“Sold out” per il 90% del migliaio circa tra ristoranti e locali che propongono il cenone di Capodanno; menù creativi e a base di pesce (a differenza dei tradizionali di Natale); bollicine made in Italy; prezzi da 60 a 130 euro, con una media di 80 euro. E’ quanto prevede Fipe-Confcommercio Potenza per la cena fuori casa nell’ultimo giorno dell’anno. Intanto il numero di lucani che scelgono di festeggiare al ristorante è in crescita. Secondo il Centro Studi di Fipe-Confcommercio, l’ incremento è tra il 2 e il 4% rispetto all’anno precedente e una spesa complessiva superiore tra il 5 e il 7% . Tuttavia, ci saranno ristoratori che hanno deciso di restare chiusi per l’occasione (il 40%). La maggioranza dei locali offrirà esclusivamente la cena (84,1%), mentre la restante parte (circa il 16%) organizzerà anche un vero e proprio veglione con spettacoli e musica. Luciano Sbraga, Direttore del Centro Studi di Fipe-Confcommercio, ha dichiarato: “Il trend delle presenze al ristorante per il Capodanno 2023 ricalca quello osservato per il Natale, anche se di minore intensità per effetto di un numero significativo di ristoranti che per l’ultimo dell’anno ha deciso di non aprire. I prezzi in moderata crescita, inoltre, confermano che neppure nelle occasioni di grande appeal le imprese del settore adottano politiche commerciali disinvolte”. Infine, sarà un Capodanno all’insegna del Made in Italy: a fronte di una stima complessiva di 1,3 milioni di bottiglie stappate per il brindisi di fine anno, il 59,7% dei ristoranti servirà solo bollicine rigorosamente italiane, mentre il 32% consentirà ai propri clienti di scegliere tra spumante e champagne e nel 9,3% dei ristoranti i commensali troveranno solo bollicine d’oltralpe. Soprattutto a Capodanno – sostiene Rosa Solimeno delegata Confcommercio Potenza – si esalta la funzione della Ristorazione che è e rimane intersezione tra filiere essenziali e sostanziali del Made in Italy e stile di vita delle comunità. La convivialità del festeggiare al tavolo è la caratteristica principale. Proprio questo, un mercato fortemente competitivo richiederebbe tanta più pianificazione, e non improvvisazione, elaborando modelli organizzativi che assorbano lavoro in modo più equilibrato e adatto al tempo che stiamo vivendo. La discontinuità, l’aumento dei costi e il forte bisogno di nuove competenze, farebbe di questo periodo storico il momento giusto per il settore di fare quel salto di qualità da tempo auspicato, in tema di innovazione, marketing e gestione, intercettando trend, come lavoro da remoto, digitalizzazione, sostenibilità ambientale, che hanno cambiato usi e consumi degli italiani.
Dic 29