemente, la telecamera dello smartphone inquadra i suoi passi e il suo guardarsi attorno, teme il catcalling,
questa paura si concretizza in una scultura in lattice di due seni e un sedere appesi a ganci da macellaio su un carrello di metallo, la videoinstallazione è esplicita: parla di donne come carne da macello. Gabriele Di Girolamo in RECy(r)cle ci parla di un mondo nel quale la ciclicità del male imperversa, l’opera ricalca la situazione degli attuali conflitti armati, che l’artista nella videoinstallazione interpreta ritraendo se stesso in una gabbia di ferro, da cui tenta di liberarsi bruciandola e autoponendosi in una situazione di pericolo. Il video, girato in fisheye, viene
proiettato su una lastra di metallo circolare, sottoposta ad acidi e al fuoco, la circolarità è simbolo di un mondo uroboro. Metta Borriello in Out There Behind the Door pone il fruitore davanti ad una porta con un occhiello, lo invita a guardare al di fuori della casa, a guardare alla complessità delle relazioni sociali e ai tanti autocondizionamenti che rendono queste relazioni complesse, con un’ansia sociale incombente. Borriello è il protagonista del video, allo stesso tempo è dentro e fuori dalla casa, narrandoci del suo vissuto intimo, ansiogeno, il messaggio è ancora una volta individuale e collettivo, la colonna sonora amplifica la tensione emotiva, lasciando nel fruitore l’interrogativo: aprire o lasciare chiusa la porta della propria casa. Nunzia Ascolese con Nord, sud, ovest ed est: qual é la direzione giusta quando perdi la strada? mette in mostra una porzione di pilastro in cemento, simbolo della forza con cui l’uomo si impone sull’ambiente naturale, costruendo, costruendo, costruendo senza farsi carico dell’impatto che ha sul pianeta, i punti cardinali a terra e due monitor incastonati nel cemento svelano la prospettiva domestica dell’artista che scruta con occhio attento la complessità della relazione tra noi e la nostra Terra. Ladifatou Traore in N•48, videoinstallazione composta da una animazione in 3D e una scacchiera in gesso, ci parla del
momento della crescita individuale di ognuno quando passiamo dalla sicurezza che ci dà il nostro ambiente domestico al confronto con i pericoli del mondo esterno, questo passaggio decostruisce l’idea stessa di casa mettendo in crisi la nostra identità e i nostri ruoli, di questo ci parla la scacchiera nella quale tutti gli scacchi assumono la stessa identità sconfiggendo ogni gerarchia.
La complessità dei messaggi che veicola la Mostra d’Arte Contemporanea CASA descrive e interpreta la complessità del nostro presente, coinvolgendo i fruitori con la forza delle emozioni- riflessioni visive e uditive, sottolineata dalle sonorità domestiche, un trillo di campanello e il battere di un pugno su una porta, che invadono lo spazio espositivo, nell’esigenza di trovare le connessioni positive tra la nostra casa Privata e intima, la nostra casa Pubblica, la società in cui viviamo immersi, e la nostra insostituibile casa Terra.
Dic 20