“Politiche regionali in materia culturale”: è la proposta di legge regionale n.176 del 2023 in merito alla quale continuano le audizioni in quarta Commissione consiliare (Politica sociale) presieduta dal consigliere Gino Giorgetti (Gruppo misto).
Auditi, nel corso della seduta odierna, Mimmo Conte, Associazione Gommalacca Teatro, rappresentante Osservatorio Albo A Operatori dello Spettacolo Regione Basilicata, e Antonella Iallorenzi, Associazione Petra, rappresentante Osservatorio Albo B Operatori dello Spettacolo Regione Basilicata.
In premessa hanno sottolineato che: “L’attuale situazione del settore lucano dello spettacolo dal vivo è molto complessa per i tagli di oltreil 25 per cento subiti nell’anno 2022 e per i tagli ancor più importante nel 2023, che vedrà i soggettiriconosciuti dal Ministero della Cultura subire un taglio di oltre il 50 per cento del contributo ed i 2/3 deisoggetti non riconosciuti dal Ministero non ricevere alcun sostegno, seppur ammessi a contributi sul Piano Spettacolo 2023. Questa situazione rende complicato qualsiasi ragionamento sereno da parte del comparto che è chiamato, tramite i suoi rappresentanti, a dare un parere sulla Proposta di leggen. 176 del 2023. Nonostante questo, riteniamo sia importante – hanno affermato Conte e Iallorenzi – dare il contributo degli operatori al percorso di questa pdl. Il comparto, dal 2015 ad oggi, ha avuto il suo punto di riferimento nella Legge regionale n. 37 del 2014, che sicuramente può essere oggetto di miglioramento, ma che indubbiamente ha dato un sostegno al settore. Il Testo Unico, che dal settore è visto favorevolmente rispetto alla contemplazione di ambiti della cultura finora non trattati dalla Regione Basilicata (ad esempio: l’audiovisivo, il riconoscimento delle professionalità, ecc), rischia però di non avere strumenti adatti per le esigenze specifiche di ogni ambito, cosa che la Legge regionale 37/2014 ha fatto fino ad ora; questo rischio, è da evitare”.
Conte e Iallorenzi hanno, poi, rappresentato il riscontro su articoli “Parte generale”:Art. 6 e Art. 8 – Piani triennali e documenti attuativi annuali.“Il triennale – hanno detto – resta un piano divisione, certo importante, ma dovrebbe essere un piano già operativo: quello che si riscontra, come perenne problema per il settore, è la programmazione (da parte regionale) incostante, in cui un anno insegue l’altro (con stanziamento di fondi e assegnazioni agli operatori incerte ogni anno) e conseguente danno per gli operatori stessi. Una strada possibile è quella già tracciata dalla Direzione Generale Spettacolo del Ministero della Cultura, che ha (dal 2015) programmazioni e stanziamenti triennali, con vincoli di finanziamento precisi, che danno agli operatori finanziamento un respiro più ampio e un sostegno certo su cui contare e, di conseguenza, programmare e investire”.
I rappresentanti dell’Osservatorio sono, quindi, intervenuti in merito all’ Art. 9 –Modalità di intervento. “Purtroppo – a loro parere – qui c’è un limite in cui incorre il testo unico, ovvero il dover contenere tutte le modalità di intervento, ma per il comparto professionistico dello spettacolo non è auspicabile fare a Bandi e avvisi, che probabilmente sarebbero aperti a tutti, ma bisognerebbe
avere riscontri certi su programmazione annuale, se resta annuale, con criteri specifici e riservati a chi professionalmente svolge questo lavoro”.
Attenzionato, quindi, l’Art. 10 – Soggetti destinatari“Collegandosi all’art. 9 – hanno sostenuto – si indicano genericamente dei soggetti, ma ha più senso per i singoli ambiti della cultura istituire Albi specifici. A questo proposito, diversamente da come accade per la L.R. 37/2014 (disciplina spettacolo) si dovrebbe parlare di un Albo, per lo spettacolo, che sia stringere sui criteri di ammissione e non un semplice albo con pochi elementi caratterizzanti richiesti, a titolo di esempio: le giornate lavorative dovrebbero essere un criterio importante: questi aspetti (giornate lavorative) andrebbero specificati meglio in documenti collegati alla Legge e non nella legge stessa. Un altro possibile criterio per poter inquadrare il settore ‘finanziabile’, ovvero i suoi Operatori, dalla Regione Basilicata, è fare riferimento al DDL ‘Made in Italy’, di recente approvazione presso il Senato della Repubblica, con particolare riferimento agli Art. 25 (Imprese culturali e creative) e Art. 26 (Albo delle imprese culturali e creative) e gli Artt. dal 27 al 29. Sempre sull’art. 10, sorge un dubbio sulla definizione, nell’ultimo rigo del primo comma, sulla indicazione di soggetti ‘che operano’ anziché ‘soggetti che hanno sede in Basilicata’.
“Per quanto concerne il riscontro su Art. “Spettacolo dal vivo”, Art.43 – (tratto da ‘relazione accompagnatoria’) c’è l’indicazione – hanno rimarcato Conte e Iallorenzi –‘dell’orchestra pubblica’ (al singolare), sarebbe corretto indicare ‘delle orchestre pubbliche riconosciute dal Ministero’. In riferimento all’ Art. 47 – ‘Fondo di garanzia’: già previsto dalla L.R. 37/2014. Importante misura, si auspica in una sua reale e concreta attuazione.L’ Art. 48 – FURS: già previsto dalla L.R. 37/2014 – hanno rilevato – è una importante misura e si auspica in una sua reale e concreta attuazione, ma mai è stato realmente attivato un fondo dedicato. Si segnala che fino ad oggi, facendo riferimento alla L.R. 37/2014, i fondi utilizzati per finanziare il comparto hanno quasi sempre fatto riferimento a fondi FSC”.
“In merito al passaggio generale – hanno concluso -la pdl come invece fa la L.R. 37/2014, non definisce alcuna tempistica sui tempi di approvazione e pubblicazione dei piani triennali e dei documenti attuativi annuali. Comprendiamo che i termini non sarebbero perentori, ma è importante dare dei riferimenti sulle tempistiche perdare un quadro chiaro in merito a Piani triennali e Programmazioni annuali”.
Al termine dell’audizione, il consigliere Cifarelli, ha illustrato obiettivi e contenuti della Proposta di legge, a sua firma, su “Modifiche alla Legge Regionale 31 gennaio 2002, n.10 – Disciplina del bilancio di previsione e norme di contenimento e di razionalizzazione della spesa per l’esercizio 2002 e ss.mm.ii.”
“Il Forum del Terzo Settore – Basilicata – ha detto Cifarelli – da tempo chiede a gran voce, il ripristino delle agevolazioni IRAP per gli Enti del Terzo Settore della Basilicata, cosa peraltro prevista dallo stesso Codice all’articolo 82 comma 8. Infatti, l’introduzione del Codice del Terzo Settore D.Lgs. 3 luglio 2017, n.117, ha previsto che un Ente, una volta iscrittosi al Registro Unico Nazionale Terzo Settore, perda la qualifica di ONLUS. Questa norma, però, ha provocato un ‘corto circuito’ legislativo, in quanto i suddetti Enti sono stati iscritti d’ufficio al registro attraverso la procedura di trasmigrazione e, pertanto, nel perdere la qualifica di ONLUS hanno, anche, perso le agevolazioni fiscali che molte regioni avevano approvato nel corso degli anni. Per questa ragione – ha spiegato Cifarelli – ho presentato una proposta di legge che intende ripristinare l’agevolazione IRAP prevista dalla Legge Regionale n.10 all’articolo 29 e ridurre l’IRAP al 3,5 per cento agli enti del Terzo Settore di cui al Decreto legislativo 3 luglio 2017, n.117 (Codice del Terzo Settore). Specificati i beneficiari della misura, ovvero gli enti del Terzo Settore comprese le cooperative sociali ed escluse le imprese sociali costituite in forma di società. Aggiornata la decorrenza della misura di sostegno a partire dall’anno 2024. La riduzione IRAP avviene nel rispetto della normativa dell’Unione Europea e degli orientamenti della Corte di Giustizia Dell’Unione Europea. Definita l’assenza di nuovi oneri per le casse regionali. Nel Ringraziare il Forum del Terzo Settore – Basilicata per la preziosa collaborazione – ha concluso Cifarelli – si auspica una rapida ed unanime approvazione di una proposta legislativa che riconosce l’alto valore sociale svolto dal mondo del Terzo Settore in Basilicata ed il loro ruolo insostituibile nella promozione e nella applicazione dei valori universali di solidarietà ed inclusione”.
Il consigliere Cifarelli, in conclusione di seduta, ha proposto un emendamento alla pdl sulla “Istituzione del reddito di libertà per le donne vittime di violenza”, frutto dell’unificazione tra i due testi a firma dello stesso consigliere Cifarelli e del consigliere Bellettieri. Insieme con il Reddito di libertà, previsto un Fondo per le spese legali sostenute dalle vittime di violenza, ivi comprese le Associazioni che le sostengono.
Hanno partecipato ai lavori della quarta Commissione consiliare, oltre al presidente Giorgetti (Gruppo misto), i consiglieri Polese (Iv), Fuina (Lega), Cifarelli (Pd) e Bellettieri (Fi).