Peppino Brescia, ex parlamentare e già sindaco di Melfi ha inviato una lettera aperta ad Angelo Chiorazzo e alle forze progressiste e riformiste lucane. Di seguito la nota integrale.
Caro Angelo, cari amici e compagni,
sin da giovane militante comunista guardavo con rispetto e attenzione a Giorgio La Pira, padre costituente cattolico esindaco indimenticabile di Firenze, uomo del dialogo e della pace tra i popoli.
“Abbattere i murie costruire ponti” era la sua filosofia di vita, applicata nella sua azione politica quotidiana e nei messaggi ai grandi della Terra.
Mai così attualequell’appello, difronte alle guerre in Ucraina, nel Medio Oriente e in tante parti del mondo.
Scusatemi se, prosaicamente, faccio mio quel pensiero così nobile, trasportandolo nelle questioni politiche, sicuramente più piccole ma importanti, della nostra Basilicata.
Sinceramente, non riesco a capire, e con me tanti cittadini lucani, le vere ragioni delle difficoltà di dialogo e di confronto, tra le forze politiche del cosiddetto campo largo o giusto (anche questo distinguo è incomprensibile ai più) che aspirano a costruire l’alternativa alla destra lucana, la cui esperienza di governo è giudicata da tuttila peggiore dal 1970 ad oggi. Anche da tanta parte della stessa destra.
Non vi sembra risibile l’intervista di Bardi a Il Quotidiano del 31 dicembre scorso?Per nascondere il suo fallimento di 5 anni, continua a incolpare sia “quelli di prima” che la pandemia per il mancato “cambiamento” promesso.
Come si fa a non essere conseguenziali di fronte a tanta sfacciataggine politica?
Vedoancora incomprensioni, sospetti, veti in quella possibile coalizione dell’area progressista, riformista, moderata che può avviare una nuova stagione politica ed istituzionale in Basilicata, così come avvenne nel 1995, quando nacque il nuovo centrosinistra lucano.
I partiti hanno sempre auspicato l’impegno dell’associazionismo, del civismo e quando nasce una nuova realtà lucana che si riconosce negli stessi valori del centrosinistra, da alcuni sembra non vissuta come risorsa importante per “salvare” la Basilicata.
Mi chiedo perché ciò avvenga e la domanda non è soltanto mia, ma di tantissimi cittadini lucani, amareggiati, delusi, stanchi, che sollecitano una svolta rispetto a questi ultimi 5 anni, magari traditi proprio da quel “cambiamento” promesso da Bardi e mai realizzato.
Credo nel ruolo dei partiti, nel pluralismo delle idee, nel legittimo confronto anche tra visioni diverse. Ma per verificarle nel merito, bisogna discutere, dialogare, confrontarsi, condividere, fare sintesi.
Fino ad ora questo non è ancora avvenuto. Ci si è mossi, a me sembra, da vecchio “ceto politico”, impregnato di autoreferenzialità, egoismi di parte, lotte correntizie.
A me sembra sbagliato non vedere la novità politica nel civismo di “Basilicata casa comune” e del suo contributo programmatico ed anche della disponibilità di Angelo Chiorazzo, suo rappresentante, un uomo di pace, non solo in Ucraina e nel Medio Oriente, ma anche in Basilicata.
Anche il suo nome offerto come candidato alla Presidenza mi sembra legittimo. Al pari di altri nomi già emersi o che dovessero pervenire.
“Basilicata Casa Comune” ha accelerato troppo? Non ha aspettato i tempi lunghi dei partiti? Vorrei solo ricordare che la data delle elezioni regionali è dietro l’angolo. Nei prossimi giorni sapremola data ravvicinata del voto.
Per questi motivi ritorno ad invitare tutti voi, cari amici e compagni e caro Angelo, a discutere, senza chiusure politiche, nel meritodelle scelte programmatiche, di metodo di governoe di individuazione del o dei candidati, ricorrendo anche alle primarie, se richieste e condivise, viste come strumento democratico di partecipazione e legittimazione dal basso.
Ricordo che, mai come questa volta, la battaglia elettorale sarà dura e difficile,anche con attacchi personali e macchine del fango,come già avvenuto nei confronti di Chiorazzo.
Mi permetto di aggiungere che non bastano le lacrime di coccodrillo o le parole di solidarietà di tanti, verso le difficoltà occupazionali di chi rischia il lavoro e di chi un lavoro l’ha già perso o mai avuto. O verso una sanità pubblica disastrata e in affanno, impoverita dal governo Bardi e negata per tanti cittadini poveri e fragili, costretti a rinunciare alle cure.
L’area industriale di San Nicola di Melfi ne sa qualcosa, così come gli ospedali e la medicina sul territorio, al di là degli encomiabili sforzi degli operatori sanitari.
Sanità, lavoro, ambiente sono tutte tematiche complesse che necessitano di governo. La funzione primaria della Politica è quella di avanzare proposte e governarle, con la partecipazione democratica dei cittadini, delle forze sociali, dei territori. Diversamente, la politica diventa altro, regolazione di conti tra gruppi o persone, lontana dagli interessi e dai bisogni della comunità.
Adesso possiamo e dobbiamo costruire l’alternativa a questa destra lucana. Perciò tutte le forze progressiste e moderate, sinceramente riformiste, depongano le armi dello scontro politico e insieme “costruiscano i ponti” del dialogo, come diceva La Pira, senza veti e preclusioni.
Si abbandonino lotte antiche tra componenti politiche passate. Non interessano i cittadini e il futuro dei nostri territori.Ci si confronti su programmi, metodo di governo e disceltadella guida e della formazione del nuovo governo regionale.
Come diceva Antonio Luongo: “Mediare non è mai una sconfitta”. Chi, come me, ha avuto anche l’onore e l’onere di fare il sindaco, sa quanto sia vero questo principio.
Ultima considerazione. Non mi attardo a descrivere o richiamare la “bellezza della politica di una volta”.
Nella realtà, anche in passato la battaglia politica non era solo ideologica, tra schieramenti diversi (sinistra – centro – destra), ma anche tra sensibilità diverse nei vari partiti, compreso il mio di origine, il PCI.Le battaglie politiche e sociali sono sempre state “lacrime e sangue”, tanto sulle alleanze, quanto sulle visioni del mondo, sulle persone da candidare e sui programmi da realizzare.
Credo che lo sforzo di tutti debba essere quello di unire forze e movimenti, associazioni e volontariato, forze sane della Basilicata.
Una nuova Primavera politica e istituzionale si può realizzare. Ognuno faccia la sua parte, per costruire insieme un nuovo patto per la Lucania che guardi avanti, che costruisca il futuro.
Sarebbe intollerabile ripetere gli errori di 5 anni fa.
Come sempre, uniti si vince e si governa.
Di seguito la risposta di Angelo Chiorazzo a Giuseppe Brescia
Caro on. Giuseppe Brescia,
leggo nelle tue parole l’amore di chi ha servito la sua terra e ha poi saputo fare un passo di lato, ma che non rinuncia ad impegnarsi per il bene comune. Un atteggiamento che fa trasparire l’impronta del “sindaco santo” di Firenze Giorgio La Pira, a cui ti sei riferito.
Dal mio canto, cerco di seguire questo stesso tracciato. Così, dopo aver scelto con tanti amici del mondo civico di cimentarci in un campo che non era il nostro, quello della politica, per la necessità di salvare questa nostra regione dagli effetti di quello che è il peggiore governo che abbia mai avuto. Una necessità che il tempo ha aggravato e a cui dobbiamo sommare quell’urgenza a cui tu facevi correttamente riferimento visto che l’attuale giunta potrebbe indire le elezioni da un momento all’altro, anche fra poche settimane.
Per questo ciascuno di noi deve fare la sua parte per raggiungere l’obiettivo dell’unità e della concordia, in questi giorni più che mai. Non possiamo condannare questa terra ad altri 5 anni di incuria se non al definitivo declino. Per questo dobbiamo fare bene e presto, per dare corpo a quella “nuova primavera politica e istituzionale” che tu auspicavi.
A noi che abbiamo intrapreso questa strada, le tue parole sono di conforto. Parole di una persona di indiscussa autorevolezza, morale e politica, che sono in sintonia con quella delle tante persone che, quotidianamente, ci spronano a non sprecare questa occasione.
L’occasione di riavvicinare alla politica tante persone che, deluse, se ne sono allontanate, mentre proprio il delicato momento che la nostra regione sta attraversando richiede una partecipazione sempre più corale e appassionata.
E per questo dobbiamo sempre essere aperti, come lo siamo, ad ogni tipo di confronto nel perimetro di quello schieramento in cui ci riconosciamo. Aperti al confronto sulle idee e sui programmi, aperti al coinvolgimento di tutti quanti si riconoscono nella nostra stessa area culturale per arrivare a una scelta rappresentativa del candidato presidente, anche ricorrendo a quelle primarie che, come abbiamo già detto, non sono né un dogma né un tabù.
Ma a maggior ragione, se Primarie saranno, non c’è tempo da perdere: il confronto dovrà essere sulle proposte, prima che sui nomi. Convinti che le sensibilità differenti che rappresentano una ricchezza nella ricerca delle soluzioni migliori per rimediare allo sfascio della sanità, allo sviluppo negato e a tutte quelle situazioni che condannano la Basilicata allo spopolamento e all’irrilevanza.
Insieme possiamo e dobbiamo farcela. Insieme ce la faremo.
Distinti saluti
Angelo Chiorazzo