Associazione Migranti Basilicata: il 2024 sia un anno di pace e integrazione. Di seguito la nota integrale.
È iniziato un nuovo anno e all’orizzonte non si intravedono novità se non sul fronte della salvaguardia della “casta”. È molto grave che ancora non si é posta la prima pietra per la costruzione dei centri di accoglienza(già finanziati per circa 8 milioni di euro) di Boreano(Venosa) e Lavello per circa 300 posti per l’accoglienza di lavoratori immigrati. Come mai la Regione Basilicata, a forte tasso di emigrazione, non è interessata a spendere i milioni di euro già finanziati per l’accoglienza, anche per dare risposte alla disoccupazione? Anche il nuovo anno si trascinerà con l’emergenza e lo spreco di denaro pubblico. Ad ascoltare le voci di una politica schiacciata tutta su posizioni di potere e di occupazione di poltrone, le parole accoglienza e integrazione non vengono pronunciate. È noto ormai a tutti che con l’avvicinarsi delle elezioni, di questi temi non si deve parlare, altrimenti si perdono voti. Noi non ci arrendiamo e non vogliamo tacere. Basta con le disuguaglianze, se non vogliamo vedere crollare l’intero edificio politico e sociale. Basta con i regimi basati sulle disuguaglianze. Il 2024 deve essere l’anno dei diritti partendo dall’art. 1 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani “tutti gli esseri umani nascono liberi ed uguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza “. Nel 2022 secondo la Global Analysis 2022 dell’Ong Front Line Defenders sono stati uccisi 401 difensori dei diritti umani in 26 Paesi. Non ci stancheremo mai di chiedere alla Regione Basilicata l’attuazione e il finanziamento della L. Regionale n. 13 del 2016, con le opportune modifiche. L’anno che è appena iniziato deve dare una svolta definitiva e la politica si deve impegnare a rispettare la Costituzione e mettere fine alla distruzione della stessa riconoscendo l’art. 49 è ripristinando la partecipazione dei cittadini e degli elettori. Si devono riaprire i luoghi degli incontri, di discussione e di decisioni. Che il 2024 metta la parola fine alle morti dei naufraghi nel Mediterraneo, alle sciagure, ai conflitti, siccità e carestie, allo sfruttamento e saccheggio di risorse. Fatti non parole.